sabato 8 giugno 2013

Diario di un naturalista

Con il post odierno vorrei parlarvi di una breve escursione naturalistica in un area molto delimitata del versante orientale della Grigna settentrionale. Questa montagna, famosa per i suoi fenomeni carsici e per una flora ricca di specie endemiche,  luogo prediletto dai botanici che hanno descritto specie uniche nel suo genere come ad esempio la Primula grignensis (Primula delle Grigne) o il  Thlaspi rotundifolium subsp. grignense (Tlaspi delle Grigne), è ampliamente studiata e descritta su diversi libri.
Oggi propongo quindi una semplice documentazione di ciò che ho incontrato durante la mia passeggiata. Incredibile quanti spunti siano possibili… basta saper godere di quanto la natura ci mette a disposizione!



Punto di partenza dell’escursione è questa area verde, in cui un tempo sorgeva il rifugio Tedeschi, che nel gennaio del 1986 venne completamente raso al suolo da una slavina.


Tutto quello che ne è rimasto è una traccia di muro, dove, a ricordo, venne posizionata la targa originale recuperata tra le macerie portate a valle dalla slavina.



Il vecchio rifugio venne inaugurato nel 1912 col nome di Capanna Pialeral. Nel 1944 fu distrutto dai nazi-fascisti e venne ricostruito pochi anni dopo il termine del conflitto e intitolato all’alpinista Mario Tedeschi.
Rifugio Mario Tedeschi (1428 m.s.l.m.)
Un giallo tappeto di tarassachi.




Tutto intorno è un solo canto, tra tutti spicca dalla cima di un albero il Prispolone.


La prateria è ornata da piccoli fiori, sono i Myosotis alpestris meglio conosciuti con il nome volgare ”Non ti scordar di me”.

Myosotis alpestris
Un camoscio attento scruta la valle…



… mentre una famigliola di marmotte si gode il timido sole.


Forse non tutti sanno che in Grigna la marmotta fu reintrodotta nel giugno 1995. Negli anni ’50 e ’60 le marmotte erano state già introdotte nella zona tra la Val Biandino e i piani di Artavaggio ed erano già ampiamente presenti anche sui rilievi del Lario occidentale, sulle Alpi Lepontine e le Prealpi comasche.  I motivi di questa operazione vanno riscontrati prima di tutto nella necessità di aumentare la biodiversita' di queste montagne e di favorire l' insediamento stabile dell' Aquila Reale sulla Grigna, poiché questo mammifero rappresenta una voce importante nell'alimentazione dei rapaci di grossa taglia*.

Questo è il periodo dove l’aspetto botanico è rilevate sulle praterie montane.
Erica carnea
Il Daphne mezereum, chiamato anche “Fior di stecco” perché genera i fiori su rami nudi all'apparenza secchi.

Daphne mezereum
La Gentiana clusii

E la Gentiana verna



Globularia cordifolia
Primula glaucescens
 La Soldanella alpina


Il Carex mucronata

Una peculiare infiorescenza.


La tipica roccia calcarea della Grigna: un ghiaione si è ricompattato grazie al dilavamento calcareo

Su questo masso spicca la Potentilla reptans.



È in questo ambiente che ho fotografato due coleotteri. Ma come già avvenuto per il maggiolino, passo la parola all’amico Giancarlo, esperto in materia che ci illustrerà questi animali.

Informazioni tratte dalla conferenza tenutasi a Varenna da Nadia Bovone e Claudia Bianchi Presso L’Associazione Culturale L.Scanagatta nel 1995.

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