Un altro post dedicato alle località lariane: in particolare voglio parlare del tratto di sentiero del viandante che da Varenna conduce a Lierna.
L’intero tracciato denominato “Sentiero del viandante” come lo conosciamo oggi, si estende sulla sponda occidentale del Lario tra Abbadia Lariana e Colico. La configurazione geologica impervia porta a sviluppare questo percorso in ambiente montano toccando quote di circa m 800.
Le origini di questo percorso vengono attribuite all’epoca romana (1) ma venne abbandonato nel 1830 in seguito alla realizzazione della strada rivierasca a lago (l’attuale SP 72) opera imponente per l’epoca, progettata dall’ingegnere Carlo Donegani, progettista dei Passi alpini dello Stelvio e dello Spluga.
Il sentiero del viandante era infatti poco agevole per essere utilizzato come importante via di comunicazione considerando che per il trasporto sia delle persone che delle merci, la via lacuale era sicuramente più comoda e veloce.
Un tempo questa via di comunicazione veniva indicata con diversi nomi come: via Ducale, via Regia e, in tempi più recenti, Napoleona. Tuttavia prende l’attuale nome di Sentiero del viandante (usando una dizione presente ad Abbadia e Mandello almeno dal 1859) nel 1992 per merito dell’Azienda di Promozione Turistica del Lecchese che riscopre e sistema, ad uso turistico ed escursionistico, l’antico percorso.
Dopo questa sommaria ricostruzione storica dell’antico percorso iniziamo il nostro itinerario partendo dalla piazza del paese di Varenna.
Al mattino, la sagoma del campanile di Varenna
si staglia in controluce nel cielo
Presso Villa Monastero si prende la strada asfaltata che sale a monte della ferrovia che conduce al cimitero dove una ripida scala porta ad un pianeggiante sentiero che ci conduce alla sorgente del Fiumelatte
Villa Cipressi vista dalla strada del cimitero
A circa metà strada tra il cimitero e la sorgente del Fiumelatte, una deviazione verso monte conduce in pochi minuti alla località Baluardo, uno sperone roccioso cinto da cipressi, dove si gode uno dei panorami più suggestivi del percorso.
Imbocco del sentiero per il Baluardo
I cipressi del baluardo
Varenna vista dal Baluardo
(1) Un anonimo nel 1907 descrisse questo panorama così:
“…Vista dal ramo di Lecco o da Fiumelatte, il suo aspetto è dei più belli e sorprende il passeggero in un’estasi di contemplazione, che rapisce e conquista. Da quel lato, infatti, la disposizione naturale del terreno ha potuto permettere un completo sviluppo di ville splendide e di alberghi, che la mano creatrice dell’uomo, spandendovi tesori di ricchezze incommensurabili, ha saputo tramutare in veri luoghi di soggiorno paradisiaco, dove nulla difetta di tutto ciò che la immaginosa bramosità umana può desiderare…”
Il Paese di Fiumelatte e il promontorio di Bellagio visto dal Baluardo
Lasciato il Baluardo si riprende il sentiero per la sorgente dove, tra la vegetazione, abbonda l’alloro Laurus nobilis che con le fioriture dei ciclamino odorano l’aria di gradevoli profumi.
Ciclamino Cyclamen repandum
Caratteristici muri a secco ricordano un tempo antico dove la terra per i coltivi era “rubata” all’impervia rupe scoscesa.
La propensione all’osservare ciò che la natura offre, ci fa soffermare su graziose chiocciole e l’interessante accoppiamento di due lumache.
