Un’altra tappa del nostro “camminare piano” ci porta alla scoperta dei luoghi lariani che per qualche motivo hanno in comune il sentiero del viandante. La proposta odierna si sviluppa interamente sul territorio di Mandello del Lario con una personale variante ad anello che accumuna natura storia e arte.
Punto di partenza è la Piazza del Comune dove, dal 2011 a ricordo del 90° anno di fondazione della famosa casa Motociclistica mandellese “Moto Guzzi”, vi è un monumento che ritrae Carlo Guzzi con in mano un cronometro ai bordi di un ipotetico circuito motociclistico.
Piazza e monumento dedicato a Carlo Guzzi.
Dalla piazza si percorre il breve tratto pedonale fino a Piazza della Repubblica poi, svoltando a sinistra, si oltrepassa il torrente Meria per proseguire sulla via Cesare Battisti.
Il torrente Meria taglia letteralmente in due il paese.
Questo torrente è il principale corso d'acqua che scende dalla Grigna settentrionale verso il lago di Como. Con il millenario trasporto di detriti rocciosi verso la foce ha costituito il conoide su cui sorge l'abitato di Mandello del Lario.
Lungo il torrente non sfugge ad un occhio attento la figura del merlo acquaiolo che in questo ambiente è di casa.
Sul nostro percorso troviamo tratti dell’antica “Roggia” funzionante già dal 1300. Queste acque incanalate provenienti dal torrente Meria hanno reso possibile lo sviluppo lungo il suo corso di diverse attività artigiane, di opifici (filande e torcitoi), grazie alle ruote idrauliche (dette "ruote da mulino") e alle turbine che le hanno in parte sostituite, contribuendo allo sviluppo industriale dell'intero paese fino alla metà del '900. Altro utilizzo della “Roggia” era la funzione di “lavatoio”. Per saperne di più basta soffermarsi presso i numerosi cartelli posizionati dall’associazione locale Archivio Comunale Memoria Locale (ACML) che, lodevolmente oltre alla ricerca e all’archiviazione dei documenti mandellesi, si occupa di propagandare la cultura posizionando cartelli in vari luoghi significativi del paese creando così un vero museo all’aperto.
La “Roggia”. Grazie alle acque del torrente Meria crebbe l’industrializzazione di Mandello.
Uno dei tanti cartelli ricchi di informazioni posizionati nel paese.
La chiesa cinquecentesca di San Rocco presso la località Molina di Mandello e sullo sfondo la Grigna.
Oltrepassata la chiesa di San Rocco, il percorso che porta allo stabilimento Carcano Antonio s.p.a. offre due possibilità: percorrere via Giuseppe Parini poi via Antonio Carcano o, in alternativa, inoltrarsi in una serie di strette viuzze della contrada Palanzo.
Una viuzza della località Palanzo.
Raggiunto lo stabilimento Carcano, il percorso prosegue e la strada si restringe: sulla destra osserviamo una piccola ciminiera in rossi mattoni. Quest’opera faceva parte dell’ex “Officina del Maglio” dove, appunto, vi era un grosso maglio per la lavorazione dei metalli mosso dalla forza dell’acqua.
Antica ciminiera dell’ ”Officina del Maglio”.
Proseguiamo brevemente oltre il percorso che ci eravamo prestabiliti. In questo tratto il torrente Meria percorre una stretta gola, una sorta di piccolo canyon e la “Roggia”, oramai in disuso e priva di acqua, è sospesa sulle rocce strapiombanti. Raggiungiamo la centrale elettrica (ora dell’ENEL ma un tempo di proprietà della società elettrica Valle Meria) e raggiungiamo la piccola cascata.
Centrale per la produzione di energia elettrica ex Società Valle Meria - oggi di proprietà dell’ENEL.
