mercoledì 23 gennaio 2013

Bianca come la neve


Alla montagna disse la neve:
Beato il monte, che me riceve!
quando il mio bianco noi rende adorno
scorger non l'assi molto all' intorno:
che quel suo cupo color l'attrista,
nè fa gran colpo sovra la vista.


Con questi versi tratti da una poesia di Luigi Fiacchi, voglio iniziare il post di oggi dedicato ad una giornata trascorsa con le ciaspole ai piedi, in un ambiente da favola: la montagna d’inverno.









I ricami sulla neve
in questo caso non sono impronte di animali ma è stata la stessa neve che scorrendo a valle ha disegnato fantasiose “tracce”.



Il candido manto è come una pagina di un libro, bisogna solo saper leggere. In questo caso si notano den distinte le impronte lasciate da una lepre bianca.

…grazie alle impronte lasciate sulla neve, scopriamo la lepre che ci osserva dal suo sicuro rifugio.

Osserviamo un’altra lepre bianca, che improvvisamente abbandona il suo rifugio scomparendo in un attimo alla nostra vista.

… e lasciando nuove tracce.

La vita e difficile sui monti in inverno, un corvo imperiale sta consumando il suo pasto con i resti di un capriolo morto.

Questi curiosi “disegni” sono di una Pernice bianca che involandosi ha segnato con le ali il manto nevoso.

È sempre una grande emozione incontrare le pernici bianche in questo ambiente severo, candide come la neve, questi uccelli sono il simbolo della montagna in inverno.



Nonostante le condizioni difficili e il clima rigido, un gruppetto di fringuelli alpini svolazza incurante del freddo.


Lo Stambecco sceglie i ripidi pendii con poca neve che offrono più occasioni per alimentarsi.

Anche noi lasciamo le nostre tracce sulla neve che ha quasi coperto una baita poco distante.

Soli nel silenzio ovattato.

La giornata volge al termine, regalandoci un nuovo ricordo. La montagna non delude mai.

È giunta l’ora di rientrare, il sole al tramonto sta colorando di toni caldi le montagne mentre la luna fa capolino.










lunedì 21 gennaio 2013

Il delizioso profumo dell’inverno

In queste gelide giornate invernali c’è qualcosa che risveglia i nostri sensi olfattivi, una fragranza intensa dolce e aromatica che anche ai più distratti non può passare inosservata, sto parlando del calicanto, un arbusto spoglio caratterizzato da sottili rami disordinati, cosparso di piccoli fiori gialli che a guardarli non sembrerebbero capaci di tanta capacità odorosa da profumare l’aria in queste giornate fredde invernali.

Il calicanto appartiene alla famiglia Calycanthaceae nome che deriva dal greco e significa "fiore d'inverno", in botanica viene riportato su libri o manuali con diversi nomi: Chimonanthus praecox, Calycanthus praecox o Chimonanthus fragrans.


Il calicanto è originario dalle zone montuose del Sichuan cinese, dove cresce fino a 3.000 m di altitudine. I suoi fiori, che sbocciano nel cuore dell'inverno, sono resistenti al freddo grazie alla struttura cerosa che protegge le cellule vegetali dei petali.


La fioritura del calicanto è legata alla poetica leggenda del pettirosso che, scacciato da altri alberi, trovò rifugio solo fra i rami di questo arbusto: Dio volle ricompensare questa gentilezza facendo cadere sui rami di questa pianta una pioggia di stelle splendenti e profumate. Ecco perché l'omaggio di un rametto di calicanto è espressione di affettuosa protezione nei confronti di chi lo riceve.