Cornu aspesum
Chilostoma cingulatum
Accoppiamento di Arion vulgaris
Il Fiumelatte
Il Fiumelatte, lungo appena 250 metri, precipita spumeggiante con una pendenza media di 36°. Questa caratteristica fa sì che l’acqua si infranga violentemente su grossi massi assumendo un colore bianco-latte da cui trae il nome. Da sempre questo corso d’acqua ha affascinato poeti, turisti e studiosi. Tra quest’ultimi il più famoso fu Leonardo da Vinci che nel suo “Codice Atlantico” così lo descrive:
”…È il Fiumelaccio, il quale cade da alto più che braccia 100 dalla vena donde nasce, a piombo nel lago, con instimabile strepitio e rumore. Questa vena versa solamente agosto e settembre...”(3)
La grotta da dove sgorga il Fiumelatte
Anche i versi di un poema del Parlaschino sono dedicati al Fiumelatte:
Lode del Fiumelatte (4)
Balza ch’el fa parer candido latte,
l’acqua si rompe tra macigni neri,
e fa un’acqua spumosa dove batte
che appresso e da lontan par vero latte
dà da filosofar a dotti veri,
perché s’asconde e mostra a suo talento
o bianco come latte o come argento.
Il sentiero, tenendo la destra idrografica del fiume, scende al paese di Fiumelatte, frazione di Varenna, e incrocia la via Padre Luigi Mellera. Ritornando verso nord possiamo osservare una caratteristica fontana denominata “Samaritana”, dove l’acqua sgorga solamente con la presenza attiva del fiume.
A dire il vero il Fiumelatte è un torrente temporaneo, con una stagionalità dell’emissione delle acque, che compare in primavera allo sciogliersi delle nevi della Grigna e scompare in autunno. Non sono rari però periodi di secca o di attività fuori periodo dovuti al variare delle condizioni metereologiche.
Sul ponticello che attraversa il Fiumelatte, un datato cartello indica la sua brevità
Riprendendo il percorso verso Lierna, il sentiero ci conduce alla piazzetta dove sorge la Chiesa dedicata all’Annunciazione. Questa chiesa fu edificata nel 1967 sostituendo una precedente del 1685 dedicata alla Beata Vergine Maria di Loreto della quale rimane un simulacro ligneo raffigurante la Madonna nera che porta in braccio il bambino dalla pelle bianca. Pare che sia l’unico esempio di una così singolare raffigurazione della Madonna di Loreto.
Il percorso ci obbliga a percorrere un breve tratto di strada provinciale. all’altezza di una strettoia verso il lago è situata la Villa Capoana, eretta da Ercole Sfondrati Duca di Monte Marciano nell’anno 1605. Riccamente adornata di dipinti e giochi d’acqua provenienti dalla vicina Fonte Uga, questa villa a causa della costruzione della strada nel 1830 venne divisa in due parti e irrimediabilmente snaturata dello splendore che antichi documenti le attribuivano.
La Villa Capoana
In prossimità della Villa Capoana si trova una sorgente d’acqua perenne dal nome Fonte Uga. Oltre ad abbellire di cascatelle la Villa Capoana questa fonte fornisce anche l’acquedotto comunale di Varenna quando il Fiumelatte è in secca.
L’abate Giovio in un elegante e scherzoso sonetto così descriveva la proprietà di quest’acqua:
«di tal virtù che i pesci morti avviva
e i vivi privi del vital lume»
Alla sorgente Uga
Uga, vanto dei ruscelli dall’onda pura, nitidissima,
più gelida del ghiaccio, più pura del cristallo,
volteggiando con mormorìo selvaggio tra spumeggianti sassi,
non scema l’onda d’estate, non aumenta d’inverno.(5)
Lasciato definitivamente l’abitato di Fiumelatte prendiamo la via per Pino e di seguito la ciottolata via Caraa.
Un fiorrancino (Regulus ignicapilla)
ci accompagna nel percorso
La via Caraa
La via Caraa ci conduce alla frazione di Pino, antico abitato da cui proviene la famiglia omonima del generale napoleonico Domenico Pino.