A fulgure, et tempestate, Libera nos domine – frase incisa sul bassorilievo posto sulla parete frontale della centrale raffigurante forse Santa Barbara considerata protettrice contro i fulmini e le morti improvvise. Questa frase appartiene alla “litania rogazionale” (pratica religiosa) pronunciata per proteggere principalmente i raccolti. Il nome di questa pratica, “rogazione” (dal latino “rogatio” che significa richiesta, preghiera, supplica), rappresentava particolari processioni che si snodavano nei paesi verso la campagna coltivata, nei giorni precedenti l’Ascensione. Si partiva dalla chiesa di buon mattino e ci si incamminava in processione cantando le litanie. Le “rogazioni” avevano il fine di preservare il raccolto, o altre attività, da tutte le possibili negatività.
Cascata artificiale nei pressi della centrale elettrica.
Resti di manufatti per la captazione dell’acqua della Roggia.
Ritorniamo sui nostri passi e riprendiamo il percorso imboccando la strada acciottolata “Salita di Gorlo” che incontriamo sulla destra e che ci porterà a Somana attraverso la Strada del Sasso, così chiamata per via di un masso erratico presente un tempo.
Una timida presenza ornitologica, la cincia mora.
La Grigna vista dalla Strada del Sasso.
Da Somana proseguiamo per la località Sonvico e, seguendo le indicazioni, per Rongio in pratica ora siamo sul sentiero del Viandante. (segnavia 15C).
Il sentiero pianeggiante offre bei
panorami sulla Grigna.
Si attraversa il torrente Meria e si raggiunge la frazione di Rongio.
La stagione invernale, a suo modo, offre aspetti particolari ed affascinanti.
Attraversato il torrente Meria, sul versante di Rongio, troviamo un impianto di captazione delle acque per la centrale elettrica. Percorrendo il canale coperto da lastre di cemento fino ad un manufatto da dove parte la condotta forzata per la centrale, il sentiero prosegue sulla sinistra nel bosco e in pochi minuti raggiungiamo Rongio.
Prima di raggiungere Rongio, il panorama regala la vista su Santa Maria, il Sasso Cavallo e il Sasso dei Carbonari.
Il ricamato fungo Trametes versicolor.
Giunti alla frazione di Rongio troviamo l’oratorio dedicato a S. Antonio da Padova (1654) e la casa-torre detta dei Lanfranconi (probabilmente del secolo XII).
Vecchio nucleo di Rongio.
Nella piazza prospiciente la seicentesca Chiesa di S. Giacomo è situato un lavatoio e una fontana in pietra datata 1792.
Il sentiero prosegue tra campi ben tenuti…
…e un bel panorama su Mandello.
In agguato, un gatto, è attratto dalla presenza di un Codirosso spazzacamino.
In cielo volteggiano un gruppo di gracchi alpini. Capita spesso di osservare, nei mesi invernali, questi uccelli che abitualmente vivono sulla vetta della Grigna.
Percorso un breve tratto di bosco, raggiungiamo la frazione di Maggiana.
A Maggiana si trova l’omonima Torre risalente al XII secolo, detta del Barbarossa, per via di un presunto soggiorno dell’Imperatore Federico I il Barbarossa.
All’interno della torre è allestita una raccolta di utensili contadini.
Proseguendo per la frazione di Crebbio lungo la carrozzabile, un segnavia indica il percorso che con una bella vista su Mandello attraversa prima i campi poi un ponte sopra la superstrada e, tra cipressi e una via acciottolata, raggiungiamo la prestigiosa chiesa di San Giorgio.
Chiesa di San Giorgio. Oramai indecifrabile, sopra il portale, è posto un affresco del 1508 raffigurante San Giorgio a cavallo.
La chiesa di San Giorgio, risalente all’anno 1000, è certamente uno dei più interessanti edifici religiosi posti sulla sponda orientale del Lario. Al suo interno vi sono molti affreschi del ‘400 (per saperne di più consultare questo LINK) ma purtroppo la possibilità di visitare la chiesa è limitata all’apertura della messa della domenica mattina.
Chiesa San Giorgio. Sull’arco trionfale un ciclo di affreschi del Giudizio Universale con al centro Cristo benedicente.
Acquasantiera in marmo, scolpita a nastri intrecciati e croci greche e attribuita al sec. IX-X.
Veduta dal sagrato della chiesa.
