Dopo la lunga pausa
invernale, la primavera porta con sé lo spettacolare fenomeno della migrazione
degli uccelli.
In questi giorni la
Riserva del Pian di Spagna è vivacizzata quotidianamente da arrivi di nuove
specie quali ad esempio prispoloni, cutrettole, codirossi e culbianchi (tutti
migratori transahariani). Altri gruppi di migratori a lungo raggio che si
possono osservare in questi giorni nelle nostre zone sono i limicoli e le cicogne.
Questi nuovi arrivi mi portano a riprendere
l’argomento migrazione iniziato nei precedenti post di seguito elencati:
Perchè migrare.Migrazione: ma quanti tipi ce ne sono.
La dieta degli uccelli durante la migrazione.
Adattamenti fisiologici e comportamentali degli uccelli migratori.
La migrazione di per sé è un fenomeno affascinante che ci lascia sbigottiti di fronte ad alcuni viaggi intrapresi da certi uccelli dotati di un incredibile senso di orientamento che permette loro di attraversare mari, deserti e montagne e dotati inoltre di grandi resistenze che permettono di sopportare voli anche di decine di ore senza mai riposarsi e alimentarsi.
Per far questo gli uccelli hanno sviluppato nel tempo diverse abilità, come ad esempio la regolazione temporale delle diverse fasi del loro ciclo vitale. (migrazione, riproduzione, muta).
Molti uccelli decidono di migrare nel corso della notte, altri durante il giorno, mentre alcuni compiono movimenti migratori sia notturni che diurni. Gli studiosi si sono più volte soffermati sul motivo di tale comportamento. Una delle ipotesi più accreditate sulla migrazione notturna è quella che vede nel migrare di notte il vantaggio di poter sfruttare tutte le ore di luce, separando il tempo da dedicare alla migrazione, ovvero la notte, e quello da dedicare all’alimentazione, ovvero il giorno. Inoltre la migrazione notturna può anche essere associata a migliori condizioni di volo: migrando di notte gli uccelli riuscirebbero ad evitare turbolenze d’aria e a ridurre la perdita di acqua per evaporazione. Inoltre non va sottovalutato il fatto del ridotto rischio di predazione e la possibilità di utilizzare importanti riferimenti per l’orientamento (ad esempio la posizione delle stelle).
In seguito
un breve elenco relativo ai vantaggi della migrazione notturna.
- maggior tempo a disposizione per alimentarsi durante il giorno;
- temperature inferiori che aiutano a prevenire pericolosi fenomeni di surriscaldamento e disidratazione nelle regioni calde;
- maggiore umidità che riduce ulteriormente il pericolo di disidratazione;
- minore dispendio energetico per volare nell’aria fresca e densa della notte, piuttosto che nell’aria calda del giorno;
- le velocità dei venti sono solitamente minori di notte, riducendo il pericolo di venti contrari o trasversali; allo stesso modo sono minori le turbolenze verticali e ciò diminuisce ulteriormente i costi energetici del viaggio;
- possibilità di orientarsi utilizzando una bussola stellare;
- minor rischio di predazione.
Tipico esempio di
volatori notturni sono i limicoli. Il termine limicolo è usato genericamente
quando ci si riferisce a varie specie di uccelli appartenenti all’ordine dei
Caradriformi. Tali uccelli sono accomunati dall’abitudine di alimentarsi in
zone umide ricercando invertebrati ed altri piccoli animali nell’acqua bassa o
nel fango (il termine deriva proprio dalla parola “limo”). Questi volatili sono
il classico esempio di migratori notturni, nella notte compiono centinaia di
chilometri trascorrendo la giornata alimentandosi. I Limicoli completano il
loro viaggio migratorio con poche lunghe tappe anche di 1000-4000 km, in queste
pause ricercano ambienti idonei alla loro alimentazione.
Pettegola Tringa totanus, aprile, Pian di Spagna (CO), appartenente al gruppo degli uccelli limicoli. |
Il piro piro boschereccio Tringa glareola – appartenente al gruppo degli uccelli limicoli. |
I
vantaggi del volo notturno sono tanti e tanto evidenti che ci si può chiedere
come mai alcune specie scelgano di migrare di giorno: volare di notte riduce i
tempi, le richieste energetiche ed i rischi di predazione.
