Siamo agli sgoccioli di agosto e fa ancora molto caldo perciò le scorribande dell’appassionato naturalista si svolgono ancora nelle fresche vallate alpine. Tuttavia, poiché in agosto è già attiva la migrazione post-nuziale, alcuni birdwatchers non temendo il caldo afoso e le zanzare, si addentrano tra la vegetazione palustre e proprio nella Riserva del Pian di Spagna (CO) uno di loro scova un minuto passeriforme, comune in aree mediterranee, ma una rarità per le terre Lariane. Si tratta proprio di un’occasione da non perdere! Ecco sul diario “Libereali” la pagina dedicata al minuscolo Beccamoschino, un vocifero uccello di palude, di colore fulvo rossiccio, striato di nero, dalla particolarità di essere “un po’ rumoroso con il suo tipico volo canoro”.
Beccamoschino (Cisticola juncidis), agosto, Provincia di Como.
La sistematica posizione del Beccamoschino: nell’ordine dei Passeriformi, nella famiglia Cisticolidae dove in Europa è rappresentata da una sola specie, il Beccamoschino (Cisticola juncidis).
Il Beccamoschino è un uccello molto nervoso e vivace, solleva spesso le penne del vertice e muove a scatti le ali e la coda.
L’etimologia del nome volgare Beccamoschino è l’unione di “beccare e moschino” per via dell’abitudine di nutrirsi di piccoli insetti. Il nome del genere Cisticola è di origine latina composta dalle voci cistus=cisto, e colo=io abito, juncidis=che vive nei giunchi.
Il Beccamoschino difficilmente si posa al suolo e quando lo fa, si sposta a saltelli con il corpo tenuto orizzontalmente.
Tra le specie di uccelli europei il Beccamoschino è tra i più piccoli. La sua massa corporea è di soli 6-8 grammi, per una lunghezza di circa 10 centimetri ed una apertura alare di circa 12 centimetri.
L’habitat del Beccamoschino è caratterizzato da zone paludose o praterie umide, non è facile individuare questo piccolo uccello, a meno che non si riesca a seguire il suo caratteristico “volo canoro” fino all’atterraggio, che talvolta lo porta a sostare per qualche attimo sulla parte alta di un arbusto o di una canna.
Questa specie è diffusa con diverse sottospecie in Eurasia, Africa, Indonesia e Australia. In Europa si concentra soprattutto nell’area mediterranea e non oltrepassa il 47° parallelo. Specie tendenzialmente sedentaria, durante la stagione fredda si sposta nella parte meridionale dell’areale abitualmente occupato, fino a raggiungere il Nord Africa.
Distribuzione del Beccamoschino in Europa – Fonte www.birdguides.com
L’ornitologo Paolo Savi nel suo volume Ornitologia Toscana edito nel 1827-1831 descrive così questo uccello: In tutti i luoghi palustri, coperti di Giunchi e d’erbe alte, trovasi il Beccamoschino nelle nostre pianure. Quando è fermo di rado si vede, perché sta nascosto nell’interno de’ cespugli o fra l’erbe; ma ordinariamente dopo esser rimasto per due o tre minuti a saltellare fra i rami delle Tamarici, Prunbianchi, Spincervini, ecc. O a scorrere sopra le foglie de’ Giunchi, Cannelle, e Ciperi, beccando i piccoli insetti, si innalza nell’aria, e dopo che volando si è trattenuto per un piccolo tempo alla medesima altezza, cala di nuovo a nascondersi dentro qualche altro cespuglio. Il suo volo non è unito né rettilineo, ma resulta dalla riunione di molte curve guardanti con la loro concavità in alto, curve che sono eguali in numero a’ copi d’ali dati dall’uccello, volando, per il solito manda un fischio acuto e forte, che sentesi anche ad una distanza assai grande, e che in qualche maniera si po’ imitare con la sillaba «zsip- zsip». Eccettuando il forte inverno, trovasi sempre fra noi.
Oggetto di una certa curiosità scientifica è la lunga stagione riproduttiva, che ha inizio in aprile e termina in agosto, con alcune eccezioni anche in settembre, ed è caratterizzata da accoppiamenti in buona parte poliginici in quanto un maschio può accoppiarsi con un numero di femmine che variano da 4 a 11. Il nido viene inizialmente creato dal maschio ma completato dalla sola femmina. La prole viene accudita dalla sola femmina. I giovani possono riprodursi già a soli 1 o 2 mesi di età.
Uccello legato alla vegetazione nella quale si muove con notevole agilità, arrampicandosi su di essa e spesso con le zampe su steli diversi.
Le popolazioni di questi piccoli uccelli sono molto influenzate dall’andamento climatico: in annate con inverni particolarmente rigidi le popolazioni di beccamoschini vengono letteralmente decimate. Molti anni vengono richiesti per la ricostruzione di questi nuclei. Gli ultimi inverni sono stati particolarmente miti, motivo forse per il quale troviamo una timida presenza anche in aree non consone alle abitudini solite di questo uccello. Certo è che sia stato un vero piacere poterlo osservare!
Bibliografia
L'etimologia ed il significato dei nomi volgari e scientifici degli uccelli italiani – Edgardo Moltoni – Milano 1946.
Brichetti P. & Fracasso G., 2008. Ornitologia Italiana. Vol. 5 - Alberto Perdisia editore, Bologna.
Savi P., Ornitologia Toscana, Volume Primo. Luciano Ferriani Editore, Milano. 1827-1831
Molto interessante e accurato, come sempre. Grazie Roberto!
RispondiEliminaGuido
Grazie
EliminaMolto interessante e bellissime fotografie.
RispondiEliminaFederico
Molto interessante e bellissime fotografie.
RispondiEliminaFederico
grazie
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