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sabato 12 settembre 2015

La Balia nera, migratore in balia dei cambiamenti climatici

In agosto per alcune specie di uccelli inizia la migrazione post riproduttiva. Tra i piccoli passeriformi la Balia nera è tra i primi ad intraprendere questo viaggio verso i lontani luoghi di svernamento, anche se è nella prima decade di settembre che si ha la massima concentrazione di balie nere in migrazione alla nostra latitudine. I fondovalle e i boschi lariani si riempiono di questi svolazzanti uccelli ed è un piacere sentirle nei loro continui e brevi richiami di contatto. Durante una breve escursione sul monte sovrastante Varenna mi sono trovato partecipe di questo movimento migratorio, perciò ho deciso di dedicare un post a questa specie che presenta inoltre diversi motivi di interesse scientifico.

1_Balia nera_Mt Foppe-047 (FILEminimizer)

Balia nera Ficedula hypoleuca, settembre, Varenna (LC).

2_Balia nera_Mt Foppe-007 (FILEminimizer)

La Balia nera Ficedula hypoleuca è un piccolo passeriforme dal colore bruno sul dorso e chiaro ventralmente con delle barre bianche sui lati dor­sa­li delle loro3_Pigliamosche_Dorio (27) (FILEminimizer) ali che pesa circa 13 grammi. La sistematica lo posiziona nella famiglia dei Muscipapidae (Muscipapidae, da sca “mosca” e da capĕre “afferrare”) il cui nome deriva dal comportamento abituale che hanno gli appartenenti a questa famiglia che è proprio quello di inseguire e di catturare al volo gli insetti. Il più abile in questa operazione di caccia è il Pigliamosche (Muscicapa striata) un parente stretto della Balia nera.

 

Pigliamosche Muscicapa striata, maggio.

 

Anche la terminologia binominale Ficedula hypoleuca nasconde caratteristiche peculiari di comportamento o di forma dell’animale.

2015-08-26_Balia nera_Mt Foppe-097 (FILEminimizer)

 

Ficedula ha origine dal latino ficedŭla (ficus = fico e edĕre = mangiare - mangiatore di fico) poiché questo uccello in migrazione frequenta spesso queste piante che con la maturazione dei frutti sono ricche anche di insetti. Il termine hypoleuca deriva dal vocabolo greco upòleukos che tradotto significa bianchiccio per via del colore chiaro delle parti inferiori del corpo.

Balia nera, settembre.

 

4_Balia nera_Pian di Spagna (1) (FILEminimizer)

 

La nota più curiosa è il nome volgare italiano Balia nera. L’ornitologo Moltoni(1) così scrive: “Balia, per l’abitudine di visitare in cerca di insetti i nidi degli uccelletti, per cui sembra abbia cura dei piccoli nati da altre specie; nera, per il colore del piumaggio uniforme dei maschi in primavera”.

Maschio di Balia nera in abito riproduttivo, aprile.

 

6_Balia nera_Mt Foppe-031 (FILEminimizer)

 

 

Il dialetto locale lariano orientale identifica la Balia nera con il nome Alët o alëttin. Questo appellativo nasce dal fatto che la Balia ha l’abitudine, anche da posata, di aprire e chiudere in modo frenetico le ali mettendo in evidenza la banda chiara che ha sulle ali stesse.

 

 

La Balia nera è tra gli uccelli migratori più studiati. La prima documentazione relativa a questa specie risale agli anni ‘50 del secolo passato e ad oggi sono in corso altri studi specifici sulla biologia di questa specie per l’analisi delle repentine mutazioni climatiche.

8_Mt Foppe-002 (FILEminimizer)

La Balia nera durante l’anno ha una vita generalmente solitaria tranne il periodo della
migrazione che forma gruppi composto da decine di esemplari.

La Balia nera è un migratore a lungo raggio. Il suo viaggio varia dai 5.000 ai 9.000 chilometri che la separano dal Paleartico occidentale, luogo di riproduzione, all’area tropicale dell’A­fri­ca occidentale, luogo di svernamento. Questo tragitto viene percorso con un volo notturno di tappe medie di 100/125 chilometri che possono diventare anche 500 durante l’attraversamento di mari e deserti. Per orientarsi durante questi spostamenti la balia nera utilizza il campo magnetico terrestre e le stelle.

