Con la migrazione primaverile, diverse specie di uccelli attraversano l’Italia per raggiungere i quartieri riproduttivi europei. Tra queste specie vi è anche la Cicogna bianca. Oggi considerata migratrice regolare ma fino a qualche decennio fa considerata estinta nel nostro paese poiché non solo non attraversava più l’Italia ma tantomeno sostava per nidificarvi. Oggi, anche nel territorio lariano, la Cicogna bianca (Ciconia ciconia) è considerata migratrice regolare, sebbene con pochi individui. Ed io ho avuto il piacere e l’opportunità di osservare due esemplari in sosta migratoria nei prati della bassa Valtellina.
Bloccate dalle avverse condizioni meteorologiche, due cicogne bianche sono in attesa di riprendere il lungo viaggio migratorio verso le aree riproduttive del centro Europa. Marzo, Provincia di Sondrio.
La Cicogna bianca è una specie a diffusione eurocentroasiatico-mediterranea. Questa specie è migratrice. Gli individui che nidificano in Europa e in Africa settentrionale raggiungono i quartieri di svernamento situati generalmente a sud del Sahara e nell’Africa tropicale e meridionale. Nelle aree di svernamento, le cicogne compiono ampi spostamenti dipendenti dalle condizioni di umidità o di aridità, fattori che influenzano la disponibilità alimentare.
Le cicogne europee utilizzano principalmente due rotte per giungere nel continente africano: quelle che nidificano in Europa centrale ed occidentale attraversano il Mediterraneo sullo Stretto di Gibilterra, raggiungendo la regione del Sahel, fino al Camerun; la massima parte delle popolazioni europee, dalla Germania orientale alla Russia, si addensa sulle sponde del Mar Nero, sorvola il Bosforo, Israele e il Sinai, per poi proseguire verso l'Africa centrale, orientale o meridionale. Esiste anche una terza via migratoria, utilizzata da un numero limitato di individui, che attraversa l'Italia. Anche in questo caso le cicogne si concentrano in alcuni “colli di bottiglia", come lo Stretto di Messina, il Canale di Otranto o percorrendo rotte alternative, come quella che dalle Alpi Marittime scende nel Mediterraneo, passando per Corsica e Sardegna.
Rotta migratoria della Cicogna bianca
Autore Di Shyamal - .wikimedia.org
La Cicogna bianca, a differenza della gran parte degli uccelli migratori, migra volando esclusivamente di giorno. Questo poiché utilizza una particolare tecnica per spostarsi, il volo planato, che necessita di correnti ascensionali di aria calda che si formano sul terreno solo nelle ore diurne più calde. Le cicogne, infatti, usando queste correnti ascensionali, salgono in quota fino a raggiungere altezze a volte davvero considerevoli (circa 4.000 m s.l.m.) per poi planare ad ali distese e ferme, perdendo e riguadagnando quota nel passaggio da una zona termica all'altra. Questa tecnica di volo garantisce un risparmio energetico notevole rispetto al normale volo battuto. Quando le correnti ascensionali si affievoliscono o in caso di maltempo spesso interrompono il viaggio.
Grazie alla moderna telemetria satellitare si è stabilito che, quotidianamente, le cicogne restano in volo per circa sette-dieci ore con una velocità media di crociera di circa 35 chilometri all'ora, riuscendo a coprire quasi 300 chilometri al giorno. La cicogna ha una grande capacità di orientamento durante la migrazione. Questo le permette di tornare ai siti di nidificazione e, addirittura, al nido utilizzato nell'anno precedente. Questo suo comportamento migratorio l’ha portata ad essere una tra le prime specie di uccelli studiate con marcature posizionate attorno alle zampe. La prima notizia di inanellamento e ricattura di una Cicogna bianca si riferisce ad un animale marcato in Germania e catturato in Palestina nel 1846.
Gruppo di cicogne in volo planato. Maggio, Puglia.
La Cicogna bianca non passa inosservata in natura grazie al suo aspetto caratteristico dovuto al piumaggio bianco e nero sulle ali, alle sue grandi dimensioni (alta circa 100 cm e con un’apertura alare di 160 cm circa) e al colore rosso acceso del becco e delle zampe, caratteristica quest’ultima sono degli individui adulti.
Posata a terra la cicogna ha un portamento eretto ed una caratteristica andatura lenta.
Aprile, Provincia di Como.
In volo, la sagoma è nettamente riconoscibile da quella di altre specie di grandi uccelli perché mantiene non solo le zampe ma anche il lungo collo completamente disteso. Quest'ultima caratteristica la rende facilmente distinguibile dagli aironi che volano con il collo piegato a “S”.
In volo la Cicogna bianca ha il collo disteso, mentre l’Airone cenerino ha il collo ripiegato.
