Con questi versi tratti da una poesia di Luigi Fiacchi, voglio iniziare il post di oggi dedicato ad una giornata trascorsa con le ciaspole ai piedi, in un ambiente da favola: la montagna d’inverno.
I ricami sulla neve
in questo caso non sono impronte di animali ma è stata la stessa neve che scorrendo a valle ha disegnato fantasiose “tracce”.
Il candido manto è come una pagina di un libro, bisogna solo saper leggere. In questo caso si notano den distinte le impronte lasciate da una lepre bianca.
…grazie alle impronte lasciate sulla neve, scopriamo la lepre che ci osserva dal suo sicuro rifugio.
Osserviamo un’altra lepre bianca, che improvvisamente abbandona il suo rifugio scomparendo in un attimo alla nostra vista.
… e lasciando nuove tracce.
La vita e difficile sui monti in inverno, un corvo imperiale sta consumando il suo pasto con i resti di un capriolo morto.
Questi curiosi “disegni” sono di una Pernice bianca che involandosi ha segnato con le ali il manto nevoso.
È sempre una grande emozione incontrare le pernici bianche in questo ambiente severo, candide come la neve, questi uccelli sono il simbolo della montagna in inverno.
Nonostante le condizioni difficili e il clima rigido, un gruppetto di fringuelli alpini svolazza incurante del freddo.
Lo Stambecco sceglie i ripidi pendii con poca neve che offrono più occasioni per alimentarsi.
Anche noi lasciamo le nostre tracce sulla neve che ha quasi coperto una baita poco distante.
Soli nel silenzio ovattato.
La giornata volge al termine, regalandoci un nuovo ricordo. La montagna non delude mai.
È giunta l’ora di rientrare, il sole al tramonto sta colorando di toni caldi le montagne mentre la luna fa capolino.
In queste gelide giornate invernali c’è qualcosa che risveglia i nostri
sensi olfattivi, una fragranza intensa dolce e aromatica che anche ai più
distratti non può passare inosservata, sto parlando del calicanto, un arbusto spoglio caratterizzato da sottili rami disordinati,
cosparso di piccoli fiori gialli che a guardarli non sembrerebbero capaci di
tanta capacità odorosa da profumare l’aria in queste giornate fredde invernali.
Il calicanto appartiene alla famiglia Calycanthaceae
nome che deriva dal greco e significa "fiore d'inverno", in botanica
viene riportato su libri o manuali con diversi nomi: Chimonanthus praecox,
Calycanthus praecox o Chimonanthus fragrans.
Il calicanto è originario dalle zone montuose del Sichuan cinese, dove
cresce fino a 3.000 m di altitudine. I suoi fiori, che sbocciano nel cuore
dell'inverno, sono resistenti al freddo grazie alla struttura cerosa che
protegge le cellule vegetali dei petali.
La fioritura del calicanto
è legata alla poetica leggenda del pettirosso che, scacciato da altri alberi,
trovò rifugio solo fra i rami di questo arbusto: Dio volle ricompensare questa
gentilezza facendo cadere sui rami di questa pianta una pioggia di stelle
splendenti e profumate. Ecco perché l'omaggio di un rametto di calicanto è
espressione di affettuosa protezione nei confronti di chi lo riceve.
Esattamente un anno fa
nasceva questo blog, chi ha avuto la pazienza di leggere i miei post avrà
sicuramente notato come l’Edredone sia stato sempre citato senza mai
enfatizzare la rarità della sua presenza in Italia. I meno esperti avranno probabilmente
ipotizzato che questa specie sia comune nella nostra penisola, in realtà non lo
è per niente. Con questo articolo voglio raccontare nel dettaglio la presenza
di questa anatra nordica sul Lario.
Edredone
♂-♀-
THE BIRDS OF GREAT BRITAIN, John Gould - 1870
Edredone ♂
adulto, febbraio, Varenna (LC).
L’ Edredone è una grossa anatra “tuffatrice” inconfondibile per la forma della fronte e del becco.
L’inconfondibile profilo
della testa dell’Edredone.
Questa specie presenta un dimorfismo
sessuale molto accentuato.
Edredone ♂ adulto, marzo, Varenna (LC).
Edredone ♀ adulta,
settembre, Pian di Spagna (CO).
La muta e l’abito eclissaledel maschio di Edredone è
caratterizzato da tinte più scure della femmina. In questa sequenza di immagini
osserviamo il mutare del piumaggio del maschio nel corso dell’anno.
Febbraio
Marzo
Maggio
Giugno
Luglio
Agosto
Settembre
Ottobre
Dicembre
La sua dieta principale si
basa principalmente di molluschi e crostacei che frantuma con il forte
becco.
Dettaglio del particolare becco.
Per procurarsi il cibo, l’Edredone
compie lunghe immersioni anche a notevole profondità.
In fase
di corteggiamento il maschio emette un curioso "aa-uuu".
