martedì 30 ottobre 2012

Diario di una giornata di precoce inverno.

Dopo due post dedicati alla migrazione, tema non facile da affrontare, oggi il blog racconta attraverso le immagini una giornata di “precoce inverno”.

La nevicata che con un certo anticipo ha imbiancato il fondovalle della Valtellina ha risvegliato in me la voglia di neve, per questo motivo, accompagnato da un amico e armato di ciaspole, mi sono recato in alta quota nel Parco dello Stelvio.
La giornata ci ha regalato, oltre allo splendido paesaggio imbiancato, interessanti osservazioni di stambecchi, camosci e aquile. Questo è il periodo della migrazione ed abbiamo avuto la fortuna di assistere il fenomeno da vicino, particolarmente emozionante è stato osservare i piccoli passeriformi a quote assai elevate proseguire il loro lungo viaggio verso sud.

Si apre allo sguardo lo splendido paesaggio innevato che pare essere uscito da un libro di favole.

Faticosamente avanziamo sul manto nevoso.




Neve, sole e vento, ricamano il paesaggio




In questo straordinario ambiente incontriamo la Pernice bianca, di cui ho già parlato approfonditamente in questo blog (leggi post)




Nel silenzio ovattato della neve, sentiamo un trillo conosciuto, si tratta di un Verdone il quale si posa un attimo sulla neve, quasi a volerci salutare prima di riprendere il suo lungo viaggio verso climi più accoglienti.


giovedì 25 ottobre 2012

Migrazione: ma quanti tipi ce ne sono?

Proseguendo la chiacchierata sulla migrazione possiamo aggiungere che solitamente con il termine “migrazione” intendiamo il movimento regolare tra le aree riproduttive e non-riproduttive. In realtà esistono diversi tipi di migrazioni.

Pian di Spagna (CO), ottobre, stormo di Allodole in migrazione.

migrazione vera e propria: con questo termine si intendono i movimenti pendolari regolari effettuati tutti gli anni più o meno nello stesso periodo, solitamente per destinazioni specifiche. Normalmente questo tipo di migrazione implica movimenti massivi di individui tra le aree di nidificazione e di svernamento, con un passaggio da latitudini maggiori (nidificazione) a quelle minori (svernamento). Questo gruppo di migratori lo possiamo suddividere in due grandi gruppi:
migratori a breve raggio (o su breve distanza), i quali effettuano principalmente movimenti all’interno di un unico continente e, nel sistema migratorio Paleartico-Africano, vengono chiamati “intrapaleartici”.
migratori a lungo raggio (o su lunga distanza), i quali si spostano general­mente tra diversi continenti effettuando viaggi più lunghi che comprendono l’attraversamento di tratti di mare.

Prendiamo per esempio due specie filogeneticamente molto affini tra loro: il Luì grosso e il Luì piccolo, questi due piccoli Silvidi mostrano un comportamento migratorio differente. Il Luì grosso è un migratore a lunga distan­za, o trans-sahariano, mentre il Luì piccolo migratore a media distanza, o intrapaleartico.

Luì piccolo Phylloscopus collybita

Luì piccolo, ottobre, Pian di Spagna (CO).

Durante il periodo riproduttivo (da Aprile a Luglio), l’Europa occidentale (compresa l’Italia), costituisce l’areale del Luì piccolo Phylloscopus collybita. Durante il periodo post-riproduttivo (da Settembre a Marzo), parte dei Luì piccoli dell’Europa centrale (collybita) si comportano come migratori a corto raggio, svernando nelle aree di nidificazione o poco più a sud, in habitat mediterraneo.


Migrazione del Luì piccolo.

Luì grosso Phylloscopus trochilus

Luì grosso, settembre, Lago di Pusiano (CO).


Il Luì grosso Phylloscopus trochilus, al contrario, è presente in Italia solo nel periodo migratorio mentre  è diffuso in tutta l’Europa centro-settentrionale (principalmente a nord di Pirenei, Alpi e Balcani) ed in Siberia. Questo piccolo passeriforme si comporta da vero migratore instancabile, arrivando a svernare lungo le coste del Golfo di Guinea, in Ghana e Nigeria, o addirittura fino al Sud-Africa.


Migrazione del Luì grosso.


