mercoledì 2 ottobre 2013

L’autunno in Val di Campo

La montagna con l’autunno porta con sé i caldi colori della vegetazione. Con questa sequenza d’immagini cercherò di descrivere la visita odierna in Val di Campo, un tipico paesaggio naturale della Svizzera, ben tenuto e ancora ricco di un suggestivo ambiente rurale.
Il paesaggio è arricchito da laghetti alpini dove si specchiano i boschi di conifere che in questo mese di ottobre offrono uno spettacolo autunnale dalle calde tonalità del giallo e dell’arancio. 
Le condizioni metereologiche inoltre durante la giornata qui trascorsa hanno condizionato in parte e suggestivamente la visione del paesaggio.

La Valle di Campo è una valle laterale della Val Poschiavo incuneata verso l’Italia e posta poco sotto il Passo del Bernina.


L’imbocco della Val di Campo è situato nei pressi di Sfazù (m 1622), piccola località sulla SS 29 la strada che conduce al Passo del Bernina, di cui non si può non notare sulla destra l’albergo che le dà il nome a questa località.
L’albergo di Sfazù (m1622) segna l’inizio della Valle di campo
Il nostro cammino inizia presso l’albergo Sfazù su una strada sterrata che si addentra subito in un bosco di conifere e, dopo una breve salita, la valle si apre mostrando alla vista un ambiente molto bello. La strada prosegue attraversando pascoli, baite, casolari e boschi di conifere che mostrano già i primi segni di quanto i colori saranno padroni all’inoltrare dell’autunno. Intorno si fanno spazio tra le nubi  alcune cime spruzzate di neve.





Sui prati ingialliti spicca il lilla del Colchico autunnale, bellissimo quanto velenosissimo fiore. La pianta nella sua interezza è alquanto velenosa per la presenza di alcaloidi particolarmente tossici concentrati in particolare nei bulbotuberi. Nonostante tutta la pianta sia molto velenosa (e non esista antidoto al suo veleno) in dosi molto modeste è un ottimo diuretico ed ha anche proprietà antireumatiche e antigottose, seppur lasciamo l’uso farmaceutico strettamente riservato ai medici.

Colchico autunnale Colchicum autunnale L.

Lasciati alle spalle i casolari di Salva e abbandonata la strada sterrata ci si incammina verso la località Terzana.

Un gruppo di mucche incuriosite del nostro passaggio.


Il fragore del fiume fa da colonna sonora alla tavolozza di colori.


L’ampia radura di Terzana.


Attraversato i prati di Terzana (m1861) si rientra nel bosco e si fanno nuovi incontri.


L’ Amanita muscaria. Questo fungo è tanto bello quanto è velenoso.



Nel sottobosco adagiati su un manto rosso sono ancora presenti i deliziosi mirtilli neri...
Mirtillo - Vaccinium myrtillus
…e il mirtillo rosso
Mirtillo rosso – Vaccinium vitis


Nonostante la stagione inoltrata troviamo i lamponi ancora dal gradevolissimo sapore.
Lampone - Rubus idæus


Un morbido tappeto di muschi e licheni avvolge i tronchi delle piante quasi a volerle proteggere dal freddo che a breve si impadronirà della zona.


I resti di una pigna di cembro svuotata di pinoli dalla Nocciolaia.


Incontreremo la Nocciolaia spesso durante la nostra visita in questa valle. Questo uccello in modo particolare ha un ruolo importante per la vita del bosco in quanto ha l’abitudine di nascondere i semi in sovrappiù per poi cibarsene durante il periodo invernale. 

Questa pratica di immagazzinamento però fa anche sì che alcuni dei semi depositati possano germogliare poi in primavera propagando nuovi alberi. Questo vale specialmente per il Pino cembro.

Nocciolaia Nucifraga caryocatactes
Il sentiero prosegue con un alternarsi di prati, boschi e specchi d’acqua…


…sentiero sempre ben segnalato

…e curiosamente indicato.

Il paesaggio è arricchito da manufatti ben inseriti nell’ambiente circostante.




La Val Poschiavo (Grigioni Italiano) non è sempre stata parte dell’attuale Svizzera. Durante l’epoca romana apparteneva all’XI Regio. Dopo il periodo carolingio passò dapprima al vescovo di Como e poi ai Visconti di Milano. Dopo vari tentativi il vescovo di Coira riuscì a sottrarla al Ducato milanese. Nel 1408 la valle entrò a far parte della Lega Caddea. Da quel giorno il suo futuro fu principalmente legato alla storia grigionese e quindi svizzera. La lingua madre della valle è ufficialmente l’italiano, che però non corrisponde in toto alla nostra lingua ma al dialetto poschiavino o “pus’ciavin”, un idioma semplice che ricorda un passato contadino e rurale che è stato adattato alla cultura attuale della valle. L’italiano è quindi usato soltanto nei momenti ufficiali, nelle scuole, in forma scritta e solo in piccola parte in forma orale.


L’idioma “pus’ciavin”
Il Lago di Saoseo (m2030) ci appare circondato da monti i cui riflessi giocano con il turchese del colore del lago. La limpidezza delle acque fa intravvedere sul fondale un letto di tronchi di conifere.



Nascosto dagli alberi dal colore dorato, laciamo il lago Saoseo per incamminarci verso il Lago di Val Viola.

Lago di Val Viola (m2160) è situato in una  grande conca naturale dove, data l’altitudine, il bosco lascia spazio alle praterie alpine.




A questa quota l’autunno si presenta nei suoi colori…

…e con i suoi abitanti
Cincia alpestre - Poecile montanus

Picchio muratore – Sitta europaea

Cincia dal ciuffo - Lophophanes cristatus
Infreddolito un coleottero gode gli ultimi tepori di sole.
Galeruca tanaceti L

Un ciuffo giallo di fiori lascia un timido ultimo saluto d’estate lascia

Lasciamo ora il Lago della Val Viola e ci incamminiamo per il ritorno attraverso un comodo sentiero che presto ci condurrà al Rifugio Alpe Campo (m2065).


Le nubi si addensano sempre di più accompagnandoci fino a fondovalle

Lungo la strada del ritorno incrociamo il Rifugio Saoseo (m1987), quindi nuovamente i prati, le baite e le mandrie che costellano la parte più bassa della valle.




Gli sprazzi di sole lasciano il posto alle nubi, il paesaggio si incupisce, la giornata volge al termine…





…mentre osserviamo una cavalletta che sta giungendo al termine della sua stagione di vita.

La cupa sagoma di un abete chiude definitivamente la giornata in Val di Campo.

Anche la mia inseparabile compagna di viaggio è stanca ma soddisfatta della bella giornata trascorsa.



Una stima dei tempi di percorrenza:

Sfazù > Terzana h0.40 T > Lago di Saoseo h1.00 E > Lago Val Viola h0.30 E > Rifugio Alpe Campo h0.20 E > Rifugio Saoseo h0.20 T > Sfazù h1.00 T
I Rifugi, per chi non se la sentisse di percorrere integralmente il sentiero, nei mesi estivi, sono raggiungili da Sfazù utilizzando il servizio di trasporto pubblico Autopostali.



2 commenti:

  1. Bella escursione raccontata con poesia,
    luoghi abbastanza vicini da visitare sicuramente.
    bellissima l'inseparabile compagna.
    Ciao.

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  2. Anche qui la meraviglia dei luoghi e' stata ben narrata e rappresentata!
    :)

    UnUomo.InCammino

    RispondiElimina

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