Oggi 22 dicembre alle ore 04:48 inizia l’inverno astronomico.
Un pianta caratteristica del nostro sottobosco in questo periodo è il pungitopo Ruscus aculeatus. Questa pianta è usata come addobbo natalizio delle nostre case in quanto considerata come simbolo di buon augurio per l’anno nuovo.
Pungitopo Ruscus aculeatus
Tipica pianta perenne dell’area mediterranea, il pungitopo raggiunge mediamente i 70 cm di altezza. Quelle che sembrano foglie, in realtà, sono rami appiattiti terminanti con aculeo denominati “cladodi” che in parte sostituiscono le foglie nella fotosintesi clorofilliana. Al centro dei cladodi si sviluppano i fiori. Il frutto è una globosa bacca rossa contenete 1 o 2 semi.
Il frutto del pungitopo acerbo e maturo
L`etimologia del nome volgare “Pungitopo” deriva dall’uso che se ne faceva un tempo. Questa pianta veniva infatti messa attorno alle provviste in modo da proteggerle dall’attacco dei topi grazie alle “foglie” pungenti. In alcune località italiane, era in uso la pratica agricola di disporre una corona di rami secchi di questa pianta ai piedi degli alberi da frutta per evitare che su di essi salissero i topi.
L’etimologia del nome scientifico deriva da Ruscus nome con cui gli antichi Romani chiamavano la pianta e aculeatus per via dei cladodi appuntiti e pungenti.
Una curiosità: fasci di pungitopo essiccati venivano usati dagli spazzacamini per pulire le canne fumarie.
I pungenti cladodi
Pianta dalle diverse proprietà terapeutiche, è anche utilizzata in cucina. I germogli vengono consumati come ad esempio si cucinano gli asparagi ma attenzione alle bacche perché sono velenose e ingerirle può causare convulsioni.
Oggi l’indiscriminata raccolta per il commercio come addobbo natalizio o per l’utilizzo culinario sta provocando un impoverimento della presenza di queste pianta che, per questo motivo, è stata inserita tra le specie protette in alcune regioni come la Liguria, la Lombardia e il Trentino-Alto Adige e severe disposizioni sono state emanate per limitarne la raccolta.
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