Una cinciarella colora i rami del calicanto
la passera scopaiola tra i fiori profumati

giovedì 17 gennaio 2013

L’Edredone del Lago di Como

Esattamente un anno fa nasceva questo blog, chi ha avuto la pazienza di leggere i miei post avrà sicuramente notato come l’Edredone sia stato sempre citato senza mai enfatizzare la rarità della sua presenza in Italia. I meno esperti avranno probabilmente ipotizzato che questa specie sia comune nella nostra penisola, in realtà non lo è per niente. Con questo articolo voglio raccontare nel dettaglio la presenza di questa anatra nordica sul Lario.
Edredone ♂-♀- THE BIRDS OF GREAT BRITAIN, John Gould - 1870

Edredone adulto, febbraio, Varenna (LC).
L’ Edredone è una grossa anatra “tuffatrice” inconfondibile per la forma della fronte e del becco.
L’inconfondibile profilo della testa dell’Edredone.
 Questa specie presenta un dimorfismo sessuale molto accentuato.
Edredone ♂  adulto, marzo, Varenna (LC).
Edredone ♀   adulta, settembre, Pian di Spagna (CO).
 La muta e l’abito eclissale del maschio di Edredone è caratterizzato da tinte più scure della femmina. In questa sequenza di immagini osserviamo il mutare del piumaggio del maschio nel corso dell’anno.
Febbraio
Marzo
Maggio
Giugno
Luglio
Agosto
Settembre
Ottobre
Dicembre
La sua dieta principale si basa principalmente di molluschi e crostacei che frantuma con il forte becco.
Dettaglio del particolare becco.

Per procurarsi il cibo, l’Edredone compie lunghe immersioni anche a notevole profondità.



 In fase di corteggiamento il maschio emette un curioso  "aa-uuu".

Il nido dell'Edredone viene costruito nei pressi del mare ed è costituito dal celebre piumino di Edredone, ricavato dal petto della femmina. Questo materiale caldo e soffice è stato raccolto per molto tempo allo scopo di confezionare guanciali e trapunte ma in epoca più recente è stato largamente rimpiazzato dal piumino di oche domestiche da allevamento e da materiali sintetici. La raccolta di questo materiale viene ancora effettuata ed è ecologicamente sostenibile, dal momento che viene fatta dopo che gli anatroccoli hanno lasciato il nido, senza quindi recare alcun danno per questi uccelli (a fine articolo c’è un’ulteriore approfondimento su questo tema).

L’etimologia del nome* Edrédone - Somateria mollissima mollissima (Lineo), deriva dall’inglese Eider down = piumino di Eider, nome dato in commercio al piumino che fornisce questa specie, nota anche col nome di Anatra dal piumino. Somatéria = con piumino sul corpo, nome composto dai vocaboli greci  sòma (il cui genitivo è sòmatos) = corpo, ed érion = lana (piumino); mollissima, superlativo dell’aggettivo latino mollis = molle, soffice, a causa del morbido piumino (1).
Questa specie  è distribuita sulle coste settentrionali europee, nordamericane e della Siberia orientale. Dalle abitudini spiccatamente marine, durante le migrazioni l’Edredone frequenta anche acque dolci interne. Fino al 1980 alcuni testi riportavano: In Italia è di passo scarso e poco regolare (segnalato circa 100 volte) (2).

Attualmente questa specie è presente in Italia solo in due località: Varenna (LC) e in Friuli Venezia Giulia, alla foce dell’Isonzo  dove nel  1999 nidificò per la prima volta in Italia (3).

Distribuzione dell’Edredone in Italia – da Ornitho.it www.ornitho.it

Veniamo ora al tema principale, la presenza dell’Edredone sul Lago di Como.

