giovedì 25 ottobre 2012

Migrazione: ma quanti tipi ce ne sono?

Proseguendo la chiacchierata sulla migrazione possiamo aggiungere che solitamente con il termine “migrazione” intendiamo il movimento regolare tra le aree riproduttive e non-riproduttive. In realtà esistono diversi tipi di migrazioni.

Pian di Spagna (CO), ottobre, stormo di Allodole in migrazione.

migrazione vera e propria: con questo termine si intendono i movimenti pendolari regolari effettuati tutti gli anni più o meno nello stesso periodo, solitamente per destinazioni specifiche. Normalmente questo tipo di migrazione implica movimenti massivi di individui tra le aree di nidificazione e di svernamento, con un passaggio da latitudini maggiori (nidificazione) a quelle minori (svernamento). Questo gruppo di migratori lo possiamo suddividere in due grandi gruppi:
migratori a breve raggio (o su breve distanza), i quali effettuano principalmente movimenti all’interno di un unico continente e, nel sistema migratorio Paleartico-Africano, vengono chiamati “intrapaleartici”.
migratori a lungo raggio (o su lunga distanza), i quali si spostano general­mente tra diversi continenti effettuando viaggi più lunghi che comprendono l’attraversamento di tratti di mare.

Prendiamo per esempio due specie filogeneticamente molto affini tra loro: il Luì grosso e il Luì piccolo, questi due piccoli Silvidi mostrano un comportamento migratorio differente. Il Luì grosso è un migratore a lunga distan­za, o trans-sahariano, mentre il Luì piccolo migratore a media distanza, o intrapaleartico.

Luì piccolo Phylloscopus collybita

Luì piccolo, ottobre, Pian di Spagna (CO).

Durante il periodo riproduttivo (da Aprile a Luglio), l’Europa occidentale (compresa l’Italia), costituisce l’areale del Luì piccolo Phylloscopus collybita. Durante il periodo post-riproduttivo (da Settembre a Marzo), parte dei Luì piccoli dell’Europa centrale (collybita) si comportano come migratori a corto raggio, svernando nelle aree di nidificazione o poco più a sud, in habitat mediterraneo.


Migrazione del Luì piccolo.

Luì grosso Phylloscopus trochilus

Luì grosso, settembre, Lago di Pusiano (CO).


Il Luì grosso Phylloscopus trochilus, al contrario, è presente in Italia solo nel periodo migratorio mentre  è diffuso in tutta l’Europa centro-settentrionale (principalmente a nord di Pirenei, Alpi e Balcani) ed in Siberia. Questo piccolo passeriforme si comporta da vero migratore instancabile, arrivando a svernare lungo le coste del Golfo di Guinea, in Ghana e Nigeria, o addirittura fino al Sud-Africa.


Migrazione del Luì grosso.


Ma esistono diversi gradi intermedi di “migrazione”:
movimenti quotidiani: con questo termine sono considerati tutti quei movimenti che generalmente (ma non necessariamente) sono brevi e localizzati, centrati attorno al luogo di residenza. Si tratta tipicamente di spostamenti tra aree di riposo e di foraggiamento. Prendiamo come esempio il gabbiano comune, sul Lago di Como, parte della popolazione svernante di questa specie utilizza il lago solo come luogo di riposo, al mattino infatti numerosi gruppi, seguendo il corso dell’Adda, si spostano fino a raggiungere l’interland milanese, per poi fare ritorno tutte le sere sul lago.

Formazione di Gabbiani comuni in spostamenti
quotidiani tra aree di foraggiamento e aree di riposo.

movimenti unidirezionali di dispersione: sono considerati di questo tipo gli spostamenti della maggior parte delle specie di giovani, che una volta divenuti indipendenti dai loro genitori si allontanano dai luoghi natali. Questo tipo di movimento non prevede solitamente un viaggio di ritorno. Prendiamo come esempio il Gipeto, il giovane divenuto indipendente dai genitori vaga per le montagne prima di prendere possesso di una zona delimitata non occupata da altri esemplari della sua specie.

Giovane di Gipeto, ottobre, Val Zebrù (SO).
migrazione dispersiva: sono considerati di questo tipo i movimenti di dispersione dal luogo di nascita che però non prevedono un viaggio di ritorno ma continui spostamenti per colonizzare nuove aree.
Sono uccelli dalla spiccata capacità adattiva, che si insediano in nuovi territori adattandosi ad essi e divenendo specie stanziali per poi conquistare territori adiacenti.
Un tipico esempio lo riscontriamo nel comportamento della Tortora dal collare, che nel corso di 70 anni, ha colonizzato gran parte dell’Europa.

Tortora dal collare.
Areale di nidificazione in Europa in relazione alla progressiva espansione nel periodo 1940-1993; negli anni successivi questa specie ha colonizzato nuove aree della Penisola Iberica, del Nord Africa e dell’Europa nord-orientale.
(Mappa tratta da Ornitologia Italiana – vol 3 – P. Brichetti, G. Fracasso. Perdisia Editore).

movimenti invasivi o irruttivi: con questo termine ci si riferisce ai movimenti che variano la loro frequenza di anno in anno. Sono movimenti di gruppi di uccelli che abbandonano le loro aree normalmente occupate attraversando anche notevoli distanze. Tali movimenti sono solitamente associati a forti fluttuazioni di disponibilità di cibo.
Un esempio per comprendere questo tipo di movimento è rappresentato dal comportamento del Beccofrusone, tipico uccello delle fredde lande nord-europee che periodicamente compie degli spostamenti in massa denominati “invasioni” fino a raggiungere il centro sud Europa.
Beccofrusone, fotografato in Pian di Spagna (CO) nel 2009
durante l’ultima “invasione” di questa specie.


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