Il totano moro Tringa erythropus, aprile, Pian di Spagna (CO). – appartenente al gruppo degli uccelli limicoli. |
I migratori diurni.
Nibbio bruno Milvus migrans, aprile, Varenna (LC). Come tutti gli uccelli rapaci è un migratore diurno. |
Tra i migratori diurni vi sono numerose specie di
grandi dimensioni, come le cicogne, le gru ed i rapaci, che adottano un volo
veleggiato sfruttando le correnti termiche ascensionali che si sviluppano sulla
terraferma e traggono vantaggio dal risparmio energetico associato a questo
tipo di volo.
Cicogna bianca Ciconia ciconia, aprile Pian di Spagna (CO). Scomparsa dal territorio italiano. Negli ultimi anni è possibile sempre più spesso osservarla in Italia durante la migrazione. |
Vi sono infine specie migratrici che prediligono un
volo battuto diurno. Sono due i motivi di tale “scelta”: il primo riguarda il
fatto che questi uccelli traggono un vantaggio da un tipo di migrazione che
prevede un frequente alternarsi di volo e foraggiamento. Il secondo motivo è
legato al vantaggio per i migratori diurni di poter localizzare più efficacemente
le aree di foraggiamento migliori, riducendo i tempi di ricerca ed i costi ad
essi associati. A differenza dei migratori notturni, quelli diurni si muovono
generalmente più lentamente, poiché devono utilizzare le ore diurne sia per
alimentarsi che per migrare.
Il Fringuello Fringilla coelebs, aprile, Pian di Spagna (CO), è una specie migratrice diurna. |
Numerose sono le ricerche che hanno dimostrato il legame tra attività migratoria e forma delle ali, anche tra popolazioni all’interno della stessa specie. In ogni caso le popolazioni migratrici hanno ali più lunghe e appuntite rispetto a quelle sedentarie e lo stesso vale tra popolazioni migratrici che migrano su diverse distanze: quelle che compiono movimenti più lunghi possiedono ali più lunghe e appuntite. Le ali lunghe ed appuntite costituiscono un requisito molto favorevole alla meccanica del volo, poiché per ragioni aerodinamiche offrono una minor resistenza all’aria fornendo vortici d’aria più favorevoli rispetto a quelle corte e arrotondate.
Rondine Hirundo rustica, aprile Pian di Spagna, un tipico esempio di ala di grande volatore è quella della rondine che si presenta lunga e appuntita. |
Le
ali sono mosse da una massa di muscoli pettorali, è stato osservato che essi in
alcune specie migratrici possono costituire fino al 35% del peso corporeo. A
tale massa muscolare corrisponde uno sterno sviluppato e robusto, con una larga
superficie sulla quale i muscoli possono attaccarsi.
Fagiano comune Phasianus colchicus, è il tipico esempio di uccello terricolo che vola solo in caso di pericolo facendo brevi spostamenti. |
I migratori su lunga distanza
possiedono fibre muscolari rosse a rapida ossidazione glicolitica (che
forniscono più in fretta l’energia necessaria al movimento) e fibre muscolari
più sottili con elevata densità di capillari, quindi maggiore efficienza nella
diffusione dell’ossigeno nel sangue. Nei migratori inoltre, rispetto ai
residenti, si sviluppano un’ipertrofia muscolare ed un accrescimento delle
prestazioni fisiologiche che aumentano tra le due categorie il divario
nell’efficienza della “macchina corporea”.
Lo Scricciolo Troglodytes troglodytes è tra i più piccoli uccelli europei, frequenta siepi e fitta vegetazione. |
Dal sito crosvarenna emerge
un dato di ricattura di uno scricciolo inanellato in Polonia e ricatturato a
Calco (LC) dopo aver percorso 1189 km, di seguito la mappa del percorso
effettuato da questo volatile.
È stato osservato infine che il cuore
degli uccelli è grande fino al doppio di quello dei mammiferi di pari
dimensione. Questa caratteristica permette loro di affrontare sforzi
particolari come il superamento di alcune importanti barriere ecologiche,
quali ad esempio oceani, deserti e catene montuose.
Morette
Aythya fuligula, aprile, volo migratorio attraverso le montagne.
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