domenica 21 marzo 2021

Il biancone lariano

Sono trascorsi nove anni da quando pubblicai su questo blog un articolo riguardante il Biancone e la sua migrazione. In questo lasso di tempo la fenologia di questo uccello da preda ha subito una sostanziale modifica nelle provincie di Lecco e Como. Se un decennio fa questa specie era considerata rara o addirittura accidentale, oggi questo uccello è un visitatore regolare e in alcune località è anche nidificante.
Sebbene non sia chiaro a cosa sia dovuta questa rapida colonizzazione dei territori del nord, è evidente che le opportunità di scrutare qualche esemplare sono aumentate.
E poiché mi piace stare con il naso all’insù a guardare il cielo, vi racconto cosa mi è accaduto domenica 21 marzo. Per caso, appunto, mi è capitato di scorgere sulle assolate pareti rocciose sovrastanti Varenna due esemplari, intenti alla caccia.

Un biancone (Circaetus gallicus) da una quota elevata immobile nel cielo mentre compie il cosiddetto volo a "Spirito Santo" durante il quale si mantiene totalmente fermo in aria con piccoli battiti delle ali, tenendo la coda aperta a ventaglio e sfruttando il vento per mantenersi stabile. Osserva con la sua straordinaria vista il terreno alla ricerca di rettili, la sua principale fonte di sostentamento. Marzo, Varenna (LC).


Il Biancone, nome dovuto alla colorazione chiara del piumaggio nelle parti inferiori del corpo, è un rapace dalle dimensioni medio grandi. Con apertura alare di 1770-1900 mm è decisamente superiore alla comune poiana e la sua struttura è più simile alle aquile.


Poiana (Buteo buteo), marzo Varenna.

Il Biancone in Italia è una specie migratrice e nidificante estiva, segnalata principalmente sugli Appennini. Nel corso degli ultimi anni la fenologia di questo uccello si è man mano modificata spostando la sua presenza sempre più a nord. In provincia di Lecco nel 2006 era ancora considerato come presente irregolare con poche osservazioni. Nel corso degli anni si sono susseguite una serie di osservazioni nel periodo riproduttivo tanto da indicarlo come probabile nidificante. Ciò è stato confermato quando nel 2020 sui monti di Dervio è stato accertato il successo riproduttivo e il relativo involo del pulcino.

Settembre 2020, monti di Dervio (LC). Una delle prime coppie che si confermano come nidificanti certi per la provincia di Lecco. Il successo riproduttivo è confermato dall’involo del giovane che fino a tarda estate è ancora in compagnia dei genitori. Questi sono gli ultimi giorni della permanenza di questi uccelli in terra lariana prima di partire per il lungo viaggio migratorio verso l’Africa.

Il Biancone costruisce il nido prevalentemente su alberi, molto raramente su roccia, e a volte lo stesso nido viene rioccupato negli anni successivi. La deposizione è composta da un singolo uovo che viene incubato per 45-47 giorni. Il piccolo si invola dopo 70-75 giorni, periodo questo che vede molto impegnata la coppia nel recuperare cibo. Il fabbisogno alimentare giornaliero della coppia con il pulcino si aggira attorno agli otto rettili e solo dei genitori abili cacciatori riescono a portare a termine questa impresa.


La dieta del biancone è costituita principalmente da rettili. In questa immagine vediamo un bel esemplare di Colubro di Esculapio o Saettone (Zamenis longissimus). La cattura di rettili di queste dimensioni è problematica anche per un uccello così specializzato e non è raro che in fase di cattura il biancone rimanga avvinghiato dal rettile. Questo tipo di guaio capita ai giovani poco esperti, difficilmente un adulto evita di trovarsi in questa situazione pericolosa.

La dieta del Biancone è composta prevalentemente da rettili e non a caso viene chiamato anche “Aquila dei serpenti”. Implacabile cacciatore, con la sua strepitosa vista li coglie di sorpresa, anche se infrattati nelle sterpaglie. L’abilità non consiste solo nel trovare questi rettili. Una volta piombato sulla preda, deve fare i conti con il serpente che vende cara la sua pelle e il biancone deve stare ben attento a non farsi avvinghiare.
Vi propongo questo video dove un serpente sta avendo la meglio su un biancone. Entrambi verranno messi in salvo dall’intervento dell’uomo. Non fate il tifo per l’uccello, la vita in natura è così: ci vuole poco per passare da predatore a preda.

La migrazione del biancone è molto particolare. Al contrario degli altri uccelli, attraversare tratti di mare proprio non gli piace! Per questo motivo compie una migrazione circolare. In pratica i bianconi italiani arrivano dallo stretto di Gibilterra e attraversano la Spagna, la Francia e l’Italia fino alla località designata. Collo di bottiglia sono le alture di Genova, da qui transitano la maggior parte dei Bianconi italiani.
Di questo ne ho già parlato su questo blog (LINK).