La sistematica posiziona la Cicogna bianca nell’Ordine dei Ciconiformi ed alla Famiglia dei Ciconidi, gruppo affine a quello degli Ardeidi al quale appartengono gli aironi. La Famiglia dei Ciconidi in Italia, è rappresentata solo da due specie: la Cicogna bianca (Ciconia ciconia) e la Cicogna nera (Ciconia nigra).
Cicogna nera (Ciconia nigra), esemplare immaturo, giugno, Provincia di Como (CO).
Cicogna nera (Ciconia nigra), esemplare adulto, luglio, Austria.
Cicogna nera (sinistra), Cicogna bianca (destra).
Le varie specie appartenenti all’Ordine dei Ciconidi non hanno particolari esigenze alimentari in quanto generaliste. la loro dieta spazia dalle cavallette e lombrichi ma anche pesci, anfibi, rettili e piccoli mammiferi. Ogni specie tende ad occupare una “nicchia ecologica" differente, cioè utilizza differenti risorse alimentari. Nel caso delle due specie di cicogne europee troviamo poca affinità tra loro nella scelta dell’habitat e nel comportamento: la Cicogna bianca predilige le zone pianeggianti, caratterizzate da prati irrigui, risaie, marcite, campi arati, brughiere, zone paludose aperte. Come siti di nidificazione sceglie punti elevati e facilmente accessibili come campanili, tralicci, pali, comignoli, alti edifici ed occasionalmente alberi. Spesso costituisce colonie composte da più coppie.
Cicogna bianca sta per ingoiare un lombrico appena catturato. Marzo Provincia di Sondrio.
Esempio di alcune colonie di nidificazione della Cicogna bianca in Spagna.
La Cicogna nera nidifica isolata in foreste dense e strutturate. Ha un carattere elusivo e solitario. Durante il periodo riproduttivo frequenta vaste zone di foresta, sia pianeggianti che pedemontane, attraversate da corsi d’acqua con zone umide marginali. In genere nidifica su alberi (pini, querce) anche se in Spagna e Grecia è frequente riscontrarla in parete rocciosa.
Cicogna nera sul nido posizionato su parete rocciosa,
aprile, Spagna.
La Cicogna nera nel XX secolo ha subito un drastico declino in Europa occidentale, dove ora risulta minacciata a causa del degrado delle foreste, della perdita di zone umide idonee all’alimentazione, del disturbo e del bracconaggio. Dagli inizi degli anni 1980, il declino si è arrestato grazie anche alla campagna di sensibilizzazione attuata dalle associazioni ambientaliste per la protezione della Cicogna bianca. Oggi lentamente si sta registrando un lento recupero numerico di questa rara specie.
Cicogna nera, giugno, Provincia di Como.
In epoca storica, la Cicogna bianca era diffusa e nidificante in Italia. Questi dati storici sono ricavati da vari autori del passato come Virgilio Marone (70-19 a.C.) il quale, in un’opera del 37 a.C., suggerisce di piantare le viti nel periodo in cui giunge la cicogna, nemica dei serpenti. Plinio il Vecchio (23-79), nella sua opera “Naturalis historia", descrive la migrazione delle cicogne e il fatto che tornino ogni primavera nello stesso nido. Giovenale (50-140), nelle “Satire”, riferisce di un nido di Cicogna bianca costruito sul tetto del Tempio della Concordia a Roma, intorno all'anno 100, e descrive l'alimentazione dei nidiacei. Gli scritti storici riportano testimonianze della nidificazione di Cicogna bianca anche a Milano nel XIII secolo e in altre località italiane. Ultimi dati storici sulla nidificazione in Italia risalgono al XVI secolo.
Trascorreranno molti anni prima di registrare nuovi tentativi di nidificazione che avverrà intorno alla metà del secolo scorso. Ma la vera svolta riguardante la presenza in Italia di questo uccello la si ha nel 1985 grazie alla L.I.P.U. (Lega italiana protezione uccelli) la quale avvia un programma per il ripopolamento di questa specie. La presenza delle cicogne allevate svolse una funzione di richiamo per quelle selvatiche che, formando coppie miste (selvatiche e di allevamento) sempre con maggiore frequenza, si trattennero per la riproduzione. Oggi in Italia la Cicogna bianca viene considerata un migratore regolare, nidificante e parzialmente svernante, grazie sia alla presenza di “Centri di ripopolamento delle Cicogne” sia a condizioni meteorologiche invernali favorevoli.
Esemplare con anello alla zampa, Centro di reintroduzione Cicogna bianca, Provincia di Pavia.
L’attività riproduttiva è prerogativa di entrambi i genitori i quali si alternano nella cova che dura per 32 giorni; i giovani accuditi al nido si involano a circa 80 giorni d’età.
Cicogna che trasporta materiale al nido.
Manifestazione di corteggiamento.
Accoppiamento.
Cura della prole.
