Il 2014 verrà ricordato come un anno particolarmente piovoso. Il mese di novembre ha portato abbondanti precipitazioni che in diverse regioni italiane hanno provocato ingenti danni e purtroppo anche delle perdite di vite umane. Fortunatamente l’area lariana è stata risparmiata da questi eventi catastrofici.
Se le copiose piogge hanno creato problemi, bisogna anche ammettere che in particolari luoghi l’abbondanza di acqua ha reso particolarmente suggestivo il paesaggio. In questo post visiteremo alcune zone “d’acqua” particolarmente interessanti situate sulla sponda orientale del Lago di Como.
Le gocce d’acqua ricamano
la superficie del lago.
Su questo blog in passato abbiamo evidenziato (LINK) come l’inverno 2013-2014 di fatto non ci sia stato. Il corrente anno si caratterizza climaticamente carico di piogge che hanno anche condizionato la stagione estiva.
Entrando nel dettaglio sulla piovosità, dal sito www.meteolecco.it riportiamo i seguenti dati riferiti alle precipitazioni rilevate a Lecco suddivise per mese. Il record di quantità totale di pioggia spetta al mese di agosto con 448.1 mm, al secondo posto vi è novembre con 394.0 mm.
Grafico realizzato utilizzando i dati pubblicati su www.meteolecco.it
Tutti questi rovesci hanno riempito i torrenti, a volte esibendo uno spettacolo naturale difficile da trasferire in immagini. Vi propongo alcune località nelle quali la presenza di corsi d’acqua rappresenta un elemento significativo tale da rendere questi luoghi magici.
Varenna il Fiumelatte.
Il Fiumelatte, con i suoi 250 metri e una pendenza media di 36° è una continua cascata di spumeggiante di acqua da sempre motivo di interesse, è stata di ispirazione per molti poeti. (vedi LINK).
La sorgente del Fiumelatte, una grotta da dove sgorga con potenza l’acqua proveniente dalla Grigna.
Da dove proviene l’acqua del Fiumelatte? Da sempre questa domanda ha incuriosito molti geologi e appassionati di speleologia. Questo corso d’acqua ha generalmente una frequenza stagionale dovuta al fatto di essere lo scolatoio di un insieme di sifoni, condotti ed altre cavità denominate carsismo ipogeo, presenti nella Grigna.
Nel 1992, in una cavità denominata “W Le Donne”, situata lungo la “Cresta di Piancaformia” in Grigna, alcuni speleologi utilizzando la fluoresceina, un colorante atossico attivo anche ad elevatissime diluizioni, dimostrarono il collegamento tra Fiumelatte e le cavità carsiche della Grigna. L’otto novembre 2012, un gruppo di speleologi del gruppo “InGrigna” si sono spinti per 1.200 metri nel cuore della Grigna partendo poco sotto la vetta infilandosi nel medesimo abisso “W le donne”; impresa alquanto audace, in circa sette ore hanno raggiunto il campo base a meno 900 metri dove si sono fermati a riposare. La mattina seguente hanno ripreso l’esplorazione, una volta raggiunta la profondità di meno 1050 metri rispetto alla quota dell’ingresso, hanno indossato mute stagne proseguendo fino all’ingresso della grotta individuata già trent’anni prima ma mai esplorata. Nuove attrezzature hanno permesso loro di superare il punto critico per poi raggiungere finalmente un grande ambiente sotterraneo percorso da un flusso d’acqua imponente.
Questo fiume sotterraneo prosegue poi la sua corsa verso la sorgente attraverso una grande forra. (LINK articolo originale)
Il fragore dell’acqua in un video.
Bellano, il Pioverna e l’Orrido.
Dal candido “latte” al “cappuccino” del Pioverna nei pressi della foce a Bellano, ora allargato dopo lo stretto passaggio tra le forre del famoso Orrido di Bellano. Questa particolare colorazione è causata dal materiale trasportato a valle per via dei dilavamenti dovuti alle intense piogge.
Bellano, Il Pioverna lambisce l’ex Cotonificio Cantoni, un bell’esempio di archeologia industriale.
Nel 1858, all’interno dell’Orrido, vennero realizzate gallerie e condotte forzate per fornire energia ad un laminatoio posto ai piedi dell’Orrido. Dieci anni dopo, gli impianti e lo stabile vennero rilevati dalla famiglia Cantoni che vi insediò un filatoio da tutti conosciuto come il “Cotonificio Cantoni”. Questa attività nel suo massimo sviluppo offriva lavoro a più di un migliaio di persone. Nel 1898 dopo un disastroso incendio, lo stabilimento venne ricostruito e restò attivo fino ai primi anni ottanta del secolo passato. Di quel tempo resta lo stabile che rappresenta un esempio di archeologia industriale e la centrale idroelettrica ad oggi ancora funzionante.
Condotta forzata all’interno dell’Orrido.
Il Pioverna all’uscita della gola dell’Orrido
Il torrente Pioverna è l’unico corso d’acqua delle Prealpi che ha la sua direzione da Sud verso Nord. Questa sua anomalia risale al Pleistocene medio, ovvero tra i 200.000 e i 500.000 anni fa, prima di allora il percorso del Pioverna era totalmente diverso.
La Valsassina era così disposta: Il torrente Varrone non scendeva verso Dervio e il Lago di Como, ma percorreva verso Sud la valle di Casargo e la Valsassina, riceveva l’affluente Troggia proveniente dalla Val Biandino, l’affluente Pioverna proveniente dalla Grigna in località Valle dei Grassilunghi sopra Balisio e scendeva verso Lecco. La Val Muggiasca era percorsa da un torrentello di scarsa importanza e l’Orrido di Bellano non esisteva.
Nel Pleistocene medio, tutto il territorio è stato interessato da una fase tettonica durante la quale molte faglie si sono riattivate. Questi movimenti hanno deviato il corso del Pioverna verso Nord a causa del sollevamento del settore meridionale. In seguito a questa deviazione il Pioverna ha iniziato a scorrere in Val Muggiasca ed ha iniziato a formarsi l’Orrido di Bellano.
L’Orrido di Bellano è una stretta gola che raccorda la val Muggiasca al Lago di Como ed è attraversata dal torrente Pioverna. Questa forra dovuta a fenomeni geologici è stata in parte “lavorata” dal Pioverna rendendo l’ambiente come lo vediamo oggi.
Noto fin dai secoli passati, l'Orrido di Bellano venne descritto dal poeta e letterato bellanese Sigismondo Boldoni che lo definì "Orrore di un'orrenda orrendezza".
L’Orrido venne acquisito dal Comune di Bellano nel 1998, per informazioni su orari di apertura consultare il seguente LINK
Ingresso dell’Orrido
Abbadia Lariana, la cascata di Cenghen.
Al contrario delle due località precedenti che sono situate nel centro abitato, per visitare la cascata Cenghen (o Cascata di Val Monastero) bisogna percorrere un sentiero immerso nel verde che dopo circa un’ora di cammino porta a questo suggestivo fenomeno naturale.
La frazione di Crebbio, da qui ha inizio uno dei sentieri per la cascata.
Un tratto di sentiero per la cascata e le ampie zone prative della località Perla.
Questa cascata situata ad un'altitudine di circa 600 metri sul livello del mare è costituita dalle acque del torrente Zerbo e, con un salto di circa 50 metri, è l'unica di un certo rilievo in tutto il gruppo delle Grigne.
Per ulteriori informazioni consultare il sito Anello della Cascata LINK