Ora sappiamo che se diamo uno sguardo in cielo, oltre alle tradizionali specie locali possiamo avvistarne una nuova e mentre il sole non è ancora tramontato e la luna fa capolino sul profilo della montagna, da qui i nostri bianconi sorvegliano con attenzione tutto ciò che striscia per terra.



Bibliografia

 AA.VV., Annuario CROS Varenna, anni 2006-2019

Brichetti P. & Fracasso G., 2003 Vol. 1, Ornitologia Italiana. Alberto Perdisia Editore, Bologna.

sabato 20 marzo 2021

Equinozio di primavera 2021

Oggi 20 marzo 2021 alle ore 09:37 è iniziata la primavera astronomica.

Il ricordo mi porta alla primavera 2020 (link) quando eravamo immersi in piena pandemia da Covid19 e il post che scrissi allora terminava con un messaggio augurale: “Presto tutto sarà un brutto ricordo e potremo ritornare a godere delle bellezze che la natura ci offre...”. Quel “presto” ora stride con quanto poi in effetti è successo. Mai ci saremmo immaginati che dopo un anno saremmo stati ancora in condizioni così complicate e con un totale di 2.680.469 morti a livello mondiale (rilevazione del 19 marzo, fonte ministero della salute LINK).

Oggi però possiamo essere fiduciosi nel futuro grazie all’aiuto della scienza che, con i vaccini, ci fornisce di un importante antidoto a questa malattia. Ora il pensiero corre a chi non ce l’ha fatta. Anche se la morte è una parte naturale della vita stessa, la perdita di una persona è sempre un evento drammatico.



sabato 27 febbraio 2021

Il rampichino. Il piccolo uccello che diede il nome ad una bicicletta

Nonostante sia ancora inverno, con l’aiuto del tiepido sole di febbraio, la natura si sta risvegliando. Passeggiando nei boschi tutto pare ancora assopito. Le piante sono prive di foglie e non sono ancora spuntati i primi fiori. Ma gli uccelli, con i loro timidi canti, ci avvertono dell’imminente arrivo della primavera.
Tra questi annunciatori di tempi migliori, ve n’è uno dal lieve canto ai più non conosciuto, dall’aspetto mimetico e dal comportamento elusivo. Si tratta del rampichino, un minuscolo uccello che ha reso famosa una bicicletta.

Rampichino comune, febbraio, provincia di Lecco.


Se oggi dovessimo fare un’indagine popolare ponendo la precisa domanda:

“A cosa pensi se dico rampichino?”
Sono certo che la quasi totalità degli interrogati risponderebbe:

“Una bicicletta da fuoristrada!”

Certo, nulla in contrario. Ma vi assicuro che se questa domanda fosse stata posta nel 1985, la risposta sarebbe stata ben diversa. Infatti, il punto di svolta sta proprio quando la prestigiosa rivista Airone della Mondadori nel marzo 1985 in copertina esce con il titolo “Rampichino, la più bella bici da montagna”.


L’articolo annuncia la nascita della prima mountain bike italiana, lanciando così una nuova era nel mondo delle biciclette. La ditta produttrice è la Cinelli, che inizia con la produzione di mille pezzi e la rivista Airone ne fa promozione con un lungo e articolato servizio con tanto di foto di questa allora “strana” bicicletta dal colore verde militare.


Ma da dove trae ispirazione il titolo fantasioso di Airone del 1985, che tanto influenzerà la lingua italiana attribuendo un nuovo significato alla parola rampichino? Proprio dal Rampichino comune! Onorando quindi lo spirito di questo blog, che è quello di cercare di diffondere ai non addetti ai lavori alcune note e curiosità sulla natura che ci circonda, parliamo ora di questo piccolo uccello.

Il rampichino comune (Certhia brachydactyla), è una specie tipicamente sedentaria che ama frequentare i boschi, dove si arrampica su tronchi e rami. Uccello dalle piccole dimensioni ha un aspetto mimetico e difficilmente osservabile. Il nome volgare rampichino è dato dal suo comportamento di arrampicatore sugli alberi con movimenti dal basso all’alto. Riporto integralmente un brano tratto dal volume Ornitologia Toscana di Paolo Savi1 (1857), che è una curiosità oltre che scientifica anche letteraria dell’epoca:“Le Certhie2 si servono delle penne rigide e forti della coda come un puntello, quando s’arrampicano sulla scorza degli alberi per cercare i Ragni, Afidi, piccoli Coleotteri, ed altri insettini che sono il loro cibo. Tenendo la coda piegata e appoggiata con forza contro la scorza su cui camminano, e puntandola così contro le scabrosità di questa, sostengono il peso del loro corpo, di modo che allora con le zampe allatro non debbano fare che reggersi per non cadere addietro, e progredire nel loro cammino. Ma a questo oggetto, come facilmente si comprende, serve la coda solo quando l’animale vuole andare dal basso all’alto, ed è perciò che le Certhie non camminano sulle scorze che in questa direzione, e quando una volta son giunte alla cima dell’albero, in vece di calare aggrappandosi, come ne sono salite, prendono il volo, e tornano alla base di quello, o d’un altro.