Ma esistono diversi gradi intermedi di “migrazione”:
movimenti quotidiani: con questo termine sono considerati tutti quei movimenti che generalmente (ma non necessariamente) sono brevi e localizzati, centrati attorno al luogo di residenza. Si tratta tipicamente di spostamenti tra aree di riposo e di foraggiamento. Prendiamo come esempio il gabbiano comune, sul Lago di Como, parte della popolazione svernante di questa specie utilizza il lago solo come luogo di riposo, al mattino infatti numerosi gruppi, seguendo il corso dell’Adda, si spostano fino a raggiungere l’interland milanese, per poi fare ritorno tutte le sere sul lago.

Formazione di Gabbiani comuni in spostamenti
quotidiani tra aree di foraggiamento e aree di riposo.

movimenti unidirezionali di dispersione: sono considerati di questo tipo gli spostamenti della maggior parte delle specie di giovani, che una volta divenuti indipendenti dai loro genitori si allontanano dai luoghi natali. Questo tipo di movimento non prevede solitamente un viaggio di ritorno. Prendiamo come esempio il Gipeto, il giovane divenuto indipendente dai genitori vaga per le montagne prima di prendere possesso di una zona delimitata non occupata da altri esemplari della sua specie.

Giovane di Gipeto, ottobre, Val Zebrù (SO).
migrazione dispersiva: sono considerati di questo tipo i movimenti di dispersione dal luogo di nascita che però non prevedono un viaggio di ritorno ma continui spostamenti per colonizzare nuove aree.
Sono uccelli dalla spiccata capacità adattiva, che si insediano in nuovi territori adattandosi ad essi e divenendo specie stanziali per poi conquistare territori adiacenti.
Un tipico esempio lo riscontriamo nel comportamento della Tortora dal collare, che nel corso di 70 anni, ha colonizzato gran parte dell’Europa.

Tortora dal collare.
Areale di nidificazione in Europa in relazione alla progressiva espansione nel periodo 1940-1993; negli anni successivi questa specie ha colonizzato nuove aree della Penisola Iberica, del Nord Africa e dell’Europa nord-orientale.
(Mappa tratta da Ornitologia Italiana – vol 3 – P. Brichetti, G. Fracasso. Perdisia Editore).

movimenti invasivi o irruttivi: con questo termine ci si riferisce ai movimenti che variano la loro frequenza di anno in anno. Sono movimenti di gruppi di uccelli che abbandonano le loro aree normalmente occupate attraversando anche notevoli distanze. Tali movimenti sono solitamente associati a forti fluttuazioni di disponibilità di cibo.
Un esempio per comprendere questo tipo di movimento è rappresentato dal comportamento del Beccofrusone, tipico uccello delle fredde lande nord-europee che periodicamente compie degli spostamenti in massa denominati “invasioni” fino a raggiungere il centro sud Europa.
Beccofrusone, fotografato in Pian di Spagna (CO) nel 2009
durante l’ultima “invasione” di questa specie.


lunedì 15 ottobre 2012

Perché migrare?

In questi giorni di ottobre la migrazione degli uccelli ha raggiunto il suo culmine, molte specie sono partite mentre altre stanno arrivando ed i cieli sono un brulicare di voli. Questo è il motivo che mi spinge a scrivere in merito a questo imponente fenomeno che si ripete ogni anno.


Rondini in migrazione
L’argomento migrazione è molto complesso e in parte ancora da studiare, per questo motivo dedicherò più di un post pur non avendo la presunzione di spiegare in modo esaustivo la complessità del fenomeno migratorio, per far questo vi sono testi specifici e studi sull’argomento ai quali vi rimando, la mia intenzione è quella di portare a conoscenza la vita di questi nostri amici alati, perché conoscere vuol dire apprezzare e di conseguenza proteggere.

Gruppo di Storni in migrazione
Le migrazioni sono fenomeni comuni a quasi tutti gli esseri viventi, uomo compreso, questa strategia serve ad affrontare le variazioni climatiche stagionali o la scarsità di risorse alimentari. Chiaramente noi ci soffermeremo solo alla migrazione degli uccelli che da sempre ha affascinato l’uomo e che ancora oggi nasconde aspetti misteriosi nonostante sia un fenomeno naturale tra i più studiati.

Gli uccelli hanno a differenza di altri gruppi animali, caratteristiche particolari che favoriscono lo spostamento, la più evidente è la capacità di volare.
Ogni anno miliardi di uccelli si spostano con l’alternarsi delle stagioni: viaggi sconfinati, che interessano tutti i continenti e i punti cardinali e che, nonostante le insidie e le difficoltà, sono indispensabili perché queste specie possano sopravvivere e riprodursi.

