mercoledì 14 gennaio 2015

Il merlo acquaiolo, un passeriforme dalle doti esclusive

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...una freccia di cioccolato con un tocco di crema, cantando veloce vola pochi centimetri sopra l'acqua, si arresta ondeggiando sui massi, si immerge ballando nel vortice di acque impetuose…

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Tempo fa mi capitò di leggere questa semplice e poetica descrizione del Merlo acquaiolo e, visto che nel mese di gennaio questo uccello è facilmente osservabile sulle rive del Lario, questa è l’occasione giusta per descrivere alcune peculiarità che caratterizzano straordinariamente quest’uccello nella sua evoluzione per una maggiore integrazione nell’ambiente acquatico in cui vive.

 

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Merlo acquaiolo Cinclus cinclus

La prima parte del nome volgare merlo acquaiolo potrebbe trarre in inganno in quanto non ha proprio nulla in comune al merlo che tutti conosciamo. La sistematica posiziona il Merlo acquaiolo nell’ordine dei Passeriformi e nella Famiglia dei Cinclidi: un unico Genere Cinclus, 5 specie e 25 sottospecie. In Europa sono presenti 4 sottospecie di cui in Italia la Cinclus cinclus aquaticus. L’etimologia del nome scientifico Cinclus proviene dalla voce greca kigklos, un uccello citato da Aristotele.

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Se il nome volgare italiano solo parzialmente lo identifica nell’ambiente in cui quest’uccello vive, in lingua tedesca viene chiamato Wasserschwätzer che tradotto letteralmente significa “chiacchierone d’acqua”. Questo appellativo è dovuto al suo canto emesso anche in inverno nonostante sia presente neve e gelo. Un canto che poeticamente si mescola con il rumore e il gorgoglio dell'acqua.

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La struttura corporea del merlo acquaiolo apparentemente è simile ad altri passeriformi. Le zampe sono del tutto simili a quelle di uno storno o di un merlo e il becco è tra i più normali. Tuttavia il merlo acquaiolo nuota in modo perfetto e si immerge in acque impetuose dei torrenti alla ricerca del cibo sul letto del fiume. Per far ciò si aiuta con le robuste zampe e utilizza le ali per rimanere sul fondo compiendo un vero e proprio “volo sMerlo acquaiolo_0008ubacqueo”. Per questa specie praticamente non esiste differenza tra acqua e aria: questi uccelli possono passare da una fase di volo ad una di nuoto o d’immersione, e viceversa, con estrema naturalezza, senza soluzione di continuità. Spesso capita di vederli uscire dall’acqua volando o vederli sbucar fuori dall’acqua camminando come nulla fosse.

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La dieta del merlo acquaiolo è principalmente composta da insetti acquatici (larve acquatiche di tricotteri, plecotteri e efemerotteri), piccoli molluschi e a volte da piccoli pesci che ricerca sul fondale sollevando anche piccoli sassi.

 

ll merlo acquaiolo è l’unico passeriforme in grado di nuotare. Per questo scopo ha sviluppato numerosi adattamenti come ossa pesanti, colme di midollo, ali corte ed arrotondate, con le quali si muove sott'acqua, e un fitto piumaggio folto e compatto, reso impermeabile dalle secrezioni di uno speciale sistema ghiandolare. Sott'acqua l'occhio viene protetto da una membrana nittitante semitrasparente e l'apertura dell'orecchio viene ricoperta da una piega della pelle.

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Unico passeriforme in grado di nuotare…

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…immergersi…

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…e passare dal nuoto al volo senza problemi di sorta.

 

 

 

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 In questa immagine si nota l’occhio con la palpebra abbassata: una caratteristica che nel merlo acquaiolo appare molto evidente per via del colore bianco.

La palpebra potrebbe essere facilmente confusa con la membrana nittitante, che invece serve per proteggere l’occhio di questa specie durante le immersioni. In realtà la membrana nittitante, presente in tutti gli uccelli, è traslucida di colore biancastro/bluastro e scorre orizzontalmente a differenza della palpebra che scorre verticalmente.

Se si avesse la possibilità di osservare la palpebra del merlo acquaiolo da vicino si noterebbe un fitto piumino bianco che la ricopre, mentre nella maggior parte degli uccelli la palpebra è grigiastra senza piume e raramente la si nota. Nessuno conosce il motivo per il quale il merlo acquaiolo abbia una palpebra così vistosa, si ipotizza che sia uno strumento finalizzato a segnalare la propria presenza, una sorta di lampeggiatore per altri conspecifici.

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Come molte specie acquatiche anche il merlo acquaiolo impegna diverso tempo nella cura del piumaggio. Per far ciò utilizza il becco per spalmare sulle proprie penne un liquido oleoso impermeabile emesso da una ghiandola (uropigio) che si trova sopra la coda.

 

 

 

 

 

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Osservando attentamente queste immagini si può notare come l’acqua non bagni il piumaggio.

 

Questa specie è diffusa in tutta l'Europa e l'Asia. In Italia è per lo più stanziale compiendo erratismi verticali. Il suo habitat è legato ad ambienti fluviali con acque pulite. In Europa si spinge fino ad oltre i duemila metri di quota sulle Alpi mentre in Tibet supera i cinquemila metri.