Il nidodell'Edredone viene
costruito nei pressi del mare ed è costituito dal celebre piumino di Edredone,
ricavato dal petto della femmina. Questo materiale caldo e soffice è stato
raccolto per molto tempo allo scopo di confezionare guanciali e trapunte ma in
epoca più recente è stato largamente rimpiazzato dal piumino di oche domestiche
da allevamento e da materiali sintetici. La raccolta di questo materiale viene
ancora effettuata ed è ecologicamente sostenibile, dal momento che viene fatta
dopo che gli anatroccoli hanno lasciato il nido, senza quindi recare alcun
danno per questi uccelli (a fine articolo c’è un’ulteriore approfondimento su
questo tema).
L’etimologia del nome* Edrédone -
Somateria mollissima mollissima (Lineo), deriva dall’inglese Eider down =
piumino di Eider, nome dato in commercio al piumino che fornisce questa specie,
nota anche col nome di Anatra dal piumino. Somatéria = con piumino sul
corpo, nome composto dai vocaboli greci
sòma (il cui genitivo è sòmatos) = corpo, ed érion
= lana (piumino); mollissima, superlativo dell’aggettivo latino mollis
= molle, soffice, a causa del morbido piumino (1).
Questa specie è distribuita sulle coste settentrionali
europee, nordamericane e della Siberia orientale. Dalle abitudini spiccatamente
marine, durante le migrazioni l’Edredone frequenta anche acque dolci interne.
Fino al 1980 alcuni testi riportavano: In
Italia è di passo scarso e poco regolare (segnalato circa 100 volte) (2).
Attualmente questa specie è
presente in Italia solo in due località: Varenna (LC) e in Friuli Venezia
Giulia, alla foce dell’Isonzo dove
nel 1999 nidificò per la prima volta in
Italia (3).
Distribuzione dell’Edredone
in Italia – da Ornitho.it www.ornitho.it
Veniamo ora al tema principale, la presenza dell’Edredone
sul Lago di Como.
La storia recente della
presenza di questo uccello sul Lario è
cosi documentata:
un esemplare maschio adulto
viene abbattuto in Alto Lario nel 1984.(4)
Nel 1988, sul Lago di Pusiano
(CO) viene ucciso un altro Edredone maschio. Nello stesso periodo anche i laghi
svizzeri vedono una presenza interessante di questi uccelli e da allora
l’Edredone diviene sedentario per poi iniziare a riprodursi. (5)
Nel 1991 durante un censimento invernale sul
lago di Como, tra Bellagio (CO) e Colico (LC), vengono contati 48 individui. (5)
Il 31 ottobre 2005 rappresenta la svolta: da
questa data sul Lario l’Edredone è specie sedentaria.
Un gruppo di 10 giovani dell’anno sostano
presso Gera Lario (CO) anche se purtroppo dopo pochi giorni il loro numero
scende a 3 individui (1 maschio e 2 femmine). Sconosciute sono però le cause di
questa riduzione di numero.
Nella nebbia si scorgono le sagome di alcuni Edredoni appena giunti sul Lario.
Durante la primavera del 2008, i tre Edredoni raggiungono la maturità sessuale (al terzo anno di età) dando quindi inizio alla prima nidificazione di questa specie sul Lago di Como. Il nido posto a terra contenente tre uova, purtroppo, viene probabilmente predato da una volpe (5) e così le uova non possono raggiungere la schiusa. (5)
Un maschio e due femmine, maggio, Pian di Spagna
(CO).
Nel novembre 2009 purtroppo questi
individui dell’Alto Lario scompaiono a causa probabilmente di un atto vandalico
di bracconaggio.
Il 13 gennaio 2009, 3 giovani maschi vengono avvistati a Mandello Lario (LC).
Tre giovani maschi, febbraio, Mandello del Lario (LC).
Dopo pochi mesi (18 luglio 2009) questi 3 individui si trasferiscono presso le Gallerie tra Varenna e Bellano (LC).
Due maschi immaturi, luglio, Varenna (LC).
Da questo momento posso seguirli personalmente giorno per giorno vedendoli divenire adulti e col passare del tempo perdere il timore dell’uomo, anche grazie alla loro indole che gli permette di unirsi in gruppi anche numerosi come i Germani reali “semidomestici”.
Gennaio 2010, Varenna (LC).
Presto gli Edredoni di Varenna divengono famosi e da varie zone d’Italia arrivano fotografi naturalistici per ritrarre questi uccelli.
Dal 29 dicembre 2010 gli Edredoni
improvvisamente diventano 2. Non sapremo mai quali sorti siano toccate al terzo
individuo.
Il motivo per cui gli
Edredoni si siano fermati sul Lago di Como può essere imputabile anche per la
presenza di Dreissena
polymorpha, un mollusco bivalve originario dell’Europa dell’est, particolarmente gradito alla specie.
Ogni inizio inverno sono
speranzoso che qualche Edredone femmina venga a trovarci e magari si fermi sul
Lario e rimanga con noi, ponendo così le basi per una nuova colonia.
Bibbliografia:
(1) Rivista Italiana di
Ornitologia “Etimologia e significato dei nomi volgari e scientifici degli
uccelli italiani” Edgardo Moltoni – 1946
(2) Gli uccelli. Dizionario
illustrato dell'avifauna italiana, in 4 voll.i – Editoriale Olimpia Firenze
1980.
