Il solstizio d’inverno quest’anno cade il giorno 21 dicembre alle ore 22:22. Nelle case e nelle piazze vi è un scintillante brillare di luci ed addobbi sugli “alberi di Natale”.
L'abitudine di decorare alberi sempreverdi era diffusa già tra i Celti durante le celebrazioni relative al solstizio d'inverno. Con l'avvento del cristianesimo, l'uso dell'albero di Natale si affermò anche nelle tradizioni cristiane anche se la chiesa un tempo ne vietò l'uso sostituendolo con l’agrifoglio che simboleggia con le spine la corona di Cristo e con le bacche le gocce di sangue che escono dal capo. La tradizione dell’albero di Natale rimase tipica delle regioni protestanti della Germania. Solo nei primi decenni del XIX secolo si diffuse nei paesi cattolici. Ai giorni nostri la tradizione dell’albero di Natale è universalmente accettata anche nel mondo cattolico tanto che lo stesso Papa Giovanni Paolo II lo introdusse nel suo pontificato facendo allestire, accanto al presepe, un grande albero di Natale proprio in piazza San Pietro. Di conseguenza anche i cattolicissimi abitanti lariani, pur non avendo nella loro cultura popolare l’uso dell’albero di Natale, adottarono con immediato successo questo simbolo.
Milano, piazza Duomo, un tradizionale e grande albero di Natale.
Un Agrifoglio (Ilex aquifolium), altra tipica pianta natalizia.
Da qui nacque il dilemma: quale tipologia di pianta si può usare per sostituire il classico Abete rosso non facilmente recuperabile nei nostri territori? La scelta cadde sulle piante autoctone come l’Alloro (Laurus nobilis) e il Tasso (Taxus baccata).
Un giovane esemplare di Tasso (Taxus baccata).
Durante la stagione invernale quando le altre piante hanno perso le foglie è il Tasso a dare colore al bosco.
L’etimologia del nome del genere Taxus è controversa: alcuni la fanno derivare dal greco antico Tóξov –Toxon=velenoso, altri affermano che il riferimento venga dal greco “taxis”, ovvero fila, per la disposizione regolare delle foglie sui rami a forma di doppio pettine.
Il nome della specie deriva da una parola latina “baccatus=a forma di bacca” per via della presenza del falso frutto rosso (arillo) simile ad una vera bacca.
Il Tasso ha un tronco eretto tozzo e ramificato sin dalla base.
Ramo di Tasso con le foglie disposte regolarmente a “pettine” visto dal lato superiore ed inferiore.
Il rosso “arillo” del Tasso è simile ad una bacca.
Il Tasso è una pianta sempreverde dell’ordine delle conifere presente da 200 a 1.600 m s.l.m.. La sua distribuzione va dalla Penisola Iberica fino alla Gran Bretagna e alla Scandinavia meridionale, a est fino al Mar Nero, Caucaso e Asia Minore. In Italia questa pianta è presente su tutto il territorio. Il Tasso comune predilige terreni calcarei. In tempi antichi era una specie diffusissima ma oggi, dato lo sfruttamento da parte dell’uomo, il suo areale si è ristretto notevolmente. Essendo principalmente una pianta da zona ombrosa, la si riscontra in alcune vallate lecchesi esposte a nord, mista ad altre piante decidue.
Areale di distribuzione del Tasso (Taxus baccata), in verde è indicata l’area naturale,
in arancio quella introdotta dall’uomo ed in seguito diffusasi spontaneamente.
Immagine di dominio pubblico: autore Giovanni Caudullo – wikimedia.org
Questa pianta può raggiungere un’altezza di 20 metri ed un’età molto longeva (basti pensare che in Scozia a Fortingall esiste un Tasso dalla più grande circonferenza del tronco registrata in Gran Bretagna). Gli studiosi stimano che abbia tra i 2.000 e 3.000 anni.
Immagine del Tasso di Fortingall, la dimensione originale del tronco è segnata dai pali di legno.
Immagine di dominio pubblico: autore Mogens Engelund – wikimedia.org
Il Tasso è una pianta dioica, cioè con gli organi riproduttivi maschili e femminili portati su due piante distinte. Gli strobili femminili, isolati alla base delle foglie, sono costituiti da un unico ovulo, il seme, duro (non c’è frutto in questa specie), è circondato da un involucro carnoso, chiamato arillo, di colore rosso e molto gradito dagli uccelli i quali mangiandolo, ne consentono la disseminazione.
Le strutture riproduttive maschili sono piccoli elementi tondeggianti situati nella parte inferiore dei rametti.
Il frutto denominato Arillo è la parte esterna al seme
che si presenta carnosa e di un colore rosso vivace.
È l’unica parte della pianta a non essere velenosa.
Il Tasso ha bisogno degli uccelli, i quali cibandosi del suo frutto ne favoriscono la disseminazione.
I semi non prelevati cadono ai piedi della pianta e hanno pochissime probabilità di nascere e crescere.
