Con l’avvento della
fotografia digitale, anche per il birdwatching si è aperto un nuovo orizzonte:
la fotografia come documento abituale di osservazioni correnti.
Fino alla fine del XX
secolo la foto naturalistica era una pratica riservata a pochi adepti, ben
preparati tecnicamente e dotati di costose e ingombranti attrezzature. Oggi,
grazie al “digiscoping”, fotografare animali in libertà è una attività dai
costi accessibili a tutti i birdwatchers.
Ma che cosa è il digiscoping?
Il termine è un
neologismo inglese, coniato dall’unione di digital e scoping (quest’ultima parola
è voce di un immaginario verbo to scope derivato da scope = campo, intendendo quello visivo del cannocchiale); il verbo
che ne risulta significa dunque “scattare foto digitali attraverso il
cannocchiale”.
Lo strumento, di per
sé indispensabile a chi voglia effettuare osservazioni adeguate, è dotato di un
oculare che nella maggior parte dei casi permette ingrandimenti tra i 20x e i
60x. Se a questo si abbina una macchina fotografica con ingrandimento zoom da
4x si possono ottenere ingrandimenti totali da 80x che, rapportati alla
tradizionale fotografia formato 35 mm, la rendono
paragonabile a
un’immagine scattata con un obbiettivo da 3000 mm circa: una resa veramente da
telescopio.
Non lasciamoci però
ingannare dall’apparente semplicità di questa nuova tecnologia. Bisogna tener
conto che con ingrandimenti di tale portata si ingigantiscono ovviamente sia i
vari difetti, sia i problemi di tipo operativo: gli effetti di vibrazione
dell’attrezzatura, i filtri atmosferici (fluttuazioni dell’aria calda o fredda,
nebbioline o polveri), la difficoltà nell’inseguire o cercare
l’animale, la messa a
fuoco del soggetto, ecc. L’insieme delle circostanze fa sì, quindi, che questa
pratica non porti automaticamente e subito a risultati accettabili. In ogni
caso le sue potenzialità sono altissime, anche grazie all’accessibilità dei
mezzi (oggi con meno di 300 euro si acquista una discreta macchina
fotografica).
Poter riprendere
animali elusivi o molto diffidenti dà all’osservazione un valore senza dubbio
maggiore; studiare l’immagine nei dettagli, poter definire con calma sesso, età
o piumaggio, arricchisce o conferma la segnalazione specialmente quando si
tratta di specie rare. Si pensi al valore determinante della testimonianza
fotografica nel caso in cui l’osservatore sia stato unico.
Altro pregio del
digiscoping è il permettere al fotografo la presenza più discreta e rispettosa
possibile. La distanza di ripresa supera spesso la distanza di fuga
dell’uccello e questo permette di ottenere immagini di animali completamente
rilassati e in atteggiamenti “normali”. Evitare il disturbo specialmente
durante il periodo della nidificazione è poi una regola basilare del
birdwatching, per qualsiasi scopo lo si pratichi.
Non dimentichiamo
infine il piacere della fotografia in sé e per sé. In questo blog vengono
pubblicate immagini in digiscoping solo di soggetti rilevanti, per le nostre
zone, soprattutto dal punto di vista strettamente ornitologico (ne consegue che
a volte l’importanza della foto va a discapito della sua qualità).
di Roberto Brembilla
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Fotocamera digitale applicata ad un cannocchiale. |