9_Balia nera_Ventotene (4) (FILEminimizer)Questo preciso meccanismo d’orientamento fa sì che la balia nera ritorni ogni primavera nella stes­sa zona dove si era riprodotta l’anno precedente.

La migrazione porta questi piccoli uccelli a lunghi voli senza possibilità di soste. Questo esemplare dall’aspetto arruffato è da poche ore arrivato sull’isola di Ventotene (Mar Tirreno) compiendo un volo notturno lungo più di 500 chilometri. Purtroppo non tutti riescono a compiere la traversate solo gli individui più forti e sani riusciranno a raggiungere i luoghi di nidificazione.

 

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Distribuzione della Balia nera in EuropaFonte www.birdguides.com

La balia nera, nella stagione riproduttiva, frequenta le zone forestali, collinari e di montana. In Italia è migratrice regolare e nidificante occasionale. Sono rare le segnalazioni di nidificazione accertate. Le nidificazioni storiche in bibliografia si riferiscono perlopiù alla Balia dal collare (Ficedula albicollis), specie molto più rara e localizzata ma nidificante regolare in Italia.14_Balia dal collare (19) (FILEminimizer)

Maschio di Balia dal collare Ficedula albicollis, aprile.

16_Balia nera_Pian di Spagna (14) (FILEminimizer)

 

I ma­schi sono i primi ad arrivare ed impossessarsi delle zone di riproduzione difendendo il proprio territorio da altri maschi della stessa specie. Le femmine poi scelgono il maschio con cui accoppiarsi, di solito quello più anziano e con piumaggio nero marcato, segno di ottima salute.

Maschio di Balia nera, aprile.

 

 

17_Balia nera_Sils (2) (FILEminimizer)

Gli studi condotti da vari ricercatori riportano che le femmine siano attratte dai maschi con le due macchie bianche sulla fronte, appena sopra il becco, più grandi. Queste macchie bianche sono correlate ad una predisposizione immunitaria perciò ad un rischio inferiore di infezioni. Le femmine vengono dunque attratte dagli individui che dovrebbero essere geneticamente più sani. Di so­li­to solo i ma­schi presentano queste mac­chie bian­che sulla fron­te. Tuttavia in alcuni casi compaiono anche per femmine in avanzata età.

 

La balia nera nidifica nelle cavità degli alberi o nelle cassette nido, dove la femmina generalmente depone da 6 a 7 uova che in­cu­ba per 13 a 15 gior­ni. Le uova sono di co­lo­re blu-ver­de, co­lo­re dato da un pigmento an­ti-os­si­dan­te prese18_Balia nera_Pian di Spagna ed(1) (FILEminimizer)nte nel guscio dell’uovo. Più il guscio è luminoso più contiene anticorpi ma­ter­ni. Questo permetterà al pulcino di avere prospettive migliori di crescita. Inoltre i ricercatori hanno stabilito che le uova più luminose rappresentano un ottimo strumento della femmina per convincere il maschio a contribuire maggiormente nello sforzo di allevare la prole, indicando il suo buono stato di salute e di conseguenza di eredi forti.

Femmina di Balia nera, aprile.

 

 

La vita media delle Balie nere si aggira intorno ai 6 anni e l’individuo più vecchio finora registrato ha raggiunto l’età di 11 anni.20_Balia nera_Mt Foppe-053 (FILEminimizer)

Balia nera, settembre.
Riconoscere in natura, fuori dal periodo riproduttivo, il sesso della Balia nera è quasi impossibile.