La storia recente della presenza di questo uccello  sul Lario è cosi documentata:
un esemplare maschio adulto viene abbattuto in Alto Lario nel 1984. (4)
Nel 1988, sul Lago di Pusiano (CO) viene ucciso un altro Edredone maschio. Nello stesso periodo anche i laghi svizzeri vedono una presenza interessante di questi uccelli e da allora l’Edredone diviene sedentario per poi iniziare a riprodursi. (5)
Nel 1991 durante un censimento invernale sul lago di Como, tra Bellagio (CO) e Colico (LC), vengono contati 48 individui. (5)

Il 31 ottobre 2005 rappresenta la svolta: da questa data sul Lario l’Edredone è specie sedentaria.
Un gruppo di 10 giovani dell’anno sostano presso Gera Lario (CO) anche se purtroppo dopo pochi giorni il loro numero scende a 3 individui (1 maschio e 2 femmine). Sconosciute sono però le cause di questa riduzione di numero.
Nella nebbia si scorgono le sagome di alcuni Edredoni appena giunti sul Lario.
Durante la primavera del 2008, i tre Edredoni raggiungono la maturità sessuale (al terzo anno di età) dando quindi inizio alla prima nidificazione di questa specie sul  Lago di Como.  Il nido posto a terra contenente tre uova, purtroppo, viene probabilmente predato da una volpe (5) e così le uova non possono raggiungere la schiusa. (5)
Un maschio e due femmine, maggio, Pian di Spagna (CO).
Nel novembre 2009 purtroppo questi individui dell’Alto Lario scompaiono a causa probabilmente di un atto vandalico di bracconaggio.
Il 13 gennaio 2009, 3 giovani maschi vengono avvistati a Mandello Lario (LC).
Tre giovani maschi, febbraio, Mandello del Lario (LC).
Dopo pochi mesi (18 luglio 2009) questi 3 individui si trasferiscono presso le Gallerie tra Varenna e Bellano (LC).
Due maschi immaturi, luglio, Varenna (LC).
Da questo momento posso seguirli personalmente giorno per giorno vedendoli divenire adulti e col passare del tempo perdere il timore dell’uomo, anche grazie alla loro indole che gli permette di unirsi in gruppi anche numerosi come i Germani reali “semidomestici”.
Gennaio 2010, Varenna (LC).
Presto gli Edredoni di Varenna divengono famosi e da varie zone d’Italia arrivano fotografi naturalistici per ritrarre questi uccelli.

Dal 29 dicembre 2010 gli Edredoni improvvisamente diventano 2. Non sapremo mai quali sorti siano toccate al terzo individuo.

Il motivo per cui gli Edredoni si siano fermati sul Lago di Como può essere imputabile anche per la presenza di Dreissena polymorpha, un mollusco bivalve originario dell’Europa dell’est,  particolarmente gradito alla specie.




Ogni inizio inverno sono speranzoso che qualche Edredone femmina venga a trovarci e magari si fermi sul Lario e rimanga con noi, ponendo così le basi per una nuova colonia.

Bibbliografia:
 (1) Rivista Italiana di Ornitologia “Etimologia e significato dei nomi volgari e scientifici degli uccelli italiani” Edgardo Moltoni – 1946
(2) Gli uccelli. Dizionario illustrato dell'avifauna italiana, in 4 voll.i – Editoriale Olimpia Firenze 1980.
(3)  K. Kravos, S. Candotto, B. Cimador & P. Utmar. Edredone, Somateria mollissima, prima nidificazione per l’Italia. Rivista Italiana di Ornitologia 69, n° 2 (dicembre 1999): pagg. 227-230.
(4) Atti del Museo Civico Ornitologico “Luigi Scanagatta”, Volume II – Varenna 1995
 (5) ANNUARIO CROS 2008. Centro Ricerche Ornitologiche Scanagatta (C.R.O.S.) Varenna – “Accertata la prima nidificazione di Edredone, Somateria mollissima, sul Lago di Como (LC)” – E. Viganò pagg 64-65.
Curiosità
Una colonia di edredoni particolarmente famosa vive sulle isole Farne, in Britannia. Questi uccelli sono stati oggetto di una delle prime leggi sulla protezione degli uccelli mai emanate, quella stabilita da San Cutberto nell'anno 676. Qua nidificano ancora ogni anno circa 1000 coppie.


