In questi giorni di faticosa reclusione causata da questa tremenda epidemia che ha messo in ginocchio il mondo intero, mi rendo conto di quanto mi manchi la mia quotidianità, il poter passeggiare all’aria aperta e inseguire le mie passioni naturalistiche.
E’ bastata però una piccola porzione di prato casalingo per vedere sbocciare, in questi giorni primaverili, deliziose Bellis perennis, chiamate comunemente margheritine o pratoline. Questo post è dedicato a loro: un esempio di resistenza alle avversità, che non teme gli ultimi geli invernali o le calde giornate estive e ci regala allegria anche in questi momenti difficili.
Questi fiorellini dall’aspetto delicato sono in realtà molto resistenti, nascono spontanei in tutti i prati italiani ed europei con fioriture che durano da marzo fino all’autunno. Pianta erbacea perenne, solitamente non più alta di 15 centimetri, possiede un solo capolino bianco o, in alcuni casi, soffuso di rosa porpora. La pratolina è una piante acaule, senza un fusto vero e proprio, il peduncolo floreale nasce direttamente dalla rosetta basale. |
La corolla di petali si apre allo spuntare del giorno e si chiude completamente, chinando il capolino sullo stelo. |
La pratolina fiorisce da marzo a giugno ma non è raro trovare sporadiche fioriture anche nei mesi invernali. |
La pratolina è il simbolo della semplicità e dell'eleganza. Il poeta Giovanni Pascoli le ha dedicato un poema, che qui riporto:
Ai petali della pratolina la tradizione popolare affida le sorti amorose del m’ama non m’ama. Emblema del ruolo di grande responsabilità che le abbiamo affidato!
BELLIS PERENNIS
I.
Chi vede mai le pratelline in boccia?
Ed un bel dì le pratelline in fiore
empiono il prato e stellano la roccia.
Chi ti sapeva, o bianco fior d'amore
chiuso nel cuore? E tutta, all'improvviso,
la nera terra ecco mutò colore.
Sono pensieri, ignoti già, che in viso
rimiran ora, ove si resti o vada;
nati così, nell'ombra, d'un sorriso
di stella e d'una goccia di rugiada...
O mezzo aperta come chi non osa,
o pratellina pallida e confusa,
che sei dovunque l'occhio mio si posa,
e chini il capo, all'occhio altrui non usa;
bianca, ma i lievi sommoli, di rosa;
tanto più rosa quanto più sei chiusa:
ti chiudi a sera, chi sa mai per cosa,
sei chiusa all'alba, ed il perché sai tu;
o primo amore, o giovinetta sposa,
o prima e sola cara gioventù!
Ed un bel dì le pratelline in fiore
empiono il prato e stellano la roccia.
Chi ti sapeva, o bianco fior d'amore
chiuso nel cuore? E tutta, all'improvviso,
la nera terra ecco mutò colore.
Sono pensieri, ignoti già, che in viso
rimiran ora, ove si resti o vada;
nati così, nell'ombra, d'un sorriso
di stella e d'una goccia di rugiada...
O mezzo aperta come chi non osa,
o pratellina pallida e confusa,
che sei dovunque l'occhio mio si posa,
e chini il capo, all'occhio altrui non usa;
bianca, ma i lievi sommoli, di rosa;
tanto più rosa quanto più sei chiusa:
ti chiudi a sera, chi sa mai per cosa,
sei chiusa all'alba, ed il perché sai tu;
o primo amore, o giovinetta sposa,
o prima e sola cara gioventù!
II.
È il verno, e tutti i fiori arse la brina
nei prati e tutte strinò l'erbe il gelo:
ma te vedo fiorir, primaverina.
Tu persuasa dal fiorir del cielo,
fioristi; ed ora, quasi più non voglia
perché sei sola, appena alzi lo stelo.
O fior d'amore su la trita soglia!
Tu tingi al sommo i petali d'argento
d'un rosso lieve. Una raminga foglia
ti copre un poco, e passa via col vento...
O fior d'amore su la soglia trita!
o, quando tutto se ne va, venuta!
che vivi quando è per finir la vita!
e che non muti anche se il ciel si muta!
Hai visto i fiori nella lor fiorita:
vedi le foglie nella lor caduta.
Ti coglierà passando Margherita
col cuore assorto nell'amor che fu.
Ti lascerà cadere dalle dita...
- Egli non t'ama, egli non t'ama più! –
nei prati e tutte strinò l'erbe il gelo:
ma te vedo fiorir, primaverina.
Tu persuasa dal fiorir del cielo,
fioristi; ed ora, quasi più non voglia
perché sei sola, appena alzi lo stelo.
O fior d'amore su la trita soglia!
Tu tingi al sommo i petali d'argento
d'un rosso lieve. Una raminga foglia
ti copre un poco, e passa via col vento...
O fior d'amore su la soglia trita!
o, quando tutto se ne va, venuta!
che vivi quando è per finir la vita!
e che non muti anche se il ciel si muta!
Hai visto i fiori nella lor fiorita:
vedi le foglie nella lor caduta.
Ti coglierà passando Margherita
col cuore assorto nell'amor che fu.
Ti lascerà cadere dalle dita...
- Egli non t'ama, egli non t'ama più! –
Giovanni Pascoli
Come detto, la pratolina è il simbolo della semplicità e dell’eleganza ma anche della rinascita. Infatti la sua comparsa, legata all’arrivo della bella stagione, corrisponde alla rinascita della natura dopo le rigide giornate invernali.
Vorrei concludere anche io con questa bella metafora che, durante questi difficili momenti, presto si possa rifiorire alla nostra normalità!
Bibliografia
Giovanni Pascoli - Nuovi Poemetti (1909) - da NUOVI POEMETTI / IL NAUFRAGO – IL PRIGIONIERO - Bellis perennis