Un rampichino comune si arrampica sul tronco degli alberi alla ricerca d’insetti.


Il comportamento di volo del rampichino in un disegno pubblicato sulla rivista Airone del marzo 1985.

Il rampichino appartiene all’ordine dei Passeriformi e alla famiglia dei Certidi. Quest’ultima è rappresentata a livello mondiale da otto specie, di cui solo due sono europee: il rampichino comune (Certhia brachydactyla) e il rampichino alpestre (Certhia familiaris).

Mappa di distribuzione del Rampichino comune

Di Jimfbleak di Wikipedia in inglese, CC BY-SA 3.0,
 https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=8277346


Se chiara è l’origine del nome volgare rampichino, più imprecisa invece è l’etimologia del nome scientifico del genere Certhia=kerthios di origine greca, nome col quale Aristotele cita un non meglio identificato uccello abitante dei boschi. Il nome specifico del Rampichino comune brachydactyla deriva dall'unione delle parole greche brachys-brachus=corto e dactylos-daktulos=dito, dal significato "dalle dita corte”, per via delle unghie più corte rispetto al rampichino alpestre.

Il nome volgare dell’altra specie europea, il Rampichino alpestre Certhia familiaris, è dato dalla sua tipica area di diffusione a quote più elevate rispetto al suo congenere.

Rampichino alpestre, provincia di Lecco.

Entrambe le specie sono molto simili tra loro sia nel comportamento che nell’aspetto fisico. Le contraddistingue invece un diverso habitat: il Rampichino comune vive nei boschi di bassa e media quota mentre l’alpestre frequenta boschi di conifere a quote più elevate. In natura resta complicato distinguerlo, specialmente se ci si trova nella fascia di transizione delle due specie o nel periodo invernale quando alcuni individui scendono a quote basse. L’aiuto per un’identificazione certa è dato dal suo flebile canto costituito da una monotona ripetizione di sottili note che però variano notevolmente da specie a specie e consentono un‘agevole identificazione.

Vocalizzazione del rampichino comune
Javier García Sáez, XC620283. Accessible at www.xeno-canto.org/620283.



Vocalizzazione del rampichino alpestre
Bodo Sonnenburg, XC624197. Accessible at www.xeno-canto.org/624197.


Questi piccoli uccelli dotati di ali corte e dal volo breve ed ondulato nidificano due volte all'anno, tra marzo e aprile e a giugno. La costruzione del nido avviene nei buchi e nelle spaccature dei tronchi, tra l'edera o dietro grossi pezzi di corteccia. La femmina depone da 7 a 9 uova, bianche e punteggiate di rosso, che vengono covate da entrambi i coniugi.
Nidificazione del rampichino in un disegno di John Gould, 1832-37

I rampichini sono sempre molto attivi nella ricerca di cibo. Se vi capita di passeggiare nei boschi o semplicemente nei parchi pubblici concentratevi con l’udito e con un po’ di fortuna potrete fare il piacevole incontro con questo piccolo e sfuggente folletto.
Un rampichino comune, “acrobata” del bosco.


1- Paolo Savi (Pisa 1798-1871) è stato un illustre geologo e ornitologo italiano. Tra le sue opere troviamo di notevole importanza per la storia dell'ornitologia italiana i 3 volumi (Pisa 1827-1831) “Ornitologia Toscana, descrizione e storia degli uccelli che trovansi nella Toscana”.

2 - Certhie è il genere di appartenenza del rampichino.


Bibliografia

Airone Numero 47, Editoriale giorgio Mondadori. Marzo 1985

Brichetti P. & Fracasso G., 2011. Ornitologia Italiana Vol 7. Perdisia Editore. Bologna

Frugis, S., Uccelli D’Europa, Rizzoli, 1972

Gould’s J., Birds of Europe, 1832-1837

Moltoni E., L’etimologia ed il significato dei nomi volgari e scientifici degli uccelli italiani. Milano 1946

Savi P., Ornitologia Toscana, ossia descrizione e storia degli uccelli che trovansi nella Toscana”. 3 volumi. Pisa 1827-1831