Pianta che annovera una moltitudine di leggende e simbolismi. Essa viene riconosciuta come simbolo di immortalità e di saggezza, grazie alla sua straordinaria longevità (il tasso infatti è la specie europea più longeva). Presso le popolazioni pre-romaniche il tasso simboleggiava la morte intesa come momento di passaggio verso una nuova vita. Per i primi popoli germanici rappresentava l'albero della rinascita, mentre per i celti il tasso era uno dei 5 alberi magici: con il suo legno si costruiva il bastone dei druidi e nel sudario dei defunti si mettevano dei ramoscelli per proteggere l'anima del defunto nel suo viaggio verso l'aldilà. I Greci lo consideravano una porta di accesso verso gli inferi. Tra le varie piante dedicate ad Ècate, dea degli inferi, troviamo il Tasso, albero velenoso per eccellenza. Nel mondo delle leggende, ricordo quella per cui la freccia che uccise Re Riccardo Cuor di Leone fosse costruita con il legno di questa pianta. Questa leggenda potrebbe essere verosimile poiché il legno di tasso, essendo resistente e flessibile, venne fino dai tempi remoti prescelto per la fabbricazione di archi, frecce e lance. Di legno di Tasso è il grande arco di Ötzi, l'uomo del Similaun (3.330 a.C. circa).
Bolzano, ricostruzione di un essere umano di sesso maschile chiamato Ötzi, l'uomo del Similaun, risalente a un'epoca compresa tra il 3300 e il 3100 a.C. Questo uomo aveva con sé un arco in legno di Tasso.
Per queste sue caratteristiche “belliche”, tra il Xlll ed il XVI secolo, la richiesta di legname per fabbricare armi fu talmente elevata da far sì che questa pianta venisse decimata dapprima nei boschi inglesi e poi in quelli spagnoli e nei territori dell’Europa settentrionale. La popolazione europea del Tasso non si è mai più ripresa da quei tempi.
Oggi piante di Tasso di una certa dimensione le si ritrovano presso parchi e giardini, allo stato naturale è difficile trovarne così grandi. La lenta crescita e le sue peculiarità lo hanno reso un legno pregiato perciò molto sfruttato dall’uomo. Il suo utilizzo, oltre che per archi e balestre, era usato anche per la produzione di mobili, intagli e molti altri utensili per la casa. Oggi la maggior parte di questo legname viene impiegata per la realizzazione di impiallacciature.
Piante di Tasso presso un giardino pubblico
a Mandello del Lario (LC).
Altra proprietà indiscussa del legno di questa pianta è l'incredibile durata nel tempo. Il manufatto umano più antico di legno è in Tasso; si tratta di una lancia pressoché intatta, rivenuta a Clacton in UK e datata 420.000 anni fa.
Questa punta di lancia è in legno di Tasso ed è l’oggetto in legno più antico conservato al mondo datato circa 420.000 anni fa. Museo Nazionale di Storia. Londra.
Immagine di dominio pubblico: – wikimedia.org
In gergo volgare, il Tasso comune è chiamato anche “Albero della morte”, conosciuto per la sua tossicità fin dal IV secolo a.C.. Il filosofo e botanico Teofrasto racconta come le foglie di questa pianta siano estremamente velenose. Oggi sappiamo che le proprietà tossiche sono dovute ad un alcaloide chiamato Tassina, presente in tutti gli organi della pianta, ad eccezione della parte carnosa del frutto. Questa sostanza è in grado di uccidere, in dosi elevate, anche l'uomo.
Terminata l’epoca leggendaria e bellica, l’uomo ha ancora interesse per il Tasso? Sembrerebbe proprio di sì! Recentemente alcuni ricercatori hanno scoperto, in concentrazioni elevate, la presenza di taxolo nella corteccia e nelle foglie del Tasso del Pacifico (Taxus brevifolia). Pare che questa sostanza sia capace di bloccare il proliferare delle cellule tumorali in alcune forme di cancro (una frontiera tutta da scoprire). Chissà se mai un giorno il nostro Albero della Morte non divenga per alcuni una speranza di vita!
Una cascata di rami che pare un Salice piangente.
Quante sorprese si scoprono in natura!
Sitografia
http://www.actaplantarum.org/floraitaliae/viewtopic.php?t=14508
http://www.treccani.it/vocabolario/tasso3/
http://www.amicidilazzaro.it/index.php/il-significato-cristiano-dellalbero-di-natale/
http://www.treccani.it/enciclopedia/teofrasto-di-ereso/
https://nelboscodelladea.com/2015/10/01/ecate-il-volto-oscuro-della-luna/
https://it.wikipedia.org/wiki/Albero_di_Natale
http://www.ansa.it/web/notizie/canali/energiaeambiente/natura/2015/11/02/in-scozia-un-albero-millenario-sta-cambiando-sesso_cf2a20f3-6a5a-46a9-b6c9-31385a729ce8.html
http://www.bolzanoinfo.it/oetzi.htm
https://en.wikipedia.org/wiki/Clacton_Spear
http://www.promolegno.com/legno/specielegnose/tasso/