Dopo un lungo periodo di siccità e temperature sopra la media durante la fine di aprile, siamo ripiombati nell’inverno con montagne imbiancate e temperature sotto le medie stagionali. Questo pazzo tempo ha condizionato molto il viaggio migratorio degli uccelli verso le regioni d’oltralpe poiché con il maltempo i valichi sono difficilmente attraversabili, se non rischiando la vita. Di conseguenza il fondovalle è diventato un’obbligata area di sosta per molti uccelli in attesa di una finestra di bel tempo. I campi allagati si sono così riempiti di un pullulare di vita alata portando per i birdwatchers un momento di grande euforia alla ricerca di specie particolari.
Un campo allagato nei pressi della Riserva Naturale del Pian di Spagna (CO-SO).
Anche le linee elettriche vengono utilizzate come posatoi da centinaia di rondini e balestrucci.
Rondini che, nonostante la pioggia battente, si fanno sentire con il loro canto. Anche se non sembra, è primavera!
I campi colorati di rosso dalle infiorescenze dell’erba cucca (Rumex acetosa) ospitano gli stiaccini (Saxicola rubetra)…
…mentre nei solchi allagati le cutrettole (Motacilla flava) razzolano alla ricerca di qualche insetto.
L’erba pronta per la fienagione è piegata dalla pioggia. Qui vi ha trovato rifugio un’inzuppata Pispola (Anthus pratensis).
Sosta obbligata anche per i grandi volatori come gli uccelli rapaci. L’insistente pioggia obbliga loro a lunghe pause su posatoi di ogni genere.
Il Falco cuculo (Falco vespertinus) ha scelto la linea elettrica ferroviaria.
L’Albanella minore (Circus pygargus) sta immobile su un paletto sotto l’acqua.
Il Nibbio bruno (Milvus migrans), appollaiato, aspetta che spiova.
I limicoli offrono il vero spettacolo con numeri insoliti per le nostre zone.
Nel cielo plumbeo spicca un volo di limicoli.
Un gruppo di combattenti (Philomachus pugnax) sta per atterrare nel campo allagato.
I piro piro boscherecci (Tringa glareola) sono tra i limicoli presenti quelli con qualche centinaia di individui.
Questo è solo un accenno di quanto si è vissuto a causa del maltempo! Oltre agli uccelli inzuppati dalla pioggia, i diversi birdwatchers presenti, grazie alla loro riconosciuta abilità, hanno in breve tempo scovato molte rarità! Per chi volesse approfondire rimando al blog CROSVarenna (LINK) dove puntualmente sono documentate la maggior parte di queste specie particolari.
Tra le varie “rarità” sono comparse due specie dal buffo nome volgare, retaggio di un’intrinseca influenza religiosa o semplicemente frutto di poca fantasia. Sto parlando della Monachella (Oenanthe hispanica) e del Fraticello (Sternula albifrons), entrambi osservati in Alto Lario. Il famoso ornitologo Moltoni (LINK) così identificò l’etimologia del nome Monachella “per via del suo piumaggio bianco e nero che ricorda l’abito di alcuni ordini monastici”.
Monachella, aprile, Provincia di Latina.
Più difficile è interpretare il nome dato al Fraticello. Moltoni, nonostante le sue abilità letterarie, si arrese scrivendo così: “Fraticello, forse per il suo piumaggio primaverile con capo nero e fronte bianca, che può ricordare quello di certi frati”. Come spesso è capitato infatti, chi si prese l’onere di attribuire il nome scientifico agli animali lo fece mettendo in evidenza caratteri o abitudini derivate da attenta osservazione. Di conseguenza vennero composti nomi molto appropriati, tra i quali ad esempio proprio quello del Fraticello che ha nel nome della specie albifrons parola composta latina, albus=bianco, e frons=fronte, in pratica fronte bianca, caratteristica ben visibile in questa specie. Più pragmatico è il nome volgare in inglese dove semplicemente viene chiamato Little Tern=piccola sterna. Infatti il Fraticello è il più piccolo uccello appartenete al genere delle sterne.
Fraticello, aprile, Alto Lario (CO-LC).
Giusto per non farci mancare nulla della serie nomi “monastici” abbiamo anche il Fratino (Charadrius alexandrinus) un piccolo uccello abitualmente legato agli ambienti marini.
Fratino da disegno di John Gould (1867).
Visto che il Fraticello è definito specie “rara”, almeno dalle nostre parti, mi pare ovvio fornire alcune note a riguardo di questo uccello.
Il Fraticello è una piccola sterna dalle dimensioni di circa 21-27 cm, dal peso di 45-60 g e di un’apertura alare di 45-55 cm.
Questa specie è presente in Eurasia, Africa e Oceania in aree frammentate. La specie presente nel continente americano è stata recentemente separata divenendo Sterna antillarum.
La popolazione paleartica del Fraticello ha abitudini prevalentemente costiere. In Europa è presente in estate come nidificante mentre trascorre l’inverno, tranne alcune eccezioni, lungo le coste dell’Africa occidentale e meridionale. Molte zone interne europee occupate fino alla prima metà del XX secolo sono state progressivamente abbandonate per varie cause ambientali.
Distribuzione del Fraticello in Europa
Fonte www.birdguides.com
In Italia è nidificante in prevalenza nella Pianura Padana lungo alcuni fiumi con ampio alveo e soprattutto nelle lagune dell’alto Adriatico, mentre è più localizzata in Puglia, Sicilia, Sardegna.
Sul Lario, l’ultima osservazione accertata di questa specie risale al 1999. Troviamo riferimenti antecedenti nella collezione del Museo Ornitologico di Varenna con un esemplare datato 1963. Più genericamente, è segnato come “presenza rara” sia nel volume di Maurizio Monti “Ornitologia Comense - 1843”, sia nel “Catalogo ornitologico della provincia di Como e della Valtellina – 1870” del dottor Erasmo Buzzi.
Il Fraticello è specie in pericolo. Il suo decremento numerico è dovuto principalmente alla distruzione e la frammentazione degli habitat riproduttivi, il disturbo antropico (balneazione, pescatori, mezzi fuoristrada) e , durante la nidificazione, avvelenamento da pesticidi e la predazione di uova e pulcini da parte del Gabbiano reale, di ratti, Corvidi, cinghiale, cani e gatti randagi.
Bibliografia
L'etimologia ed il significato dei nomi volgari e scientifici degli uccelli italiani – Edgardo Moltoni – Milano 1946.
Spagnesi M. & Serra L, 2003. Uccelli d’Italia – Quaderni di Conservazione della Natura Numero 16, Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica “Alessandro Ghigi”
Monti M., Ornitologia Comense, 1843.
Web
Catalogo ornitologico, quaderni derviesi -http://www.dervio.org/qd/gloss/ornit/index.htm
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