sabato 21 aprile 2012

Rondine o rondone…

Oggi i rondoni hanno ripreso possesso della colonia di riproduzione posta vicino a casa mia che seguo da anni. La utilizzeranno fino all’ultima decade di luglio per poi migrare al sud del Sahara dove trascorreranno l’inverno. 
Come annunciato nel post precedente oggi mi dedico a questa evoluta specie che ha fatto del volo la sua specialità.


Rondone
Il termine Rondone deriva dalla voce rondinone che è un accrescitivo di rondine, per la sua somiglianza apparente con quest’ultima e per la mole maggiore. Questa somiglianza di nomi è causa di molti errori, spesso infatti le due specie vengono confuse come simili o quantomeno parenti, nulla di più sbagliato, le Rondini appartengono alla famiglia degli Hirundinidae ordine Passeriformes, mentre i Rondoni appartengono alla famiglia degli Apodidae Apodiformes.
Che cos’è che le differenzia?
Già il nome scientifico Apus apus ci da un indizio molto importante, infatti deriva dalla locuzione greca "senza piedi", il Rondone ha la peculiarità di avere il femore direttamente collegato alla zampa, questa sua caratteristica fa sì che non tocchi mai il suolo in tutta la sua vita; infatti se disgraziatamente si posasse a terra, la ridotta funzionalità delle zampe non gli consentirebbe di riprendere il volo, perché ciò sia possibile occorre che abbia la possibilità di lanciarsi da un’altezza che gli consenta lo slancio necessario per volare di nuovo. 

Il Rondone ha raggiunto il massimo dell’evoluzione per quanto riguarda il volo, se altri uccelli infatti, hanno una vita terricola, non lo si può certo dire del Rondone che vive sempre in volo, al punto tale di riuscire a dormire volando salendo a grandi altezze per poi planare ad ali distese, scendendo molto lentamente compiendo grandi circonferenze, per poi risalire e così via. Il suo sonno è definito uni-emisferico poiché dorme utilizzando solo un emisfero del cervello mentre l'altro controlla il volo, e continua così, alternandoli. Solo durante la cova le femmine hanno una vita “sedentaria”.
Le ali sono falciformi e la coda leggermente biforcuta. Il becco è molto corto, con una grande apertura boccale utile a catturare gli insetti mentre vola. Ha pochi nemici naturali vista la sua straordinaria velocità che può raggiungere i 200 km/h in picchiata; deve guardarsi solo dal Falco pellegrino, velocissimo rapace che cattura le sue prede in volo.
 Il nido è un composto di piume e fibre vegetali raccolte in volo, impastati con la saliva; È posto in cavità naturali delle rocce o più spesso in anfratti come cornicioni e grondaie, sino ai 2000 metri di quota. La femmina depone 2-3 uova e i nidiacei vengono allevati per una quarantina di giorni da entrambi i genitori fino a quando sono capaci di volare e procurarsi il cibo da soli. Spesso formano coppie stabili nel tempo fino a quando uno dei due partner muore.
Giovane di Rondone ancora non in grado di volare.
Immagine di una rondonaia, particolare costruzione usata per la riproduzione dei Rondoni che un tempo l’uomo sfruttava prelevando parte dei pulcini di rondone per mangiarli.
 I Rondoni usano fare dei voli di gruppo denominati “caroselli” accompagnati da stridenti grida che   vengono emesse con spettacolari inseguimenti presso i siti riproduttivi; Questi versi rappresentano una delle voci animali più regolarmente udibili nei nostri maggiori centri abitati da maggio ad agosto.



 Il rondone vive in quasi tutta Europa, in gran parte dell'Asia e dell'Africa mediterranea e meridionale. Vive in città e paesi soprattutto con centri storici ricchi di cavità, campagne, specchi d'acqua e coste rocciose.
La distribuzione del rondone: in rosso dove nidifica, in blu dove sverna.

domenica 15 aprile 2012

Ben tornate rondini…

Partite dall’Africa, hanno attraversato deserti mari e montagne, stanche infreddolite e affamate, sono arrivate le rondini.
La Rondine
A dire il vero le prime sporadiche rondini sono arrivate da quasi un mese, ma in queste giornate ne stanno arrivando grossi gruppi.
...uno stormo di irundinidi in sosta migratoria
 

...due rondini e al centro un balestruccio

...rondine e topino
La Rondine, il Balestruccio e il Topino appartengono alla famiglia degli Irundinidi. Molto spesso effettuano la migrazione insieme formando gruppi misti.
Il Balestruccio
Il Topino
La situazione meteorologica è pessima, pioggia e freddo mettono a dura prova questi uccelli in quanto  tali condizioni climatiche rendono difficile procacciarsi il cibo.

La Rondine è un emblema della migrazione, uno dei fenomeni naturali più affascinati, infatti questi uccelli trascorrono in Europa il periodo di riproduzione (primavera ed estate) e lo svernamento in Africa equatoriale.
In Italia le rondini arrivano  a marzo e ripartono per l’Africa a fine estate. 
Nel mondo la Rondine ha un areale assai esteso: nidifica in Eurasia e Nordamerica, sverna in Africa, Asia meridionale e Sudamerica.