EDREDONE: ROLLS-ROICE DELLA PIUMA
Gli edredoni (Somateria mollissima) sono di casa nelle regioni nordiche. Già dal tempo della colonizzazione di quella zona, avvenuta oltre 1100 anni fa, vengono raccolti in Islanda i piumini degli edredoni. La raccolta è un'usanza centenaria e non è assolutamente nociva per gli animali. L'edredone è un uccello selvatico, ma diventa domestico nel luogo della cova ove viene accudito. Gli edredoni sono protetti legalmente in Islanda già dalla metà del XIX secolo. L'Islanda accoglie una delle zone di cova per gli edredoni più grandi del mondo. Lo sfruttamento economico del piumino è singolare nel suo genere e non arreca alcun danno alla popolazione degli edredoni. Gli edredoni nidificano sulle isole ma anche sulle coste della terra ferma islandese. Essi cercano nutrimento nelle acque basse del mare dell'intera costa islandese. In primavera ritornano al loro luogo di cova. Dove c'è pace e tranquillità gli edredoni nidificano a colonie. I contadini islandesi sanno come attirare gli edredoni in questi luoghi. Alcune centinaia di contadini traggono guadagno dall'allevamento degli edredoni. E' nel loro interesse accudire sia gli uccelli che ai loro luoghi di cova. Gli interessi di questi contadini sono rappresentati dall'unione Islandese dell'Allevamento degli Edredoni (Thè Icelandic Association of Eiderduck Farmers). Lo sfruttamento equilibrato degli edredoni si basa su un'accorta coesistenza tra uomo e natura in un ambiente sano e incontaminato. Gli edredoni ritornano ogni primavera nel loro luogo di cova. I contadini offrono agli uccelli protezione e hanno cura di questo ambiente. Gli edredoni sanno apprezzare l'assistenza del contadino e ogni anno ritornano nello stesso luogo per la cova. Prima che incominci la cova l'uccello esamina il luogo dove deporrà le uova; tutto deve essere in ordine. L'edredone depone da 4 a 6 uova e imbottisce il nido con le sue piume che si staccano da sole dopo che le uova sono state deposte. L'edredone dispone le piume attorno alle uova in modo che queste siano protette dal freddo. La cova può durare fino a quattro settimane dopodiché l'edredone abbandona il nido e si sposta verso il mare con i pulcini. Il nido con le piume restano abbandonati. Se le piume non venissero raccolte, sarebbero alla mercé del vento e delle intemperie. Dopo la raccolta le piume vengono subito fatte seccare a 110°C per disinfettarle e facilitarne la pulitura. Le piume vengono pulite con macchine speciali per questo tipo di lavorazione e che si basano sui metodi tradizionali di pulitura. La piuma viene pulita senza l'aggiunta di additivi chimici; le proprietà naturali della piuma restano quindi intatte. Dopo la pulitura meccanica le piume vengono nuovamente controllate manualmente così da eliminare qualsiasi nodo. Solo dopo che le piume sono state accuratamente controllate e pesate ufficialmente possono essere esportate. Il piumino degli edredoni, come le piume, è fatto di sostanza cornea. Dal centro di ogni piuma si diramano in tutte le direzioni sottili fili, che nel complesso assomigliano piuttosto a un groviglio di fili. I singoli fili sono ricoperti da una specie di uncini sottili invisibili a occhio nudo. Questi uncini microscopici conferiscono al piumino adesività. Il buon isolamento termico, la leggerezza, l'adesività e le proprietà della piuma gli conferiscono una straordinaria qualità che lo rendono adatto, meglio di qualsiasi altro prodotto, all'imbottitura di coperte, cuscini, sacchi a pelo, giacche e altri indumenti. Il piumino è un prodotto naturale che deriva da un ambiente sano ed incontaminato senza l'aggiunta di additivi chimici. Nessun altro prodotto naturale riunisce in sé così tante proprietà come il piumino di edredone. (www.molinapiumini.it)