Lo stato attuale di conservazione della Cicogna bianca resta vulnerabile, in quanto le continue bonifiche delle zone umide e l’intensificazione delle pratiche agricole specialmente per le popolazioni orientali, il conseguirsi di stagioni estremamente secche nei quartieri di svernamento dell’Africa occidentale stanno minacciando questa specie.
In Italia i pericoli principali per la Cicogna bianca riguardano principalmente la folgorazione su linee elettriche e il persistere di atti di bracconaggio, specialmente durante la migrazione attraverso lo Stretto di Messina.
La folgorazione è una tra le cause di morte della Cicogna bianca, questo avviene quando gli uccelli utilizzano tralicci come luogo di nidificazione, basta che l’animale posi i piedi sulla struttura e con le ali sfiori il cavo di sostegno e la folgorazione è immediata e capita anche che provochi l’interruzione dell'energia elettrica. Per evitare questo, dietro proposta degli ambientalisti, l’ENEL si è impegnata a isolare alcuni tratti di cavo in prossimità dei tralicci utilizzati.
Nidificazione su traliccio, maggio, Sicilia.
Piacevole considerazione: la migrazione che porta le Cicogne sul nostro continente in primavera (periodo di rinascita della vita e della natura) ha portato a sviluppare il legame tra questo uccello e il concetto di generazione di vita. La Cicogna era infatti già considerata un simbolo sacro in Grecia e nella Roma antica come manifestazione della Grande Madre generatrice di vita. Le Cicogne bianche hanno ispirato anche in Europa settentrionale credenze leggendarie, poi diffuse anche nel mondo latino, come la ben conosciuta credenza della cicogna che porta i neonati attraverso i camini dopo aver pescato le loro anime dalle acque o dalle paludi.
Cartolina primi anni del 900.
(collezione privata)
Nei Paesi Baltici la cicogna è il simbolo della vita nascente, e per la tradizione popolare è portatrice di felicità e fortuna, venerata e strettamente protetta. Nei villaggi vengono posizionati dei pali con una base quadrata sulla sommità per far si che la Cicogna nidifichi.
Ci auguriamo che anche in Italia ci sia un futuro di rispetto per questo grande trampoliere e che i vergognosi atti di bracconaggio diventino solo notizie del passato.
Moneta da 2 euro commemorativa dedicata alla Cicogna nera emessa dalla Lettonia nel 2015.
Bibliografia
Brichetti P. & Fracasso G., 2003, Ornitologia italiana. Vol. 1 – Perdisia Editore, Bologna
Spagnesi M. & Serra L, 2005. Uccelli d’Italia – Quaderni di Conservazione della Natura Numero 22, Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica “Alessandro Ghigi”
Belardi. M, Canziani M., Dimitolo G., 2004 – La cicogna bianca, storia di un ritorno. Parco Adda Sud, conoscere il parco n 3.
Ciao Roberto,
RispondiEliminami sono gustato sia le foto che il testo relativi alla Cicogna bianca.
Come ormai d'abitudine sono costretto a complimentarmi con te, però ammettilo, tu ti dai da fare, giri per monti e valli ma sei anche baciato dalla dea bendata per fare certi incontri.
Nel caso tu non fossi a conoscenza, sappi che questi pennuti parecchi anni or sono a Milano, e precisamente sulla torre campanaria, la famosa ciribiciaccola per noi milanesi, di "Sanctae Mariae Claraevallis Mediolanensis" ossia l'Abbazia Santa Maria di Chiaravalle in via Sant Arialdo, dove in quel Campo Santo riposano i miei genitori, erano soliti nidificare.
Probabilmente grazie al fatto che geograficamente è una zona di marcite, infatti questo tipo di coltura erbacea è stato introdotto attorno al 1135 da San Bernardo, dove iniziò a costruire l'Abbazia, dopo aver fatto ripulire la zona e spiegato ai suoi confratelli come impiantare e utilizzare il sistema irriguo delle marcite.
Sono appunti che avevo recentemente rispolverato per un mio tentativo di scrivere un altro libretto di racconti dedicati a Sueglio, alla sua latteria turnaria ormai in disuso e a come veniva utilizzata a suo tempo per la produzione casearia. Queste notizie le avevo incise su radio cassette da una trasmissione di Radio Meneghina negli anni ottanta, diretta da Tullio Barbato e, vado a memoria, il programma si intitolava" Buona notte bambini" in cui narrava favole o leggende milanesi dando appunto la buona notte ad eventuali piccoli ascoltatori. Un modo per trasmettere cultura e modi di vivere del luogo in cui sei nato.
Arturo
Ciao Roberto, il tuo blog è una specie di Wikipedia naturalistica, leggendolo c'è sempre molto da imparare. Grazie di cuore!
RispondiEliminaGuido
grazie per i vostri complimeti
RispondiElimina