Spesso la Rondine viene confusa con il Rondone, ma quest’ultimo appartiene ad un’altra famiglia con caratteristiche distinte, avrò modo più avanti di spiegare la differenza.

giovedì 12 aprile 2012

Il Pendolino

Non allarmatevi, non vi parlerò del famoso treno ad assetto variabile utilizzato un tempo in Italia per le tratte veloci,  il Pendolino è un piccolo passeriforme dalla curiosa mascherina da banda bassotti, parente stretto delle cince. Vi parlo di quest’uccello perché oggi in Pian di Spagna mi sono imbattuto in un gruppetto di questi uccelli. Il fatto di per sé non è straordinario, ma è comunque un’osservazione da considerare interessante per la riserva, infatti lo si può trovare  in Pian di Spagna solamente in migrazione primaverile e autunnale, mentre in Italia è nidificante in tutte le regioni ad esclusione di Sardegna e Valle d’Aosta.
Maschio di Pendolino
Femmina di Pendolino
Coppia di Pendolino

Il Pendolino Remiz pendulinus deve il suo nome per il caratteristico nido a forma di fiasco appeso saldamente all’estremità di un ramo pendente. Il maschio di pendolino inizia la costruzione di più nidi, spetta alla femmina la scelta di quale nido usare e, una volta effettuata, la stessa lo porta a termine.
Nido di Pendolino

Il Pendolino ha avuto un fenomeno espansivo iniziato alla fine degli anni ‘70, incrementato nel corso degli anni ’80 e proseguito fino a metà-fine anni ’90. Nell’ultimo decennio sta subendo un decremento evidente tale da presumere che l’attuale popolazione nidificante sia inferiore del  50-70% rispetto a quella stimata negli anni ’80. I motivi di questa diminuzione non sono noti, anche se il trend negativo in alcuni casi sembra imputabile, alla perdita di habitat.
Progressione dell’espansione dell’areale europeo tra il 1900 e il 1990
Un Pendolino del gruppo incontrato in Pian di Spagna porta un anellino, mi è stato impossibile leggere i minuscoli numeri che identificano la sua provenienza, probabilmente è stato inanellato in Italia. 
Di seguito la distribuzione delle ricatture fatte in Italia di pendolini inanellati all’estero. 


Principale rotta migratoria del Pendolino



Le cartine sono state tratte dal Vol. 7 Ornitologia Italiana – Brichetti-Fracasso – Perdisia Editore
Il disegno del nido da: Nidi e Uova degli uccelli d’Europa – Colin Harrison – Muzio Editore

giovedì 5 aprile 2012

Andar per risaie…

La passione del birdwatching porta a conoscere e visitare gli ambienti più diversi, meta di oggi sono le risaie situate a cavallo tra le provincie di Pavia e Novara.

Le cascine, oggi sono utilizzate per il ricovero dei mezzi agricoli ma un 
tempo erano popolate dalle “mondine”.

Oltre le cascine sono presenti molte cappellette, luoghi  di devozione
 popolare per la protezione dei villaggi e del raccolto dei campi.
La zona delle risaie dal punto di vista naturalistico, è importantissima perché ospita buona parte della popolazione europea di aironi, concentrati in aree di nidificazione denominate garzaie.
L’Airone guardabuoi
La Garzetta
Nitticore
L'Airone rosso
Il ciclo di lavorazione dei terreni delle risaie ed i relativi allagamenti iniziano in primavera fornendo un importante punto di sosta per migliaia di limicoli che sostano per alimentarsi durante il lungo viaggio che li porterà verso il Nord Europa.
Il campo in fase di allagamento
La Pavoncella
Uno volo di Combattenti
Combattenti
La Pantana
Il Totano moro
Il Cavaliere d’Italia
La visita, oltre che ornitologica è stata molto interessante sotto il punto di vista paesaggistico, l’uomo per secoli ha modellato il territorio e ha strutturato una fitta rete di canali e chiuse per la gestione delle acque utilizzate per la produzione del riso.






Purtroppo  questi ambienti risentono pesantemente del forte impiego di prodotti chimici per la produzione del riso, ciò ha portato ad un impoverimento di biodiversità. Fa riflettere molto il fatto che non abbia sentito il gracidare delle rane, scomparse insieme agli insetti ed ad un ambiente sano.
…il campo mentre viene irrorato con diserbante.

In questi luoghi capita di osservare L’Ibis sacro Threskiornis aethiopicus.
Questa specie non appartiene alla fauna originaria italiana, anche se tracce di questa specie sul territorio italiano risalgono già all'epoca dei Romani che li importavano direttamente dall'Egitto per arricchire le ville nobiliari.

L’Ibis sacro è estinto in Egitto, territorio che anticamente ha elevato tale specie al rango di divinità rappresentandola come incarnazione terrena del dio Thot. 
Attualmente l’ibis sacro è  presente allo stato selvatico nell’'Africa sub-sahariana, in Iraq sud-orientale e nel Madagascar.


L’Ibis sacro
L'origine della popolazione italiana di questa specie è ancora sconosciuta, non è chiaro se si tratti di individui sfuggiti localmente da parte di giardini zoologici, collezionisti o allevatori oppure se gli insediamenti italiani siano scaturiti da individui provenienti dalle popolazioni francesi, le cui origini sono datate intorno la fine degli anni 1980.

mercoledì 4 aprile 2012

Si passa il testimone…

Nel precedente post si è parlato del “grande nord a casa nostra”, sono bastati pochi giorni e in Pian di Spagna compare una Sterpazzolina comune Sylvia cantillans, piccolo passeriforme tipico degli ambienti mediterranei.

maschio di Sterpazzolina comune Sylvia cantillans
In Italia la Sterpazzolina comune   è migratrice (estiva) e nidificante nelle regioni centrali e meridionali, rara è la sua presenza nelle altre regioni.


Devo ammettere  che  è stata una bella osservazione…