La montagna con l’autunno porta con sé i caldi colori della vegetazione. Con questa sequenza d’immagini cercherò di descrivere la visita odierna in Val di Campo, un tipico paesaggio naturale della Svizzera, ben tenuto e ancora ricco di un suggestivo ambiente rurale.
Il paesaggio è arricchito da laghetti alpini dove si specchiano i boschi di conifere che in questo mese di ottobre offrono uno spettacolo autunnale dalle calde tonalità del giallo e dell’arancio.
Le condizioni metereologiche inoltre durante la giornata qui trascorsa hanno condizionato in parte e suggestivamente la visione del paesaggio.
La Valle di Campo è una valle laterale della Val Poschiavo incuneata verso l’Italia e posta poco sotto il Passo del Bernina.
L’imbocco della Val di Campo è situato nei pressi di Sfazù (m 1622), piccola località sulla SS 29 la strada che conduce al Passo del Bernina, di cui non si può non notare sulla destra l’albergo che le dà il nome a questa località.
L’albergo
di Sfazù (m1622) segna l’inizio della
Valle di campo
|
Il
nostro cammino inizia presso l’albergo Sfazù su una strada sterrata che si
addentra subito in un bosco di conifere e, dopo una breve salita, la valle si
apre mostrando alla vista un ambiente molto bello. La strada prosegue
attraversando pascoli, baite, casolari e boschi di conifere che mostrano già i
primi segni di quanto i colori saranno padroni all’inoltrare dell’autunno. Intorno
si fanno spazio tra le nubi alcune cime
spruzzate di neve.
Sui prati ingialliti spicca il lilla del Colchico autunnale, bellissimo quanto velenosissimo fiore. La pianta nella sua interezza è alquanto velenosa per la presenza di alcaloidi particolarmente tossici concentrati in particolare nei bulbotuberi. Nonostante tutta la pianta sia molto velenosa (e non esista antidoto al suo veleno) in dosi molto modeste è un ottimo diuretico ed ha anche proprietà antireumatiche e antigottose, seppur lasciamo l’uso farmaceutico strettamente riservato ai medici.
Colchico autunnale Colchicum autunnale L. |
Lasciati
alle spalle i casolari di Salva e abbandonata la strada sterrata ci si incammina verso
la località Terzana.
Un gruppo di mucche
incuriosite del nostro passaggio.
Il
fragore del fiume fa da colonna sonora alla tavolozza di colori.
L’ampia
radura di Terzana.
Attraversato
i prati di Terzana (m1861) si rientra nel bosco e
si fanno nuovi incontri.
Mirtillo - Vaccinium myrtillus |
Mirtillo rosso – Vaccinium vitis |
Nonostante la stagione inoltrata troviamo i lamponi ancora dal gradevolissimo sapore.
Lampone - Rubus idæus |
Un
morbido tappeto di muschi e licheni avvolge i tronchi delle piante quasi a
volerle proteggere dal freddo che a breve si impadronirà della zona.
Incontreremo la Nocciolaia spesso durante la nostra visita in questa valle. Questo uccello in modo particolare ha un ruolo importante per la vita del bosco in quanto ha l’abitudine di nascondere i semi in sovrappiù per poi cibarsene durante il periodo invernale.
Questa pratica di immagazzinamento però fa anche sì che alcuni dei semi depositati possano germogliare poi in primavera propagando nuovi alberi. Questo vale specialmente per il Pino cembro.
Nocciolaia Nucifraga caryocatactes |
Il
sentiero prosegue con un alternarsi di prati, boschi e specchi d’acqua…
…sentiero
sempre ben segnalato
…e
curiosamente indicato.
Il paesaggio è arricchito da manufatti ben inseriti nell’ambiente
circostante.
La Val Poschiavo (Grigioni Italiano) non è sempre stata parte dell’attuale Svizzera. Durante l’epoca romana apparteneva all’XI Regio. Dopo il periodo carolingio passò dapprima al vescovo di Como e poi ai Visconti di Milano. Dopo vari tentativi il vescovo di Coira riuscì a sottrarla al Ducato milanese. Nel 1408 la valle entrò a far parte della Lega Caddea. Da quel giorno il suo futuro fu principalmente legato alla storia grigionese e quindi svizzera. La lingua madre della valle è ufficialmente l’italiano, che però non corrisponde in toto alla nostra lingua ma al dialetto poschiavino o “pus’ciavin”, un idioma semplice che ricorda un passato contadino e rurale che è stato adattato alla cultura attuale della valle. L’italiano è quindi usato soltanto nei momenti ufficiali, nelle scuole, in forma scritta e solo in piccola parte in forma orale.
L’idioma “pus’ciavin” |
Il Lago di Saoseo (m2030) ci appare circondato da
monti i cui riflessi giocano con il turchese del colore del lago. La limpidezza
delle acque fa intravvedere sul fondale un letto di tronchi di conifere.
Lago di Val Viola (m2160) è situato in una grande conca naturale dove, data l’altitudine,
il bosco lascia spazio alle praterie alpine.
A
questa quota l’autunno si presenta nei suoi colori…
…e
con i suoi abitanti
Cincia alpestre - Poecile montanus |
Picchio muratore – Sitta europaea |
Cincia dal ciuffo - Lophophanes cristatus |
Infreddolito
un coleottero gode gli ultimi tepori di sole.
Galeruca tanaceti L |
Un ciuffo giallo di fiori lascia un timido ultimo saluto d’estate lascia
Lasciamo
ora il Lago della Val Viola e ci incamminiamo per il ritorno attraverso un
comodo sentiero che presto ci condurrà al Rifugio Alpe Campo (m2065).
Le nubi si
addensano sempre di più accompagnandoci fino a fondovalle
Lungo
la strada del ritorno incrociamo il Rifugio Saoseo (m1987), quindi nuovamente i prati, le baite e le mandrie che costellano la parte più bassa della valle.
Gli sprazzi di sole lasciano il posto alle nubi, il paesaggio si incupisce, la giornata volge al termine…
…mentre osserviamo
una cavalletta che sta giungendo al termine della sua stagione di vita.
La cupa
sagoma di un abete chiude definitivamente la giornata in Val di Campo.
Anche la mia
inseparabile compagna di viaggio è stanca ma soddisfatta della bella giornata
trascorsa.
Sfazù > Terzana h0.40 T > Lago di Saoseo h1.00 E > Lago Val Viola h0.30 E > Rifugio Alpe Campo h0.20 E > Rifugio Saoseo h0.20 T > Sfazù h1.00 TI Rifugi, per chi non se la sentisse di percorrere integralmente il sentiero, nei mesi estivi, sono raggiungili da Sfazù utilizzando il servizio di trasporto pubblico Autopostali.
Bella escursione raccontata con poesia,
RispondiEliminaluoghi abbastanza vicini da visitare sicuramente.
bellissima l'inseparabile compagna.
Ciao.
Anche qui la meraviglia dei luoghi e' stata ben narrata e rappresentata!
RispondiElimina:)
UnUomo.InCammino