L’impossibilità di sottrarsi a questo lungo viaggio ha fatto sì che gli uccelli sviluppassero un’incredibile varietà di adattamenti fisiologici che hanno permesso loro di superare barriere apparentemente insormontabili come i deserti di sabbia o ghiaccio, gli oceani, i massicci montuosi, compiendo viaggi di migliaia di chilometri spesso senza soste.

Sembra impossibile che uccelli dal peso di pochi grammi abbiano la forza di affrontare un viaggio così impegnativo, di seguito alcune immagini di migratori transahariani.

Forapaglie comune
Cannaiola comune
Pigliamosche
Questi spostamenti stagionali, che in genere avvengono lungo rotte abituali, richiedono un grosso sforzo energetico da parte degli animali, per questo, prima della migrazione gli uccelli accumulano grassi fino ad aumentare il proprio peso “iperfagia” anche dell’80%, alcuni di loro durante la migrazione non si nutriranno più ed utilizzeranno come fonte di energia il grasso accumulato.

La migrazione avviene principalmente di notte, seguendo elementi caratteristici del paesaggio, guidata da riferimenti astronomici (principalmente il cielo stellato) e dal campo magnetico terrestre.

È così che ogni anno 5 miliardi di uccelli raggiungono l’Africa, con voli che a tappe di qualche decina o qualche centinaio di chilometri al giorno, raggiungono in media i 5.000 km ma possono superare anche i 10.000 km. Un gruppo di studiosi hanno seguito il viaggio di una Pittima minore dopo averle impiantato sottopelle un trasmettitore satellitare, (articolo integrale), i dati riscontrati hanno dell’incredibile, questo uccello ha volato ininterrottamente per 7 giorni percorrendo ben 10.025 km.

Dal sito spagnolo www.migraciondeaves.org vi invito a visionare questo breve ma interessante filmato dedicato alla migrazione.

Oggi, la costante diminuzione di molti uccelli migratori suscita crescente preoccupazione e impone una riflessione sulle cause di questo fenomeno che non fa che aggiungersi ad altri segnali preoccupanti che ci mostrano uno stato di sofferenza del pianeta.

Gli uccelli stanno soffrendo a causa della distruzione dell’habitat dove sono soliti sostare, alimentarsi e riposare inoltre l’uso indiscriminato di prodotti chimici in agricoltura, la trasformazione dei campi agricoli in monocolture, l’eliminazione delle siepi per il ricovero di molte specie di uccelli sono tutti elementi che mettono in pericolo la sopravvivenza degli stessi.

Gruppo di Balestrucci in sosta obbligata dalle avverse condizioni meteorologiche
Questi viaggiatori del cielo incontrano durante il loro lungo viaggio molte insidie, alcune naturali, come ad esempio le condizioni climatiche avverse, altre invece sono provocate dall’uomo basti pensare alla censurabile ed incomprensibile attività venatoria.

Appostamento fisso di caccia.
È incalcolabile il danno provocato agli uccelli migratori da questa tipologia di caccia.



martedì 2 ottobre 2012

Le Piramidi di Postalesio

Il tema odierno del blog è la Valle di Postalesio, una valle laterale della Valtellina caratterizzata da una particolare formazione geologica, si tratta di un interessante  fenomeno denominato le "Piramidi di erosione", in dialetto locale chiamate "Pilun". Questa curiosità geologica si manifesta solo in presenza di una serie di fattori ambientali e climatici particolari. La prima azione erosiva è esercitata dall'acqua piovana che, cadendo, erode e sgretola il terreno costituto da detriti, lasciando integri soltanto i massi compatti. Si assiste così alla"nascita" di queste colonne sormontate da massi di diverse dimensioni. Questo processo è tuttora attivo, infatti, accanto a quelle esistenti, si possono scorgere alcune formazioni allo stadio iniziale.

Di seguito vi propongo alcune immagini delle “Piramidi di Postalesio”.






