domenica 9 febbraio 2014

Sepolti dalla neve nell’anno senza inverno

Non vorrei essere ripetitivo, ma anche questo post è dedicato alla montagna d’inverno, d’altra parte un anno così abbondate di precipitazioni nevose non capita molto spesso ed ecco allora una serie di immagini scattate nei pressi del passo Maloja, in Engadina, dove, come in altre località alpine, la neve ha raggiunto spessori di una certa importanza.

La Val Bregaglia vista dal passo del Maloja.

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Sul valico del Maloja, immersa nella natura, la “Torre Belvedere” si affaccia sul precipizio che separa bruscamente l’Engadina dalla Val Bregaglia. Nonostante il suo aspetto medioevale, questa costruzione è risalente al 1882.

 

 

 

 

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Sul culmine del passo Maloja sorge l’attuale albergo Maloja Kulm, un tempo questo edificio era adibito ad ospizio, un luogo dove forestieri e pellegrini potevano trovare temporaneamente alloggio ed assistenza. La maggior parte di queste strutture furono fondate e mantenute da ordini religiosi ed erano frequenti nei secoli passati sui numerosi valichi alpini.

 

 

 Il piccolo villaggio di Maloja.

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Il passo del Maloja (1809 m s.l.m) è situato sulle Alpi Retiche, nel cantone dei Grigioni in Svizzera e fa da spartiacque tra il bacino idrico del Mediterraneo e quello del Mar Nero. Questo valico collega l’Italia alla Svizzera attraverso la Val Bregaglia, valle attraversata dal fiume Mera che sfocia nel Lago di Como. Sul lato est un insieme di rigagnoli rappresenta la sorgente del fiume Inn il quale scorre lungo l’altipiano dell’Engadina e dell’Austria e dopo ben 517 chilometri si immette nel Danubio in Germania (a Passau) portando le proprie acque a sfociare nel Mar Nero.

 

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La neve e il vento nella notte hanno decorato il bosco.

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Un elemento caratterizzante del passo Maloja è dato dalla notevole diversità dei due versanti: il versante della Val Bregaglia è ripido fino alla cima mentre l'altro versante in Engadina, si presenta come un altopiano con una discesa progressiva a bassissima pendenza lunga circa 80 chilometri.

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La straordinarietà di questo inverno è data dalla quantità di neve che si è accumulata all’improvviso nei primi giorni del 2014, fino ad allora si potevano scorgere ancora parti scoperte di terreno. In data 9 febbraio, il servizio meteo del Maloja indicava che lo spessore della neve aveva raggiunto i 230 cm.

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Nonostante la bellezza del paesaggio innevato, va tenuto conto che la neve provoca qualche difficoltà come ad esempio il fatto che l’eccessivo accumulo sui tetti potrebbe danneggiare le abitazioni per tale motivo si consiglia la rimozione, nonostante la normativa edile elvetica preveda che per la zona alpina i tetti abbiano una capacità di resistenza a carichi di 1000 kg al metro quadrato.

 

Verrebbe spontaneo chiedersi quanto pesa la neve, a questa domanda non si può fornire una risposta certa, molti infatti sono i fattori che influenzano il suo peso specifico come ad esempio la densità che ha assunto nel corso del tempo e la differenza tra neve fresca e neve vecchia. La prima ha un peso variabile tra i gli 80 e i 200 Kg/mc, la seconda tra 200 e 500 Kg/mc.

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Anche l’agibilità delle vie risente dell’accumulo nevoso, ma per chi vive in montagna è una consuetudine.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Come verrà ricordato questo inverno particolare? La risposta è in questo articolo di cui vi propongo uno stralcio:

…siamo stati catapultati all'interno di un autunno infinito ed anche se sulle Alpi sono caduti metri di neve, non si può certo affermare che sia stato per mano dell'inverno. Ci avviamo mestamente alla conclusione dell'inverno meteorologico. La primavera meteorologica prenderà piede ufficialmente il 1 marzo ed anche se dovesse arrivare il freddo non si potrà certo parlare di dinamiche invernali.

Si spera che l'anticipo primaverile che ci sta investendo, assolutamente inadeguato, possa condurci verso un salvagente invernale in extremis. Forse una piccola speranza c'è ancora, ma perché possa definirsi tale dovrebbe necessariamente realizzarsi entro le prossime 2 settimane. Dovesse accadere più in là, saremo costretti ad annoverare eventuali sfuriate fredde tra i più "classici colpi di coda" marzolini. Sarà lecito parlare di avvio primaverile "freddo", questo senz'altro, ma a qual punto il 2013-2014 verrà ricordato come l'anno "senza inverno".

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