La Balia nera è anche oggetto di studi sul rapido cambiamento climatico e su quanto questo influenzi la migrazione e la riproduzione degli uccelli. L’aumento attuale e repentino delle temperature ha effetti non prevedibili: uno spaziale e uno temporale. Quello spaziale si riferisce al cambiamento degli areali di distribuzione delle specie con spostamenti verso nord in cerca di temperature meno calde, mentre l’aspetto temporale riguarda il cambiamento dei cicli vitali, come quello di m11 Balia nera Gould (FILEminimizer)igrazione e quello di riproduzione. Gli uccelli migratori risultano particolarmente esposti a questi effetti, specialmente quelle specie che trascorrono parte del ciclo annuale in differenti parti del pianeta. Non conoscendo infatti le eventuali possibili variazioni climatiche dei quartieri di riproduzione, cioè sul momento ottimale di partenza dai quartieri di svernamento, la Balia nera parte dall’Africa seguendo il suo segnale interno non sapendo però che nel frattempo in Europa la fioritura delle piante potrebbe essere anticipata così come di conseguenza il ciclo vitale degli insetti. Questo potrebbe causare la mancanza della risorsa alimentare al suo arrivo nei luoghi di riproduzione. Per un migratore a lungo raggio la precisione temporale negli eventi di partenza e di arrivo costituisce un fattore cruciale per il successo riproduttivo. Nel Regno Unito uno studio effettuato su 20 specie ha evidenziato come in 17 di esse l’arrivo nei territori di nidificazione ha subito un anticipo a partire dagli anni Settanta del secolo passato in risposta agli aumenti di temperatura nei loro quartieri invernali africani. Anche le date di partenza hanno subito un anticipo in risposta all’aumento delle temperature minime estive. Nel complesso il periodo di permanenza nel Regno Unito non è cambiato ma ha subito un anticipo di 8 giorni. Le popolazioni animali si sono spesso adattate a cambiamenti del clima ma con tempistiche molto più lente. I ricercatori concludono affermando che nessuno allo stato attuale può sapere quali specie se la caveranno e quali conseguenze si avranno sugli ecosistemi.(2)

 

Quanto descritto in questo post è fonte di lunghi anni di ricerca e osservazione da parte di studiosi. A mio modo sono anch’io un osservatore appassionato naturalista, affascinato dagli esseri viventi che condividono la loro vita con noi su questo pianeta. Se poi le osservazioni come in questo caso della balia nera sono vicino a casa sui monti sopra Varenna, la bellezza del paesaggio mi gratifica ulteriormente.

2015-08-20_Varenna-Mt Foppe-027 (FILEminimizer)

Lago di Como visto dal monte di Varenna.


Riferimenti bibliografici

(1) L'etimologia ed il significato dei nomi volgari e scientifici degli uccelli italiani – Edgardo Moltoni – Milano 1946.

(2) Articolo originale. LINK

Stampa raffigurante la Balia nera,  disegno di John Gould (1867).

Brichetti P. & Fracasso G., 2008. Ornitologia Italiana. Vol. 5 - Turdidae–Cisticolidae. Oasi Alberto Perdisia editore, Bologna.

Bird­Gui­des Ltd. 2009. "Balia nera Fi­ce­du­la hy­po­leu­ca". LINK

martedì 30 aprile 2013

Giorni di pioggia

Le condizioni meteorologiche di questo aprile non hanno certo reso felici chi si aspettava una primavera all’insegna delle belle e calde giornate, i più delusi dell’assenza del proverbiale sole italico sono i turisti che iniziano a frequentare il Lario.
Le nubi coprono il cielo del Pian di Spagna (CO).

Il fiume Adda ingrossato dalle abbondanti piogge prima di immettersi nel Lago di Como.


Altri visitatori delle nostre zone sono sottoposti a dura prova, parlo degli uccelli che stanno nidificando in questo periodo, purtroppo molti nidi sono andati distrutti, specialmente quelli degli uccelli acquatici a causa dell’innalzamento del livello del lago.
Una coppia di Svassi maggiori impegnati nel trasportare materiale al nido nel tentativo di salvarlo dall’allagamento.



Anche per gli uccelli migratori la situazione è critica, nonostante la premura di raggiungere le località di riproduzione, questi sono obbligati a soste prolungate in attesa che la situazione su i passi alpini migliori.


Infreddoliti e inzuppati piccoli passeriformi sono in cerca di cibo, come questo luì verde.
il pigliamosche…
…e il fringuello.


Per nulla preoccupati della situazione sono questi due cormorani…
…e una nitticora.


Nonostante tutti gli elementi negativi appena descritti legati alle pessime condizioni meteo, c’è chi invece trae vantaggio da questa situazione, mi riferisco ai birdwatchers che approfittano di queste condizioni per scovare tra i molti uccelli in sosta obbligata qualche rarità.

Non ho potuto documentare a pieno questa grande opportunità attraverso le immagini che sono solito scattare e riportare su questo blog poiché il mal tempo ha messo a dura prova la mia attrezzatura fotografica e la luce insufficiente non ha permesso scatti di buona qualità.


