In questi giorni mi sono
imbattuto in due specie particolari: lo Svasso collorosso e il Falaropo
beccolargo. Ricorrono spesso i termini “raro”, “comune”, “difficilmente
osservabile” quando ci si vuole riferire
ad una specie, ma vediamo di capire il perché di tale scelta.
Quando si parla di una
specie, per ovvi motivi la si deve ricollegare con la località dove questa è
stata osservata ed inoltre la si deve rapportare con la sua fenologia.
Andiamo per ordine, con il
termine fenologia si intende lo studio del manifestarsi di un particolare
evento: per esempio, se io osservo oggi una Rondine volare sul nostro lago
questo è un evento normale, ma se la vedo volare nel mese di dicembre questo è
un evento straordinario (a dicembre le rondini sono in Africa).
In campo ornitologico, la
fenologia studia come si distribuiscono nel tempo le osservazioni degli uccelli
migratori. Ciascuna specie migra con una tempistica assolutamente particolare
che è influenzata da molti fattori, come la lunghezza della via migratoria da
percorrere tra le aree di svernamento e quelle riproduttive (e viceversa),
dalla possibilità di trovare localmente delle condizioni favorevoli per una
sosta più o meno prolungata e dalle condizioni metereologiche durante la
migrazione che possono indurre gli uccelli a tappe forzate.
Come detto in precedenza, i
termini usati per definire la qualità di un’osservazione riguardante una
specifica specie sono: comune, poco frequente, rara e accidentale.
Osservare un Pettirosso nel
giardino di casa è normale, ma se il Pettirosso lo si dovesse osservare in un
giardino degli Stati Uniti la cosa sarebbe straordinaria, anzi il termine
giusto è “accidentale”.
Capita a volte che eventi
meteorologici straordinari portino fuori rotta migratoria alcuni uccelli
creando “agitazione” nel mondo dei birdwatchers, queste sono occasioni da non
perdere per poter osservare specie praticamente impossibili da vedere
normalmente.
Anche il termine “comune”
può trarre in inganno, ad esempio, il gabbiano comune lo è di fatto sul lago,
ma in montagna sarà molto difficile osservarlo e se questo avvenisse
l’osservazione diventerebbe importante.
Per quanto riguarda il
termine “Specie rara”, esso viene usato per definire lo “Status” della
popolazione. Esempio: il Gipeto è una “Specie rara” in quanto la sua
distribuzione sulle Alpi supera di poco il centinaio di individui e
quindi, già solo osservarlo è un evento particolare.
Spero di aver chiarito il
fatto che ad ogni uccello viene ricollegato il giusto termine in funzione del
luogo, del periodo o della specie al quale esso appartiene.
Dopo
questa lunga introduzione veniamo alle due specie per le quali ho scritto questo
post: lo Svasso collorosso e il Falaropo beccolargo.
Lo Svasso collorosso Podiceps
grisegena è una specie poco frequente in Italia, è distribuito in Europa
centro-orientale e sul Lago di Como è considerato “difficilmente osservabile”.
Svasso collorosso,
10 maggio Dorio.
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Il Falaropo beccolargo Phalaropus fulicarius, è un limicolo artico di comparsa “accidentale” in Italia. Falaropo beccolargo
Falaropo beccolargo, 12 maggio Riserva Naturale del
Pian di Spagna (CO).
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Salve,ho bisogno di un esperto che mi tolga un tarlo che ho in mente.
RispondiEliminaVengo al punto. Alcuni giorni fà ascoltando una trasmissione sul comportamento animale (specie volatili) è stato nominato un termine riferito al muoversi all'unisono di alcune specie ad es. stormo ,branco di pesci etc. etc. di quale termine si tratta (ricordo finiva con monia).
Grazie marcopirata@libero.it