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Mappa di distribuzione del Merlo acquaiolo riferita al Paleartico occidentale
Fonte www.birdguides.com

Il merlo acquaiolo manifesta adattamento all’ambiente acquatico anche nella scelta del posto ove costruire il nido, sempre in prossimità dell’acqua e, a volte, addirittura sotto una cascata. Il nido è di forma globulare, voluminoso, composto da muschio e fornito da una stretta apertura circolare è costruito da entrambi i sessi. La riproduzione inizia a febbraio-marzo-aprile (2 covate) e le uova, 4-5, vengono incubate per 16 giorni principalmente dalla femmina. Prevalentemente la nidificazione avviene lungo i fiumi e torrenti. Ho personalmente accertato due nidificazioni lungo le pareti a picco sul Lago di Como a quota 200 m che, stando alla bibliografia, sembra sia una quota bassa per questa specie. Tuttavia si tratta di un segno positivo che indica l’espansione territoriale di questo uccello che negli anni passati subì un vistoso calo numerico dovuto a vari motivi, tra cui il pesante inquinamento dei fiumi.

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La nidificazione del merlo acquaiolo è abbastanza precoce. Non si preoccupa minimamente della presenza di tardive tracce di neve. In questa immagine, un melo acquaiolo sta sopraggiungendo al nido che in questo caso è posto su una sponda di un ruscello, ben nascosto e protetto sotto un ciuffo d’erba.

 

 

 

 

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Le dimensioni di questo passeriforme sono di circa 18 cm con un’apertura alare di 25-30 cm e un peso di 60-80 grammi. Sessi simili ma il maschio a volte è leggermente maggiore della femmina.

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Il merlo acquaiolo alla nostra latitudine compie spostamenti migratori verticali, abbandonando i corsi d’acqua montani e scendendo a valle, non tanto per le rigide temperature quanto per l’inaccessibilità dei fiumi che si coprono di ghiaccio. Personalmente ho osservato un individuo immergersi in un piccolo spazio aperto di un fiume interamente coperto di ghiaccio. Il fatto straordinario è stato trovarmi a gennaio a quota superiore di 2000 metri con una temperatura di -13°.

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Il merlo acquaiolo in rima.

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Solo una volta
s’è mostrato il merlo acquaiolo.
Splendeva
il bianco sul suo petto.
Là dove s’è tuffato,
il fiume non può mai più
ridiventarci oscuro.

Christine Busta

 

 


C‘è un ricordo di aride fiumare
nel mio aspro cuore d’emigrante,
c‘è un bisogno di acqua corrente
per diluir quelle immagini amare.

“Cos‘è quel magico volo
Merlo acquaiolo_ Dervio ed(19) (FILEminimizer)sulle note di acque ridenti?”

“È la gloria di un merlo acquaiolo
è il riflesso di ali lucenti!”

La mano tenta di fermare il flusso
ma i pensieri la sorpassano veloci
alla ricerca di quegli attimi felici
che per un animo straniero sono un lusso.

“Dov‘è quel merlo dal petto bianco
che spia il canto d’argentati temoli?”

“È lì su un masso al sole, forse stanco
ebbro di danze e di voli fievoli!”

Non tenterò di rotolare a mare,
fermerò qui al nord la mia mente,
racconterò la mia storia al torrente,
a star con me dirò a lei di provare!

Domenico Livoti
Canzone del merlo acquaiolo e dell’emigrante


Bibliografia

Frugis. S., Uccelli d’Europa, 1972

Brichetti, P. & Fracasso, G. (2007), Ornitologia italiana - Apodidae-Prunellidae Alberto Perdisa Editore, Bologna

CHECK LIST IN LINGUA ITALIANA DEGLI UCCELLI DEL MONDO - rif: Clements Check List, agosto 2014

sabato 10 gennaio 2015

Lo straordinario spettacolo del cielo: le nubi Iridescenti

 

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Strana mattinata di gennaio, è l’alba ma le temperature sono decisamente sopra la media, mi trovo nell’insenatura lariana chiamata Laghetto di Piona, il lago si colora per via di quello che sta avvenendo in cielo, la sagoma del Monte Legnone si delinea sullo sfondo di un gioco di luci dovuto alla presenza di nubi iridescenti, di seguito vi propongo alcuni scatti.

 

 

 

 

 

 

 

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Nubi iridescenti derivano dalla diffrazione della luce solare attraverso piccole gocce d’acqua o piccoli cristalli di ghiaccio che le compongono. I colori derivano dalle dimensioni delle goccioline d’acqua e dall’angolo di osservazione. Il blu, che compare sempre nella zona interna rispetto alla provenienza della luce, è il colore dominante, seguito dal verde e dal rosso. I migliori effetti cromatici sono generati da nubi composte da gocce molto piccole. Anche se non comune, è un fenomeno che può essere osservato ovunque nel mondo, sia pur con maggiore frequenza nelle zone montane.

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giovedì 1 gennaio 2015