Edicole votive a Pino Uno scorcio della frazione di Pino
Da Pino proseguiamo a sinistra per la via Roslina fino a giungere in prossimità della SS 36. Poco oltre la cabina elettrica, ci inoltriamo nel bosco per incontrare finalmente il vero e proprio tracciato del Sentiero del Viandante che lentamente nel bosco prende quota.
Superata la stretta Valle del Petfer (mt 584) e un varco in uno sperone roccioso, una breve variante sulla destra ci porta a un belvedere da cui si gode di un bel panorama.
Un tratto di sentiero nella prossimità
della Valle del Petfer
Il centro Lago di Como, in primo piano il promontorio di Bellagio, sullo sfondo il Monte Crocione
Il sentiero riprendere a salire con decisione attraverso un bosco di castagni raggiungendo un pianoro dove sorgono due costruzioni diroccate: siamo a Cascina Roslina, m 700.
Ruderi a Roslina
Unica presenza a Roslina… un gruppetto di Codibugnoli (Aegithalos caudatus)
Lasciata Roslina riprendiamo brevemente a salire, prima di affrontare l’impervia Valvachera, con i suoi dirupi. Arrivati al suo apice ci portiamo sul lato meridionale della valle sbucando così in vista delle case di Coria m 780, che segnano il punto più elevato del percorso.
Cascine Coria
Il percorso qui si divide: si può andare verso Ortanella o scendere a Lierna, come faremo noi.
Nel sottobosco umido fanno bella presenza una grande quantità di esili funghi (Marasmius bulliardi)
Mentre sulle nude rocce una Lucertola muraiola
(Podarcis muralis) si gode il sole
Superiamo la Valle della Boggia, con un'ampia panoramica vista sul lago e sullo scoglio del Vedrignano.
Il Ramo di Lecco…
…e lo scoglio del Vedrignano
Dopo aver attraversato le pendici del Sasso della Botte, la Valle della Pianca, incrociamo la Cascina Nero di m 382, dove domina un tabernacolo Mariano.
Località Nero
l sentiero passa sotto i dirupi del Brentalone e da un punto panoramico si ha un’ incantevole vista sulla riva bianca e la penisola del Castello di Lierna, un intrico di viuzze risalente al 1124.
La penisola del Castello di Lierna
Il nostro viaggio termina qui ma solo per ora. Ci ripromettiamo di proseguire il nostro percorso sul Sentiero del viandante stimolati dalla ricchezza della storia e dai piacevoli paesaggi.
1 - Da: Le antiche vie di comunicazione del territorio orientale del Lario e le loro Fortificazioni.
2 – Da: Varenna che Sfugge.
3 - Foglietto 214 del Codicee Atlantico in Ambrosiana - Varenna e Monte di Varenna.
4 - Paolo Emilio de Busi detto il Parlaschino (1571-1653) – Varenna che Sfugge.
5 - Sigismondo Boldoni (1597-1630) , traduzione di Don Lauro Consonni – Varenna Che Sfugge.
Bibliografia
Adami V. – Varenna e Monte di Varenna, 1927 – ristampa anastatica a cura dell’Associazione Culturale “Luigi Scanagatta” – Varenna, 1998 – LINK
Pensa P. –Le antiche vie di comunicazione del territorio orientale del Lario e le loro Fortificazioni, 1977 – Editrice Pietro Cairoli, Como.
Brivio D. – Lungo “Quel Ramo”,1985 – Edizione Banca Popolare di Lecco
Borghi A. – Sentiero del Viandante, 1992 – Azienda Promozione Turistica Lecchese
Brembilla G. & Brembilla R. – Varenna che Sfugge, 1996 – Editore Associazione Culturale “Luigi Scanagatta” Varenna – LINK
post meravigliosi, ma questo li supera tutti. grazie Roberto!! livi
RispondiEliminaOttima e dettagliata descrizione. Nella prossima estate sarà metà di una mia escursione. Grazie
RispondiEliminagrazie bellissimo
RispondiEliminaBellissimo...
RispondiEliminaAndreina
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