Lasciata la chiesa di San Giorgio, prendiamo l’acciottolata via scoscesa verso Mandello e attraversando la strada sp 72 ci si immette in via Pra Magno, poi Via Monastero che ci conducono ad una bella passeggiata tra gli scorci lungo il lago.
Posizionata sotto i portici presso l’imbarcadero, questa lapide ricorda
i livelli raggiunti dalle esondazioni del Lario nel corso dei secoli.
“Il cannone”, simbolo e monumento più fotografato a Mandello. A dire il vero non ha molto a che fare con la storia locale poiché si tratta di un reperto proveniente da Genova ed è un dono fatto alla Pro Mandello negli anni ‘50. Per saperne di più LINK.
Sebbene nascosta tra gli alberi dei giardini pubblici e non adeguatamente evidenziata, questa stele è una testimonianza di un fatto storico realmente accaduto: la battaglia navale di Mandello tra la flotta del duca di Milano capitanata da Ludovico Vistarino e il marchese di Musso Gian Giacomo de’ Medici detto Medeghino (1). È il mattino del 22 dicembre 1531 quando, tra le acque di Mandello, si verificano duri scontri con molte perdite di vite umane e ingenti danni alle navi. Questo scontro durò l’intera giornata e portò alla morte dei capitani Pelliccione e Borsieri e del fratello del Medeghino, Gabriele De’ Medici. Questo combattimento portò la fine del dominio dei Medici sul Lario. Lo Sforza, tramite Gian Angelo Medici, futuro Papa Pio IV, si accordò con il Medeghino per un trattato di pace che lo avrebbe visto abbandonare il castello di Musso (21 febbraio 1532) e gli altri domini sul Lario in cambio del marchesato di Marignano (oggi Melegnano) e un compenso di 35.000 scudi d’oro. Lo Sforza, a dimostrazione di gratitudine e per scopi di alleanza verso gli Svizzeri, fece demolire il castello di Musso risparmiando solamente la piccola chiesa di Sant'Eufemia.
Sant'Eufemia, piccola chiesetta posizionata su una panoramica spalla del Sasso di Musso
sulla sponda occidentale del Lario. Un tempo questo edificio faceva parte del Castello di Musso.
Di tutte queste vicende questa stele mandellese è parte importante. Sulla sua sommità si suppone vi sia la parte più antica riportante lo stemma mediceo che induce a pensare che il Medeghino abbia voluto lasciare questo segno nel luogo dove trovò la morte il fratello Gabriele.
La colonna nel corso degli anni fu spostata più volte. Nel 1964, il suo ultimo trasloco, la posizionò dove la vediamo ora.
(1) Lo storico Cesare Cantù il Medeghino lo descrive come "pirata, re, brigante, traditore, ribelle, assassino, eroe", dominatore incontrastato del Lago di Como.
Il nostro camminare piano a Mandello termina qui nei pressi della foce del torrente Meria, piccolo corso d’acqua così importante per questo paese.
Da non perdere:
La chiesa arcipretale di San Lorenzo martire con le ricche decorazioni barocche all’interno.
Il santuario della Beata Vergine del fiume (1624).
Il museo della Moto Guzzi, situato all’interno dello stabilimento, orari e informazioni a questo LINK
LINK per scaricare la mappa in formato PDF
Bibliografia
Zucchi V., Oppidum mandelli, 1979, quarta edizione.
Giacosa A., Sulle rive del Lario fra storia e leggende, 1956
Miglio G., P. Gini., LARIUS - LA CITTA' ED IL LAGO DI COMO NELLE DESCRIZIONI E NELLE IMMAGINI DALL'ANTICHITA' CLASSICA ALL'ETA' ROMANTICA. ANTOLOGIA. 1959-1966. Società Storica Comense
Archivio Comunale Memoria Locale www.archiviomandello.it
Altri percorsi su questo blog riguardante il sentiero del Viandante
Da Varenna a Lierna LINK
Da Lierna a Somana LINK
Da Olcio a Santa Maria LINK
Roberto, guardando il post sembra tutto ancora più bello!! complimenti. Livi
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