Durante le passeggiate nei boschi capita di fare piacevoli incontri, come quello di oggi nel quale ho potuto fotografare un riccio comune (Erinaceus europaeus), piccolo mammifero dalle abitudini notturne.
Il riccio, ha un regime alimentare da essere considerato onnivoro, utilissima è la sua presenza nei nostri orti per la grande quantità di insetti che cattura per cibarsi, per questo motivo molte persone offrono del cibo a questo animale, purtroppo spesso questi buoni propositi possono risultare dannosi per la salute degli animali selvatici. Ad esempio la scorretta abitudine di offrire del latte al riccio è estremamente pericolosa perché l’animale non può digerire questo alimento che gli provoca una forte diarrea conducendolo alla morte.
Per chi volesse saperne di più su questo animale vi propongo il seguente link Il riccio europeo

L’autunno porta con sé nuove forme e colori…
Amanita muscaria
Boletus scaber
Coprinus comatus
Hypholoma fascicolare
Lattario sp.
Lycoperdon maximum

La salamandra pezzata (Salamandra salamandra) è un anfibio caratterizzato da una colorazione nera con vistose macchie gialle.


In alta valle di Postalesio, sull’alpe Colina, l’amico che mi accompagna nell’escursione mi fa notare che questa baita è l’ultima rimasta come un tempo e presenta la caratteristica architettura rurale locale, dove le pietre dei muri coprono completamente tutte le parti in legno del tetto. 

La mano dell’uomo non sempre deturpa l’ambiente, come nel caso della costruzione di queste baite alpine così ben integrate nel paesaggio circostante.



La stagione degli amori del cervo.

Da metà settembre a metà ottobre è tempo di amori per il Cervo europeo (Cervus elaphus), occasione da non perdere per chi vuole provare l’emozione di ascoltare il bramito e osservare il comportamento di questi splendidi e schivi animali, in un momento cruciale della loro esistenza.

La valle è rischiarata dalle prime luci dell’alba e il possente bramito del cervo le fa da colonna sonora.

Il potente bramito, viene emesso dal cervo maschio nel periodo degli amori. Questo particolare verso viene emesso dal maschio per sfidare i rivali mettendo in luce la sua potenza.
Nella stagione degli amori il cervo ingaggia duelli vocali per la supremazia sulle femmine. Queste emissioni sonore si ripetono in continuazione poiché ogni maschio viene stimolato dagli altri a comunicare la sua posizione e il suo rango. Il risultato è un concerto di suoni che si propagano, anche a forte distanza, nei boschi e nelle radure.
Questo richiamo raggiunge il suo picco nelle ore notturne durante le quali i prati e i boschi si trasformano in arene per questi duelli.

Il Cervo ha un’indole molto schiva accompagnata da udito e olfatto molto acuti per questi motivi l’esemplare femmina al quale mi sono avvicinato ha avvertito subito la mia presenza.
Femmina di cervo con il piccolo

Con il sorgere del sole i gruppi di Cervi fanno rientro nel folto della pineta.

In autunno i maschi di questa specie, che solitamente vivono in piccoli gruppi monosessuali, si separano e iniziano a sfidarsi tramite bramiti per rivendicare il possesso di una zona di territorio nella quale attirare le femmine per poi accoppiarsi.
La disponibilità di cibo durante la bella stagione ha rafforzato il loro organismo, rendendoli vigorosi e pronti a questo momento importante, che li vedrà impegnati per circa un mese in attività frenetiche quasi senza sosta e senza alimentazione che li porterà a perdere molto del loro peso corporeo.
Durante questo periodo essi abbandonano le loro consuete abitudini e i luoghi prima frequentati, divenendo inquieti e irascibili.
Il cervo cerca di radunare intorno a sé da 5 a 15 femmine, che custodisce gelosamente in seguito a furiose lotte contro i rivali. Le lotte fra i maschi tuttavia sono rare e infatti, prima di passare allo scontro fisico, i contendenti si sfidano a “voce”.
Quando le capacità vocali si equivalgono, i maschi si affrontano in campo aperto. Anche a questo punto, prima di combattere mettono in atto una serie di comportamenti rituali, come a marciare avanti e indietro lungo linee parallele, per osservare le dimensioni delle corna e la robustezza dell’avversario.

Ormai il sole è sorto e la luce gioca tra i rami del bosco…

…e un gruppo di Crocieri sono intenti ad alimentarsi.


In una radura, troviamo segni tangibili della presenza di questi ungulati.
Escrementi di Cervo

Venturone alpino
La giornata dedicata al bramito del cervo si conclude su uno splendido alpeggio con un piccolo laghetto abitato da vivaci Sanguinerole.

La sanguinerola (Phoxinus phoxinus) 
è un ciprinide che vive in acque limpide anche ad alta quota.

*Il file riguardante il bramito è stato gentilmente concesso da Walter Viganò, autore del seguente video.