Nonostante tutto, se il fotografo è stato deluso il birdwatcher è stato entusiasta.

I campi allagati del Pian di Spagna dove molti uccelli vi stazionano in cerca di cibo.

Un gruppo di pantane.
Il piro piro boschereccio.
Una ballerina bianca.
Una pispola golarossa, uccello piuttosto raro dalle nostre parti, il maltempo ha bloccato il suo viaggio verso la tundra paludosa del Nord Europa.

Uno stiaccino.
Una femmina di falco cuculo.



lunedì 15 ottobre 2012

Perché migrare?

In questi giorni di ottobre la migrazione degli uccelli ha raggiunto il suo culmine, molte specie sono partite mentre altre stanno arrivando ed i cieli sono un brulicare di voli. Questo è il motivo che mi spinge a scrivere in merito a questo imponente fenomeno che si ripete ogni anno.


Rondini in migrazione
L’argomento migrazione è molto complesso e in parte ancora da studiare, per questo motivo dedicherò più di un post pur non avendo la presunzione di spiegare in modo esaustivo la complessità del fenomeno migratorio, per far questo vi sono testi specifici e studi sull’argomento ai quali vi rimando, la mia intenzione è quella di portare a conoscenza la vita di questi nostri amici alati, perché conoscere vuol dire apprezzare e di conseguenza proteggere.

Gruppo di Storni in migrazione
Le migrazioni sono fenomeni comuni a quasi tutti gli esseri viventi, uomo compreso, questa strategia serve ad affrontare le variazioni climatiche stagionali o la scarsità di risorse alimentari. Chiaramente noi ci soffermeremo solo alla migrazione degli uccelli che da sempre ha affascinato l’uomo e che ancora oggi nasconde aspetti misteriosi nonostante sia un fenomeno naturale tra i più studiati.

Gli uccelli hanno a differenza di altri gruppi animali, caratteristiche particolari che favoriscono lo spostamento, la più evidente è la capacità di volare.
Ogni anno miliardi di uccelli si spostano con l’alternarsi delle stagioni: viaggi sconfinati, che interessano tutti i continenti e i punti cardinali e che, nonostante le insidie e le difficoltà, sono indispensabili perché queste specie possano sopravvivere e riprodursi.

L’impossibilità di sottrarsi a questo lungo viaggio ha fatto sì che gli uccelli sviluppassero un’incredibile varietà di adattamenti fisiologici che hanno permesso loro di superare barriere apparentemente insormontabili come i deserti di sabbia o ghiaccio, gli oceani, i massicci montuosi, compiendo viaggi di migliaia di chilometri spesso senza soste.

Sembra impossibile che uccelli dal peso di pochi grammi abbiano la forza di affrontare un viaggio così impegnativo, di seguito alcune immagini di migratori transahariani.

Forapaglie comune
Cannaiola comune
Pigliamosche
Questi spostamenti stagionali, che in genere avvengono lungo rotte abituali, richiedono un grosso sforzo energetico da parte degli animali, per questo, prima della migrazione gli uccelli accumulano grassi fino ad aumentare il proprio peso “iperfagia” anche dell’80%, alcuni di loro durante la migrazione non si nutriranno più ed utilizzeranno come fonte di energia il grasso accumulato.

La migrazione avviene principalmente di notte, seguendo elementi caratteristici del paesaggio, guidata da riferimenti astronomici (principalmente il cielo stellato) e dal campo magnetico terrestre.

È così che ogni anno 5 miliardi di uccelli raggiungono l’Africa, con voli che a tappe di qualche decina o qualche centinaio di chilometri al giorno, raggiungono in media i 5.000 km ma possono superare anche i 10.000 km. Un gruppo di studiosi hanno seguito il viaggio di una Pittima minore dopo averle impiantato sottopelle un trasmettitore satellitare, (articolo integrale), i dati riscontrati hanno dell’incredibile, questo uccello ha volato ininterrottamente per 7 giorni percorrendo ben 10.025 km.

Dal sito spagnolo www.migraciondeaves.org vi invito a visionare questo breve ma interessante filmato dedicato alla migrazione.

Oggi, la costante diminuzione di molti uccelli migratori suscita crescente preoccupazione e impone una riflessione sulle cause di questo fenomeno che non fa che aggiungersi ad altri segnali preoccupanti che ci mostrano uno stato di sofferenza del pianeta.