(3) K.
Kravos, S. Candotto, B. Cimador & P. Utmar. Edredone, Somateria
mollissima, prima nidificazione per l’Italia. Rivista Italiana di
Ornitologia 69, n° 2 (dicembre 1999): pagg. 227-230.
(4) Atti del Museo Civico Ornitologico “Luigi
Scanagatta”, Volume II – Varenna 1995
(5) ANNUARIO CROS 2008. Centro Ricerche Ornitologiche Scanagatta (C.R.O.S.) Varenna – “Accertata
la prima nidificazione di Edredone, Somateria
mollissima, sul Lago di Como (LC)” – E. Viganò pagg 64-65.
Curiosità Una colonia di edredoni particolarmente famosa vive
sulle isole Farne, in Britannia. Questi uccelli sono stati oggetto di una delle
prime leggi sulla protezione degli uccelli mai emanate, quella stabilita da San
Cutberto nell'anno 676. Qua nidificano ancora ogni anno circa 1000 coppie.
EDREDONE: ROLLS-ROICE DELLA PIUMA
Gli edredoni (Somateria
mollissima) sono di casa nelle regioni nordiche. Già dal tempo della
colonizzazione di quella zona, avvenuta oltre 1100 anni fa, vengono raccolti in
Islanda i piumini degli edredoni. La raccolta è un'usanza centenaria e non è
assolutamente nociva per gli animali. L'edredone è un uccello selvatico, ma
diventa domestico nel luogo della cova ove viene accudito. Gli edredoni sono
protetti legalmente in Islanda già dalla metà del XIX secolo. L'Islanda accoglie
una delle zone di cova per gli edredoni più grandi del mondo. Lo sfruttamento
economico del piumino è singolare nel suo genere e non arreca alcun danno alla
popolazione degli edredoni. Gli edredoni nidificano sulle isole ma anche sulle
coste della terra ferma islandese. Essi cercano nutrimento nelle acque basse
del mare dell'intera costa islandese. In primavera ritornano al loro luogo di
cova. Dove c'è pace e tranquillità gli edredoni nidificano a colonie. I
contadini islandesi sanno come attirare gli edredoni in questi luoghi. Alcune
centinaia di contadini traggono guadagno dall'allevamento degli edredoni. E'
nel loro interesse accudire sia gli uccelli che ai loro luoghi di cova. Gli
interessi di questi contadini sono rappresentati dall'unione Islandese
dell'Allevamento degli Edredoni (Thè Icelandic Association of Eiderduck
Farmers). Lo sfruttamento equilibrato degli edredoni si basa su un'accorta
coesistenza tra uomo e natura in un ambiente sano e incontaminato. Gli edredoni
ritornano ogni primavera nel loro luogo di cova. I contadini offrono agli
uccelli protezione e hanno cura di questo ambiente. Gli edredoni sanno
apprezzare l'assistenza del contadino e ogni anno ritornano nello stesso luogo
per la cova. Prima che incominci la cova l'uccello esamina il luogo dove
deporrà le uova; tutto deve essere in ordine. L'edredone depone da 4 a 6 uova e
imbottisce il nido con le sue piume che si staccano da sole dopo che le uova
sono state deposte. L'edredone dispone le piume attorno alle uova in modo che
queste siano protette dal freddo. La cova può durare fino a quattro settimane
dopodiché l'edredone abbandona il nido e si sposta verso il mare con i pulcini.
Il nido con le piume restano abbandonati. Se le piume non venissero raccolte,
sarebbero alla mercé del vento e delle intemperie. Dopo la raccolta le piume
vengono subito fatte seccare a 110°C per disinfettarle e facilitarne la
pulitura. Le piume vengono pulite con macchine speciali per questo tipo di
lavorazione e che si basano sui metodi tradizionali di pulitura. La piuma viene
pulita senza l'aggiunta di additivi chimici; le proprietà naturali della piuma
restano quindi intatte. Dopo la pulitura meccanica le piume vengono nuovamente
controllate manualmente così da eliminare qualsiasi nodo. Solo dopo che le piume
sono state accuratamente controllate e pesate ufficialmente possono essere
esportate. Il piumino degli edredoni, come le piume, è fatto di sostanza
cornea. Dal centro di ogni piuma si diramano in tutte le direzioni sottili
fili, che nel complesso assomigliano piuttosto a un groviglio di fili. I
singoli fili sono ricoperti da una specie di uncini sottili invisibili a occhio
nudo. Questi uncini microscopici conferiscono al piumino adesività. Il buon
isolamento termico, la leggerezza, l'adesività e le proprietà della piuma gli
conferiscono una straordinaria qualità che lo rendono adatto, meglio di
qualsiasi altro prodotto, all'imbottitura di coperte, cuscini, sacchi a pelo,
giacche e altri indumenti. Il piumino è un prodotto naturale che deriva da un
ambiente sano ed incontaminato senza l'aggiunta di additivi chimici. Nessun
altro prodotto naturale riunisce in sé così tante proprietà come il piumino di
edredone. (www.molinapiumini.it)