Gli uccelli stanno soffrendo a causa della distruzione dell’habitat dove sono soliti sostare, alimentarsi e riposare inoltre l’uso indiscriminato di prodotti chimici in agricoltura, la trasformazione dei campi agricoli in monocolture, l’eliminazione delle siepi per il ricovero di molte specie di uccelli sono tutti elementi che mettono in pericolo la sopravvivenza degli stessi.

Gruppo di Balestrucci in sosta obbligata dalle avverse condizioni meteorologiche
Questi viaggiatori del cielo incontrano durante il loro lungo viaggio molte insidie, alcune naturali, come ad esempio le condizioni climatiche avverse, altre invece sono provocate dall’uomo basti pensare alla censurabile ed incomprensibile attività venatoria.

Appostamento fisso di caccia.
È incalcolabile il danno provocato agli uccelli migratori da questa tipologia di caccia.



domenica 20 maggio 2012

Birdwatching urbano

A volte si pensa che per fare Birdwatching bisogna frequentare particolari zone, questo è vero solo in parte, con questa breve serie di immagini vi propongo quanto in un comune giardino pubblico, si possano osservare e fotografare diverse specie di uccelli.

Il Piccione domestico: questa specie allevata dall’uomo da tempi memorabili ad oggi è quasi considerata estinta allo stato selvatico, per capire se si tratta di un Piccione selvatico si deve esclusivamente analizzare il suo DNA.


La Cornacchia grigia Corvus cornix è tra gli uccelli meglio adattati all’urbanizzazione. È capace di vivere in città senza alcun problema e di trovare il cibo in ogni luogo. È abituata alla presenza dell'uomo mantenendo il suo stato selvatico. 


Il Passero d'Italia Passer italiae è una specie gregaria, rappresenta uno dei più sorprendenti casi di adattamento tra gli uccelli, riuscendo a sfruttare gli edifici per nidificare. In città è piuttosto confidente, mentre nelle campagne è più guardingo e sospettoso. Un tempo il Passero d’Italia era una specie molto comune, purtroppo negli ultimi 30 anni ha subito una diminuzione del 50% del numero totale. Le cause principali ipotizzate sono: inquinamento atmosferico, uso eccessivo di pesticidi ed espansione urbanistica, nonché l'accumulo di metalli pesanti e altre sostanze chimiche negli uccelli.

Il Merlo Turdus merula è tra i passeriformi il più diffuso in Europa e in Italia, è infatti comune sul tutto il territorio europeo ad esclusione della Scandinavia settentrionale, inoltre è presente in Asia, in Africa nord-occidentale, nelle Canarie e nelle Azzorre.


Durante la stagione invernale, alcune popolazioni nordiche di Merlo migrano verso sud, mentre nelle zone temperate come l'Italia sono presenti tutto l'anno. Nei giardini urbani il Merlo è una specie facilmente osservabile e abbastanza confidente contrariamente a quanto accade nelle zone boschive dove mantiene un carattere molto sospettoso.
 

Il Fringuello Fringilla coelebs, è un uccello molto comune. Generalmente è presente nei boschi, nei campi, nei frutteti e ovunque ci sia della vegetazione, è diffuso in tutta Italia e in gran parte d'Europa. 


Il Cardellino Carduelis carduelis, è un uccello appartenente alla famiglia dei fringillidi, il suo nome deriva dal cardo, pianta dei cui semi questi uccelli sono ghiotti.


Se gli uccelli sopra descritti nei parchi urbani sono facilmente osservabili, vi propongo una specie comune ma molto elusiva, sto parlando del Fiorrancino Regulus ignicapillus. Regolo e Fiorrancino sono tra i più piccoli uccelli italiani.


Fino ad ora abbiamo parlato di specie presenti tutto l’anno nei parchi cittadini, ma in questo periodo nei nostri giardini sono arrivati nuovi colonizzatori provenienti dall’Africa che nidificano da noi per poi ripartire nel mese di settembre; mi sto riferendo al Codirosso e al Pigliamosche.

Un maschio di Codirosso Phoenicurus phoenicurus intento a cantare per delimitare il suo territorio.



Il Pigliamosche Muscicapa striata, ha l’abitudine di utilizzare un posatoio dove attende il passaggio di ignari insetti volanti che vengono abilmente catturati in volo colti alla sprovvista.